Premesso che:

• Nei giorni scorsi gli organi di stampa hanno riportato la notizia di una gravissima violenza sessuale subita da una donna transgender detenuta presso la Casa circondariale di Ferrara (Arginone), ad opera di quattro uomini anch’essi detenuti;
• La vittima, secondo quanto emerso, era già stata oggetto di minacce e molestie, e aveva più volte chiesto protezione, rimanendo inascoltata;
• Il suo trasferimento in una sezione maschile è avvenuto nonostante il rischio evidente e le richieste della persona stessa, in violazione dei più basilari principi di tutela delle persone detenute in condizione di vulnerabilità;
• Le persone transgender recluse nelle carceri italiane vivono spesso situazioni di grave pericolo e abbandono istituzionale, in assenza di protocolli uniformi e strutture protette adeguate;

Considerato che:

• La sicurezza e la dignità delle persone private della libertà personale sono responsabilità anche delle istituzioni locali, nella misura in cui queste possano contribuire, vigilare, interloquire con le autorità competenti e attivarsi a tutela dei diritti fondamentali;
• Il Sindaco, in quanto autorità sanitaria locale, e il Comune, nell’ambito delle proprie competenze sociali e di promozione dei diritti, possono e devono interfacciarsi con le strutture penitenziarie del territorio e con gli enti preposti (ASL, Prefettura, Regione, Garante dei detenuti);

Interroga il Sindaco e la Giunta per sapere:

• Se il Comune di Ferrara abbia avuto notizia dei fatti accaduti presso la Casa circondariale dell’Arginone e, in caso affermativo, se l’Amministrazione comunale intenda attivarsi formalmente presso il Ministero della Giustizia, il Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria dell’Emilia-Romagna e la Regione, per chiedere l’accertamento delle responsabilità e l’adozione urgente di misure di tutela per le persone transgender detenute.