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Ancora senza Biciplan, è un’occasione persa. Restituiti anche i fondi

Ferrara ancora senza Biciplan: occasione persa e nessun impegno per il futuro. L’assessore Vita Finzi ha risposto all’interrogazione consiliare del gruppo La Comune di Ferrara sulla mancata realizzazione del Biciplan, uno dei progetti per cui il Comune aveva ricevuto fondi ministeriali. dei 6 interventi previsti, solo quattro sono stati completati: il Biciplan, considerato troppo oneroso in termini di risorse umane, è rimasto sulla carta. I 32.000 euro destinati sono stati restituiti. E’ sconcertante – commenta la consigliera Anna Zonari (La Comune) – che Ferrara, storicamente Città della bicicletta, si affidi ancora a un Bicplan del secolo scorso, senza nemmeno dichiarare di aggiornarlo o riprogrammarlo.

Ferrara resta ancora senza il Biciplan. Progetto accantonato perché oneroso. Zonari: «Sconcertante, l’amministrazione ha restituito 32mila euro di contributo»

Ferrara «La città ancora senza Biciplan: occasione persa e nessun impegno per il futuro».

Ad affermarlo è la consigliera comunale de La Comune di Ferrara Anna Zonari all’indomani della risposta dell’assessore Vita Finzi a una interrogazione del gruppo consiliare sulla mancata realizzazione del piano della mobilità ciclistica, «uno dei progetti per cui il Comune aveva ricevuto fondi ministeriali.

Dei sei interventi previsti ricorda Zonari solo quattro sono stati completati: il Biciplan, considerato troppo oneroso in termini di risorse umane, è rimasto sulla carta. I 32mila euro destinati sono stati restituiti». Secondo la consigliera «è sconcertante che Ferrara, storicamente città della bicicletta, si affidi ancora a un Biciplan del secolo scorso, senza nemmeno dichiarare l’intenzione di aggiornarlo o riprogrammarlo.

Serve una visione aggiornata e concreta, che tenga conto delle mutate esigenze della città e dei cittadini».

La risposta dell’assessore, rimarca Zonari, non chiarisce se e quando si intenda rimediare a questa mancanza, né come si intenda reperire le risorse necessarie: «Un nuovo Biciplan ha un costo certamente superiore ai 32mila euro restituiti al ministero, ma questa non può essere una scusa per non fare nulla. E’ proprio da qui che occorre ripartire: da una chiara volontà politica, da un cronoprogramma e da una strategia di reperimento fondi, anche attraverso canali regionali o Pnrr».

Il gruppo La Comune di Ferrara assicura che continuerà a sollecitare l’amministrazione affinché il tema della mobilità ciclabile sia affrontato con la serietà e la centralità che merita.

Ferrara senza Biciplan. Zonari: “Sconcertante”

La consigliera de La Comune di Ferrara aveva interrogato l’assessore VIta Finzi e ritiene che non ci si possa affidare “a un Biciplan del secolo scorso, senza nemmeno dichiarare l’intenzione di aggiornarlo o riprogrammarlo”

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L’assessore Stefano Vita Finzi Zalman ha risposto all’interrogazione del gruppo consiliare La Comune di Ferrara sulla mancata realizzazione del Biciplan, uno dei progetti per cui il Comune aveva ricevuto fondi ministeriali.

L’assessore spiga he non è stato possibile procedere alla realizzazione “a causa di una temporanea mancanza di risorse organizzative e di personale, necessarie al
coordinamento e alla rendicontazione delle attività”.

Aggiunge però che “il tema della mobilità ciclabile è stato comunque affrontato in modo approfondito all’interno del Pums comunale, e l’amministrazione ha continuato a investire in questo ambito accedendo a fondi regionali e Pnrr, con interventi per l’ampliamento e la valorizzazione della rete ciclabile”.

I 32mila euro destinati al progetto sono dunque stati restituiti.

“È sconcertante – commenta la consigliera Anna Zonari – che Ferrara, storicamente città della bicicletta, si affidi ancora a un Biciplan del secolo scorso, senza nemmeno dichiarare l’intenzione di aggiornarlo o riprogrammarlo. Serve una visione aggiornata e concreta, che tenga conto delle mutate esigenze della città e dei cittadini”.

La risposta dell’assessore non soddisfa la consigliera anche perché non chiarisce se e quando si intenda rimediare a questa mancanza, né come si intenda reperire le risorse necessarie.

