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Ferrara, città delle biciclette, per tutti
Alcuni giorni fa sulla stampa locale si è avuta la notizia che Il Comune di Ferrara ha partecipato e vinto l’avviso pubblico di portata nazionale “Bici in Comune”, confermando che la Giunta tiene in considerazione e persegue gli obiettivi di incentivare la mobilità ciclabile e l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto sostenibile. Ciò, gli articoli sottolineano, è ovviamente possibile se si realizzano, in primis, progetti di riqualificazione e messa in sicurezza delle piste ciclabili. Bello anche pensare alla progettazione e organizzazione di eventi aggregativo-sportivi ciclistici che rimarcano un ciclo turismo inclusivo e accessibile a tutti.
Ferrara citta dele bicilette può diventare una realtà invidiabile. Come non esserne fieri?
Nei giorni immediatamente succcessivi si leggono però, sempre sui giornali locali, anche altre notizie: nel pomeriggio di mercoledì 30 aprile, poco dopo la rotonda di Via Caldirolo, mamma e figlia vengono investite mentre attraversano la strada, giovedì primo maggio in via Calzolai due motociclisti sbandano rimanendo feriti. La cronaca è sempre piena di questi fatti.
A titolo più personale ricevo, da amici, racconti di spaventi e pericoli vissuti nell’attravesare la città, per spostamenti quotidiani, per recarsi al lavoro, accompagnare i figli a scuola, fare la spesa, fare due pedalate.
Fiab e Caldirolo libera si sono molto attivate per sottolineare l’assenza di piste ciclabili (via Caldirolo dall’incrocio con via della Fornace fino alla rotonda di PortaMare di nuovo in pole position), piste ciclabili che ad un tratto spariscono (come da Barco alla città ) assenza di controlli, troppe auto e troppo veloci.
Esiste una Giornata Mondiale del Ricordo delle Vittime sulla Strada il che fa pensare istintivamente che il problema non è così indifferente.
Allora c’è da chiedersi come mettere insieme queste due anime incoerenti di Ferrara città delle biciclette? È bello sentire il Sindaco che afferma che “Ferrara sta diventando sempre più un esempio virtuoso di mobilità sostenibile non solo in Italia ma anche in tutta Europa”, ma come possiamo spiegare ai cittadini che se sei turista puoi vivere una esperienza culturale e naturalistica dedicata, protetta e sicura, ma se sei un’abitante del comune e scegli di usare la bici per i tanti motivi descritti, rischi la vita?
Questa duplicità si riscontra anche prendendo in considerazione i fondi destinati alle piste ciclabili urbane rispetto alle ciclovie turistiche, per entrambe comunque insufficienti.
Sappiamo che il nuovo Codice della Strada dà più libertà di circolare ai veicoli a motore (che secondo i dati Istat causano il 94% degli incidenti e il 98% dei morti); limita l’uso degli autovelox invece di limitare la velocità, prima causa di collisioni con morti e feriti gravi.
Sappiamo che nel nostro territorio si fanno iniziative encomiabili dedicate alla prevenzione, ma la consapevolezza dei cittadini non risolve la insufficiente realizzazione di aree pedonali, piste e corsie ciclabili, zone a traffico limitato e a basse emissioni, Probabilmente l’azione dei Sindaci è attualmente più limitata, ma proprio per l’orgoglio con cui abbiamo ricevuto la notiza del successo di Ferrara chiediamo al nostro primo cittadino di non desistere ed appianare questi aspetti ambigui e iniqui sull’uso delle biciclette perchè sia un costume quotidiano concreto e lodevole e non solo una medaglia da esibire.
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