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La Comune di Ferrara | Femminile, Plurale, Partecipata

Romeo Farinella | 15 Mag 2024

FERRARA E LA MOBILITÀ SOSTENIBILE: APPUNTI PER UN’AGENDA DI GOVERNO

Ferrara è uno dei luoghi più inquinati d’Italia per quanto riguarda le polveri sottili e il biossido d’azoto. Le cause sono molteplici, e riguardano la forte industrializzazione, la diffusa urbanizzazione e le forme di mobilità, le caratteristiche geomorfologiche del territorio.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ritiene che a livello globale l’inquinamento dell’aria sia una delle maggiori cause di decessi prematuri causati da problemi respiratori o cardiocircolatori. Il problema deve essere affrontato su più fronti ma una delle risposte ineludibili, se ci si colloca nella prospettiva dell’Agenda 2030 dell’ONU, è legata al potenziamento della ‘mobilità sostenibile’. Il principio basilare di questo modello si basa sull’inversione di una gerarchia che vede oggi, in ordine di importanza, l’auto, la bicicletta e infine il pedone. Questa gerarchia va ribaltata.

Da un punto di vista ambientale, se vogliamo raggiungere l’obiettivo della decarbonizzazione entro il 2050, dovremo investire su una mobilità urbana a zero emissioni. Si tratta di una priorità locale e globale, che non si affronta con misure tampone ma con la capacità di visione a lungo termine, fondata sulla conoscenza e consapevolezza della gravità dei problemi.

In un processo orientato verso la transizione ecologica, la mobilità è uno degli aspetti strutturali della sostenibilità. Il problema non è solo energetico (veicoli elettrici, idrogeno verde ecc.) ma riguarda anche l’organizzazione delle nostre città. Il PUMS di Ferrara prevede che la città dentro le Mura sia trasformata in Zona a Traffico Limitato (ZTL), ma oggi alcuni assi storici sono di attraversamento territoriale e non solo di distribuzione urbana (es. Corso Isonzo, via XX Settembre, asse Giovecca-Cavour, via Carlo Mayr) e potrebbero essere trasformati subito in zone 30 e ZTL, aumentando le pedonalizzazioni nelle aree storiche e facendole convivere con la mobilità pubblica e ciclabile. Un ragionamento analogo va fatto in tutte le frazioni: pensiamo, ad esempio, alla situazione di Pontelagoscuro e Barco, dove le strade interne sono diventate strade di scorrimento urbano perché non ci sono i semafori, come su Via Padova.

Colpisce la totale mancanza di riflessioni sulle potenzialità e sul futuro di un trasporto pubblico integrato con quello ciclabile. Le dichiarazioni di principio non mancano: manca la prospettiva di pratiche concrete. Il dibattito sul tram è totalmente assente a Ferrara: ma alcuni assi strategici tramviari potrebbero collegare centro e periferia, i parcheggi scambiatori all’inizio delle vie di accesso alla città e il centro storico. Nonostante si tratti di un processo lungo e oneroso, bisogna innanzitutto convincere i ferraresi dell’opportunità di orientarsi su questo tipo di mobilità anche per gli spostamenti interni alla città: per questo vanno urgentemente aperti dei tavoli di confronto con tutte le istanze cittadine.

Ferrara e Bologna sono un potenziale corridoio strategico metropolitano, ma tale potenzialità non è riconosciuta in nessun documento strategico, o se riconosciuta è dormiente. Se Bologna e Ferrara (ma anche l’asse Ferrara-Bologna-Modena) costituissero un corridoio metropolitano bisognerebbe investire in sistemi di trasporto come le RER parigine, autonome rispetto alla rete ferroviaria, e come stanno facendo in Inghilterra con il collegamento Oxford-Milton Keynes-Cambridge, incentrato sulla mobilità pubblica e in grado di mettere in relazione anche le numerose start-up sorte su questo asse. Questo assocerebbe il movimento tra le due città al trasporto pubblico urbano continuo, giornaliero e serale, lavorando sulla tariffazione unica, a cui associare anche i parcheggi scambiatori. 

Per quanto riguarda il trasporto delle merci, un discorso serio e strutturale andrebbe fatto su logistica e intermodalità, incentrato sul trasporto su rotaia e sulle modalità sostenibili di consegna dentro le città. 

Il dibattito sulla mobilità sostenibile attraversa il nostro paese da decenni. Oggi tutto viene dichiarato green ma le pratiche reali lo sconfessano: tuttavia, questo non significa che non si debba continuare a sollecitare chi governa i territori, coinvolgendo i cittadini nei processi decisionali e non solo per ascoltare il loro parere a cose fatte.

Romeo Farinella
Professore di Urbanistica dell’Università degli Studi di Ferrara

Candidato per la lista de La Comune