“Un nuovo Biciplan – conclude Zonari – ha un costo certamente superiore ai 32.000 euro restituiti al ministero, ma questa non può essere una scusa per non fare nulla. È proprio da qui che occorre ripartire: da una chiara volontà politica, da un cronoprogramma e da una strategia di reperimento fondi, anche attraverso canali regionali o Pnrr”.

Il gruppo La Comune di Ferrara continuerà a sollecitare l’amministrazione affinché il tema della mobilità ciclabile “sia affrontato con la serietà e la centralità che merita”.

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LA NUOVA FERRARA: Ancora tempesta sul carcere dell’Arginone Zonari (La Comune): «Toscani chieda scusa»

Non smette di far discutere il caso della presunta violenza sessuale denunciata da una detenuta transgender, che sarebbe avvenuta nelle celle del carcere dell’Arginone. E’ innanzitutto la consigliera comunale Camilla Mondini (Fdl) a chiarire la propria posizione sui fatti avvenuti:«Mi sono espressa su alcuni commenti pubblici che ho trovato particolarmente spiacevoli in quanto riferiti alla persona che ha denunciato di aver subito violenza sessuale in Carcere. Non ho infatti condiviso certe dichiarazioni nelle quali la presunta violenza veniva sminuita dal fatto che la vittima fosse transessuale o che, forse, svolgesse prestazioni sessuali retribuite. Poi, non essendoci ancora alcuna certezza in ordine a quanto avvenuto, sarà compito dell’Autorità Giudiziaria svolgere le indagini necessarie per stabilire se la denuncia è fondata o meno. Ma in ogni caso, credo che le condizioni, le qualità personali, l’orientamento sessuale °le semplici abitudini della presunta vittima non possono essere argomenti da cui trarre conclusioni». Dopo l’ispezione effettuata all’interno della struttura carceraria, anche della senatrice Ilaria Cucchi (Avs) ribadisce le criticità da lei evidenziate in precedenza, affidando ai social il proprio pensiero: «Quanto avvenuto oltre ad essere gravissimo è la dimostrazione evidente del fallimento totale dello Stato rispetto al sistema carcere. Punto primo: quella donna non doveva trovarsi nel carcere di Ferrara in quanto sprovvisto di un reparto adatto a lei. Punto secondo: la stessa detenuta nei giorni precedenti aveva denunciato la sua preoccupazione per la propria incolumità, denunce cadute nel vuoto.

Il Comune non si preoccupa minimamente di garantire la possibilità di un lavoro all’esterno e quindi di un reinserimento nella società. Rivolgo un appello al sindaco aggiunge la senatrice Cucchi affinché si adoperi in questo senso e magari la smetta di pensare che l’unica soluzione ai problemi dell’Arginone sia la realizzazione di nuovi padiglioni come sostiene anche il Senatore Balboni. Le criticità non si risolvono così». Sulla vicenda torna anche Anna Zonari (capogruppo in Consiglio La Comune) che stigmatizza le parole dell’ex direttrice del carcere dell’Arginone: «Quanto accaduto alla donna transgender detenuta nel carcere dell’Arginone è di una gravità inaudita. Una persona in custodia dello Stato è stata violentata da quattro uomini in una sezione maschile.

A rendere questa vicenda ancora più insopportabile sono le parole pronunciate dall’ex direttrice del carcere, Nicoletta Tosenni. Di fronte alla notizia della violenza, ha dichiarato: “Credo sia andato male il pagamento delle prestazioni”. Una frase gravissima, che tenta di screditare la vittima spostando la responsabilità. Un’affermazione inaccettabile perché pronunciata da chi ha ricoperto un ruolo istituzionale di rilievo. Parole cosl conclude la consigliera Zonari non dicono nulla sulla vittima. Dicono tutto sulla cultura di chi le pronuncia: una cultura tossica, maschilista, che nega la realtà della violenza. Parole indegne, che colpevolizzano, insinuano, sminuiscono. Chi ha avuto responsabilità dirette nella gestione di quella struttura dovrebbe esprimere vergogna, non cinismo. Dovrebbe chiedere scusa, non rilanciare insinuazioni». Infine interviene sul caso ferrarese anche Arcigay nazionale, tramite la segretaria Daniela Lourdes Falanga che condanna il presunto episodio: «Esprimiamo piena solidarietà alla vittima di questa violenza inumana. Quanto accaduto a Ferrara è il sintomo di un sistema carcerario che non riesce a proteggere le persone più vulnerabili».

