Skip to main content

La Comune di Ferrara | Femminile, Plurale, Partecipata

28 Luglio 2025

La Comune di Ferrara – su Delibera di Consiglio Comunale 2025-115 del 21/07/2025 AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO PUBBLICO DI RACCOLTA RIFIUTI, SPAZZAMENTO E IGIENE URBANA NELL’AMBITO TERRITORIALE DEL COMUNE DI FERRARA MEDIANTE PROCEDURA AD EVIDENZA PUBBLICA.

1. Il metodo
La Comune di Ferrara, fin dalla sua nascita, sostiene con convinzione le richieste dei comitati che da anni domandano l’apertura di un confronto autentico, pubblico e approfondito sul futuro della gestione dei rifiuti.
Per mesi abbiamo sollecitato l’Amministrazione a prendere seriamente in considerazione l’alternativa della gestione pubblica e a promuovere un dibattito trasparente tra i possibili scenari: procedere con una gara d’appalto o optare per una gestione in house?
Solo pochi giorni fa, la Segreteria Generale del Comune ha dichiarato ammissibile la petizione promossa dal Forum Ferrara Partecipata e dalla Rete Giustizia Climatica, che chiede l’avvio di un vero processo partecipativo per orientare questa scelta strategica. Un’ammissione che oggi suona come una beffa.
Sette giorni fa, con una mossa dell’ultimo minuto, è stata convocata in fretta e furia una commissione, sostituendo senza spiegazioni una seduta che avrebbe dovuto trattare tutt’altro tema, a una sola settimana dal voto. Ci ritroviamo oggi con una delibera già firmata e con tutto, di fatto, già deciso. Il passaggio in Consiglio appare così una mera formalità da sbrigare prima delle ferie, un blitz estivo che svuota di senso il ruolo dei consiglieri e ignora completamente le richieste di coinvolgimento arrivate da comitati, associazioni, cittadini.
In appena sette giorni si liquida una decisione destinata a incidere per i prossimi 15 o 20 anni sulla gestione dei rifiuti in città, dopo che la concessione ad Hera è scaduta da ben sette anni! Una forzatura grave, che solleva interrogativi sul rispetto del confronto democratico e sulla reale volontà di coinvolgere i territori.
Questo modo di procedere è profondamente sbagliato. Il servizio rifiuti non è una questione tecnica qualunque, ma una delle grandi sfide del nostro tempo.
Parlare di rifiuti oggi significa parlare anche di mutazione climatica. Il settore è responsabile del 20% delle emissioni globali di metano causate dall’uomo: è il terzo comparto più inquinante dopo l’agricoltura e l’industria fossile. Ridurre il metano è tra le strategie più efficaci per rallentare il riscaldamento globale nei prossimi due decenni. E ciò passa anche da politiche locali: riduzione dei rifiuti, riuso, riciclo di qualità.

2. Il merito
La scelta proposta con questa delibera nasce da un’impostazione sbilanciata, che confonde i piani e distorce il dibattito. L’oggetto della delibera dovrebbe essere chiaro: come vogliamo gestire questo servizio pubblico essenziale? Attraverso una gara rivolta a operatori privati, o con una gestione pubblica, sotto il controllo delle istituzioni e della cittadinanza?
Questo è il vero nodo politico. Ma la delibera lo elude, riducendo il tutto a una valutazione economica su un solo modello, quello del “porta a porta spinto”, attribuendogli costi e criticità tali da delegittimare in partenza ogni ipotesi di gestione pubblica.
Lo studio di fattibilità commissionato all’Università di Ferrara, pur interessante in alcuni passaggi, presenta limiti evidenti. È uno studio puramente economicista, che non considera gli obiettivi ambientali, né valuta gli effetti sistemici di una gestione in house.
Ad esempio, non menziona esplicitamente che la “remunerazione del capitale”, un profitto garantito al gestore privato, non esisterebbe in una gestione pubblica. Hera percepisce da ciò 700.000 euro l’anno, che in 15 anni ammonterebbero a oltre 10 milioni di euro: un costo ben superiore ai 4-5 milioni necessari per la ripubblicizzazione.

3. Gli obiettivi
Quali sono gli obiettivi da perseguire in una gestione dei rifiuti?
Anzitutto, ridurre la quantità di rifiuti prodotti. Invece, il dato esibito come simbolo di efficienza, l’87% di raccolta differenziata, è fuorviante, se preso da solo. La qualità della differenziata è bassa: circa il 30% del materiale raccolto risulta scarto, e quindi viene avviato allo smaltimento. Il risultato? Ferrara è solo al 5° posto tra i capoluoghi dell’Emilia-Romagna per minore quantità di rifiuti smaltiti.
Altro obiettivo essenziale: ridurre i costi in bolletta. Più di un mese fa abbiamo chiesto il dato medio della tariffa rifiuti pagata da una famiglia ferrarese. Ancora non ci è stato fornito, perché necessitava di un calcolo. Eppure si continua a ripetere, anche in questa delibera, che il sistema proposto farà risparmiare le famiglie. Ma su quale base, se il dato non è nemmeno accessibile ai consiglieri ed evidentemente nemmeno all’Amministrazione?
Secondo l’ultimo rapporto di Cittadinanzattiva, Ferrara è il secondo capoluogo più caro dell’Emilia-Romagna, con un aumento del 7% in un solo anno. Ma ai cittadini non viene spiegato il perché.
Noi crediamo che una gestione pubblica e partecipata sia più adatta a perseguire obiettivi ambientali e sociali. La gestione privata, per quanto conforme alle norme, risponde a logiche differenti, in quanto per natura orientata al profitto.
Ci chiediamo infine: ha senso parlare di concorrenza quando la scelta tra gestori privati si riduce a Hera e Iren, due colossi industriali quotati in borsa che operano a livello nazionale? È davvero competizione, o un monopolio di fatto?
Il voto favorevole di oggi è un assenso a una struttura oligopolistica che rafforza la dipendenza del pubblico dal privato. Una visione che non ci appartiene e da cui prendiamo le distanze.

Per tutte queste ragioni, siamo convintamente contrari a questa delibera, che non tutela l’interesse pubblico, non garantisce trasparenza e manca di una visione ambientale e sociale autentica.