Presentazione e intervento su OdG Condanna genocidio in Palestina del 7-7-2025
Presentazione
Intervento
Testo
LA COMUNE DI FERRARA CONDANNA LE VIOLAZIONI DEL DIRITTO
INTERNAZIONALE DA PARTE DELLO STATO DI ISRAELE
Condannare le azioni dello Stato di Israele non significa essere antisemiti.
L’antisemitismo, cioè l’odio verso le persone ebree in quanto tali, è un crimine da
combattere con assoluta fermezza ovunque si manifesti. Ma criticare le politiche di
un governo, o denunciare le violazioni del diritto internazionale compiute da uno
Stato, non equivale ad alimentare odio etnico o religioso.
Equiparare l’antisionismo o la condanna dell’occupazione israeliana
all’antisemitismo è una distorsione pericolosa e spesso strumentale, che finisce per
svuotare entrambi i concetti del loro significato reale.
Non tutte le persone ebree si riconoscono nel sionismo. Anzi, molti ebrei nel
mondo, in Israele e nella diaspora, sono in prima linea nel denunciare le violazioni
commesse contro il popolo palestinese.
Confondere questi piani non solo ostacola il dibattito, ma impedisce anche di
affrontare seriamente sia l’antisemitismo che la giustizia per la Palestina.
Chi difende i diritti del popolo palestinese oggi in questa aula, come in molte piazze
di tutto il mondo, come il prossimo mercoledì alle 21.00 in piazza della Cattedrale,
lo fa nel nome della dignità umana e a difesa del diritto internazionale.
Le voci critiche che si levano da mesi sono anche quelle di tante e tanti ebrei,
dentro e fuori Israele: Breaking the Silence, Jewish Voice for Peace, IfNotNow,
Independent Jewish Voices, Neturei Karta, Jewish Anti-Zionist Network,
Diaspora Alliance, Jewish Currents rappresentano una parte viva e crescente
della comunità ebraica internazionale che si oppone apertamente al sionismo,
all’occupazione e al genocidio in corso a Gaza.
A Gaza assistiamo a un’operazione sistematica di annientamento. La relatrice
ONU Francesca Albanese ha parlato di “una delle campagne genocidarie più
cruente della storia moderna”. Amnesty International denuncia l’uso della fame
come arma: centinaia di camion carichi di beni essenziali sono bloccati da mesi
ai valichi, mentre solo pochi convogli, autorizzati da Israele, riescono a entrare,
portando razioni insufficienti anche solo alla sopravvivenza.
A questa barbarie si aggiunge la distruzione sistematica del sistema sanitario.
Ospedali bombardati, reparti pediatrici sotto assedio, incubatrici spente per
mancanza di elettricità. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito
l’ospedale Nasser “una gigantesca sala traumi”. Più di 700 operatori sanitari
sono stati uccisi, e molte strutture non sono più operative. A Rafah, medici e
paramedici sono stati sepolti in fosse comuni.
Mi chiedo spesso quali fonti informative leggano coloro che difendono
acriticamente lo Stato di Israele, ignorando testimonianze dirette, organizzazioni
internazionali indipendenti per i diritti umani come Human Rights Watch, Medici
Senza Frontiere, la Croce Rossa Internazionale, Save the Children, la
Federazione Internazionale per i Diritti Umani (FIDH) .. Non si tratta di opinioni,
ma di prove, rapporti, testimonianze dirette raccolte sul campo da osservatori
indipendenti e credibili. Ignorarle, oggi, significa voltarsi da un’altra parte e, di
fatto, essere complici.
Secondo un’inchiesta del noto quotidiano israeliano Haaretz, che ha raccolto
testimonianze dirette di generali e riservisti, i soldati e gli ufficiali delle Forze
di Difesa Israeliane hanno ricevuto ordini di sparare su civili disarmati in
attesa degli aiuti, provocando 549 morti e oltre 4.000 feriti in un solo mese. I
testimoni parlano di un “campo di sterminio” creato ad arte, dove si spara persino
prima che i convogli vengano aperti.
A questo si aggiungono altre rivelazioni di Haaretz, secondo cui alcuni soldati
ammettono di aver praticato veri e propri “tiri al bersaglio” su civili, colpiti
intenzionalmente un giorno tutti alle gambe, un altro giorno tutti alla schiena, un
altro ancora colpiti a collo e testa. Tiri al bersaglio, come fosse un gioco, senza più
una traccia di umanità… Queste testimonianze, raccolte anche da Breaking the
Silence, un’organizzazione israeliana fondata da ex soldati dell’esercito
israeliano, coincidono con i racconti dei medici che operano negli ospedali
sotto assedio.
Capiamo di trovarci di fronte a qualcosa di abominevole? Di innominabile?
Ignorare queste fonti equivale a censurare la realtà, ostacolare ogni confronto
pubblico e alimentare l’impunità.
Prima di concludere, ancora una domanda, forse la più scomoda e scabrosa
per chi, come noi, abita in Europa dove le democrazie sono nate sulla base
del diritto e del diritto internazionale: Perché i governi occidentali tacciono?
Le ragioni sono molteplici, e tristemente note:
– Complicità strategica: Israele è alleato militare e tecnologico di molti paesi
NATO, con una delle industrie belliche più potenti al mondo;
– Il peso delle lobby: in diversi Stati, la pressione di gruppi economici organizzati
impedisce critiche aperte al governo israeliano;
– Il trauma dell’Olocausto …. ma la memoria non può giustificare nuovi orrori,
anzi, al contrario dovrebbe servire a che non accadano più.
Ferrara, come comunità e come istituzione, deve far sentire la propria voce.
Restare in silenzio, oggi, non è neutralità. È complicità.