Diserbo chimico, La Comune chiede una progressiva riduzione

Anna Zonari individua dei “dati interessanti” ma chiede di più al vicesindaco Balboni dopo la risposta inviata all’interrogazione presentata

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Parla di “dati interessanti” La Comune di Ferrara nel commentare la risposta che il vicesindaco Alessandro Balboni ha inviato dopo l’interrogazione presentata.

Tra le cose positive evidenziate “una riduzione progressiva – seppur non lineare – delle ore di diserbo chimico effettuate negli ultimi anni”. Un segnale positivo, “che però va letto nel suo insieme” e infatti notano come anche le ore di diserbo meccanico siano “diminuite di circa 1.000 rispetto al 2021”.

“Questo dato lascia intendere – precisano – che mantenendo costante l’impiego delle tecniche meccaniche si sarebbe potuto ridurre ulteriormente l’uso di sostanze chimiche”.

“Rileviamo con rammarico – aggiungono – che nella risposta non si fa riferimento a un piano strutturato di progressivo superamento del diserbo chimico, come indicato sia nel contratto di servizio tra Comune e Ferrara Tua, sia dalle linee guida regionali. Manca inoltre un approfondimento sui criteri utilizzati per l’impiego selettivo del diserbo chimico e sull’eventuale sperimentazione di alternative meno impattanti”.

Zonari e La Comune tornano a far notare che “la sostanza impiegata – il Flazasulfuron – pur rientrando tra quelle autorizzate dalla Regione Emilia-Romagna, appartiene alla categoria dei Pfas, sostanze persistenti per le quali la comunità scientifica e molte istituzioni stanno sollecitando massima cautela”. “La risposta – aggiungono – non affronta il tema né spiega perché sia stata scelta questa specifica molecola, né se siano stati presi in considerazione principi attivi a minor impatto ambientale”.

“Permangono infine – dicono – alcune mancanze rispetto agli aspetti posti nella nostra interrogazione, in particolare riguardo alla valutazione dei rischi per gli animali domestici e per i gruppi vulnerabili della popolazione, che meritano attenzione e approfondimento”.

Ritengono dunque “doveroso da parte dell’Amministrazione costruire una strategia di diserbo coerente con gli indirizzi regionali e nazionali, fondata su trasparenza, precauzione e progressiva riduzione dell’uso di sostanze chimiche”.

“Il tema della presenza dei Pfas – concludono – nell’ambiente urbano e rurale sarà al centro della discussione anche nella seduta consiliare del 7 luglio, grazie alla mozione proposta dal nostro gruppo La Comune di Ferrara insieme alla civica Anselmo. Sarà un’occasione utile per affrontare con serietà e spirito costruttivo una questione ambientale che ci riguarda tutti”.

LA NUOVA FERRARA: Diserbo chimico, si può fare meglio

Ambiente e sperimentazione per ridurre l’utilizzo dei PFAS

La risposta del vicesindaco Balboni alla nostra interrogazione sull’uso del diserbo chimico a Ferrara conferma alcuni dati interessanti, tra cui una riduzione progressiva seppur non lineare delle ore di diserbo chimico effettuate negli ultimi anni. Si tratta di un segnale positivo, che pert, va letto nel suo insieme: anche le ore di diserbo meccanico sono diminuite di circa 1.000 rispetto al 2021. Questo dato lascia intendere che mantenendo costante l’impiego delle tecniche meccaniche si sarebbe potuto ridurre ulteriormente l’uso di sostanze chimiche. Rileviamo con rammarico che nella risposta non si fa riferimento a un piano strutturato di progressivo superamento del diserbo chimico, come indicato sia nel contratto di servizio tra Comune e Ferrara Tua, sia dalle line guida regionali. Manca inoltre un approfondimento sui criteri utilizzati per l’impiego selettivo del diserbo chimico e sull’eventuale sperimentazione di alternative meno impattanti. La sostanza impiegata Flazasulfuron pur rientrando tra quelle autorizzate dalla Regione Emilia Romagna, appartiene alla categoria dei, sostanze persistenti per le quali la comunità scientifica e molte istituzioni stanno sollecitando massima cautela. La risposta non affronta it tema ne spiega perché sia stata scelta questa specifica molecola, ne se siano stati presi in considerazione principi attivi a minor impatto ambientale. Permangono infine alcune mancanze rispetto agli aspetti posti nella nostra interrogazione, in particolare riguardo alla valutazione dei rischi per gli animali domestici e per i gruppi vulnerabili della popolazione, che meritano attenzione e approfondimento. Riteniamo che sia doveroso da parte dell’Amministrazione costruire

una strategia di diserbo coerente con gli indirizzi regionali e nazionali, fondata su trasparenza, precauzione e progressiva riduzione dell’uso di sostanze chimiche. 11 tema della presenza dei PFAS nell’ambiente urbano e rurale sarà al centro della discussione anche nella seduta consiliare del 7 luglio, grazie alla mozione proposta dal nostro gruppo La Comune di Ferrara insieme alla civica Anselmo. Sara un’occasione utile per affrontare con serietà e spirito costruttivo una questione ambientale che ci riguarda tutti.

Protetto: L’immagine percepita della politica e dei suoi attori a Ferrara

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Protetto: Parole chiave che possono caratterizzarci

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Trans e stupro denunciato. Il caso arriva in Consiglio. E Balboni: “Cucchi show”

Question time della consigliera Anna Zonari sulla presunta violenza in cella. Il senatore (Fd’I) ribatte ad Avs: “Mai detto che in carcere va tutto bene”.

Era solo questione di tempo. Il caso del presunto stupro alla detenuta transgender portato alla luce dal nostro giornale, già oggetto di due interrogazioni parlamentari da parte della senatrice Ilaria Cucchi e della deputata pentastellata Stefania Ascari, è approdato in Consiglio Comunale. Ed è Anna Zonari, capogruppo de La Comune a chiedere lumi con un question time.

Nello specifico, la consigliera di minoranza chiede se “il Comune abbia avuto notizia dei fatti accaduti alla Casa circondariale dell’Arginone e, in caso affermativo, se l’amministrazione intenda attivarsi formalmente al Ministero della Giustizia, il provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria dell’Emilia-Romagna e la Regione, per chiedere l’accertamento delle responsabilità e l’adozione urgente di misure di tutela per le persone transgender detenute”.

In una nota, Zonari stigmatizza anche la presa di posizione dell’ex direttrice del carcere. “A rendere questa vicenda ancora più insopportabile sono le parole pronunciate dall’ex direttrice del carcere, Nicoletta Toscani, che ha ricoperto l’incarico all’Arginone dal 2019 fino al luglio 2024. Di fronte alla notizia della violenza, ha dichiarato: “Credo sia andato male il pagamento delle prestazioni” – riporta Zonari nel documento – . Una frase gravissima, che tenta di screditare la vittima, di insinuare scenari, di spostare la responsabilità. Un’affermazione che rappresenta una forma inaccettabile di vittimizzazione secondaria, tanto più inaccettabile perché pronunciata da chi ha ricoperto un ruolo istituzionale di rilievo”.

Accanto alle parole di Zonari, ci sono quelle altrettanto affilate del senatore di Fratelli d’Italia Alberto Balboni che replica alla collega di opposizione, Cucchi che l’aveva chiamato in causa. “Delle dichiarazioni rilasciate dopo l’ispezione dalla senatrice di Avs Ilaria Cucchi, stupiscono due cose – così Balboni in una nota – . La prima, è che il reato è dato per accertato. Cucchi non parla mai di ’presunto’ stupro, come imporrebbe la presunzione di innocenza ma sposa senza esitazione alcuna la versione accusatrice. Credo sarebbe stato più prudente attendere gli accertamenti in corso prima di sbilanciarsi così apertamente. Faccio notare infatti che l’ex direttrice del carcere ha avanzato più di una perplessità, che mi sento di condividere, non per negare il fatto ma per auspicare che sullo stesso venga fatta piena luce senza dare nulla per scontato. La seconda è che Cucchi mi chiama polemicamente in causa attribuendomi giudizi che non ho mai espresso. Non ho mai detto che nel carcere di Ferrara va tutto bene. Anzi, nel corso della mia ultima visita, ho preso atto delle gravi condizioni in cui versava, e in cui ancora versa, il personale, pesantemente sotto organico e troppo spesso vittima di aggressioni e intimidazioni da parte di detenuti sempre più incontrollabili. Per questo ho sollecitato più volte l’amico sottosegretario Delmastro a prestare la massima attenzione alla carenza di organico del nostro carcere e in effetti, nei limiti del possibile, qualcosa è stato fatto e ancora di più si farà con le nuove assunzioni”. Insomma, chiude Balboni, “la senatrice Cucchi si è prodotta solo in uno show propagandistico contro il governo, che però nulla cambia se non alimentare ulteriormente la colpevolizzazione di coloro che con grande sacrificio dentro il carcere ci lavorano quotidianamente”.