Interpellanza su modalità e risultati della procedura di co-programmazione dei Piani di Zona 2025
martedì 09.09.2025
Oggetto: Interpellanza su modalità e risultati della procedura di co-programmazione dei Piani di Zona 2025
Premesso che:
- la Legge 328/2000 ha introdotto i Piani di Zona come strumenti fondamentali per integrare e coordinare le politiche sociali, favorendo la partecipazione degli enti del terzo settore;
- il Codice del Terzo Settore (D.lgs. 117/2017), in particolare gli articoli 55 e 56, ha ridefinito i rapporti tra Pubblica Amministrazione ed enti di terzo settore, introducendo le procedure di co-programmazione e co-progettazione come strumenti di amministrazione condivisa, non più intesi come mera esternalizzazione di servizi ma come forme di collaborazione paritaria, volte a valorizzare il patrimonio di competenze ed esperienze degli enti stessi;
- tali norme esplicitano lo sfondo valoriale che ispira il legislatore: una concezione di partecipazione fondata sul principio costituzionale di sussidiarietà, sull’uguaglianza sostanziale tra istituzioni e società civile organizzata, e sull’obiettivo di rendere le politiche sociali più efficaci, inclusive e radicate nei bisogni reali delle comunità;
- la sentenza della Corte Costituzionale n. 131/2020 ha confermato questo approccio, qualificando la co-programmazione e la co-progettazione come “strumenti ordinari” di relazione tra Pubblica Amministrazione e Terzo Settore e non come eccezioni facoltative;
Ricordato che:
- il processo di co-programmazione e co-progettazione, come delineato dal legislatore e ribadito dalla Corte Costituzionale, presuppone la partecipazione attiva e paritaria dei soggetti del terzo settore sin dalla fase preliminare di analisi e lettura condivisa dei bisogni sociali, che costituisce la base per definire le priorità di intervento;
Considerato che:
- in data 18 luglio 2025 ha avviato la procedura di co-programmazione nell’ambito dei Piani di Zona 2025, pubblicando l’avviso pubblico sul sito e il termine per la domanda è stato fissato solo 10 giorni dopo (28 luglio);
- la procedura si è svolta attraverso un Google form strutturato come formulario di progetto, senza una preliminare analisi condivisa dei bisogni e senza adeguati spazi di confronto;
- il percorso partecipativo è stato ridotto ad un incontro online di quattro ore, in data 30 luglio, con un’ora di plenaria e un’ora di tavoli tematici, senza facilitazioni, né possibilità di costruire sinergie tra gli enti di terzo settore e tra questi e la Pubblica Amministrazione;
- la scelta di ridurre tale fase ad un periodo così limitato e ad una mera raccolta di schede progettuali, con un unico incontro, peraltro online, ha di fatto escluso la possibilità di un reale confronto, privando il percorso del suo significato sostanziale e svuotando la procedura del valore di strumento ordinario di amministrazione condivisa;
- gli esiti sono stati comunicati ai partecipanti con una semplice tabella di progetti finanziati e non finanziati, senza alcun report di sintesi, criteri di valutazione, motivazioni o priorità programmatiche;
- diversi enti hanno denunciato l’assenza di un reale processo di ascolto e di partecipazione, rilevando come le richieste di percorsi di confronto e di rete siano state ignorate.
Tutto ciò premesso, ricordato, considerato,
si interroga la Giunta e l’Assessora competente per sapere:
- Per quale motivo l’Amministrazione non abbia rispettato lo spirito e i principi di cui agli articoli 55 e 56 del Codice del Terzo Settore, riducendo la co-programmazione a una raccolta di brevi schede, senza reale analisi dei bisogni e confronto strutturato;
- Se l’Amministrazione ritenga compatibili le modalità adottate (formulari, incontro online limitato, mancanza di strumenti di facilitazione, tempi ridotti per tutto il processo definito “partecipativo”) con il modello di amministrazione condivisa voluto dal legislatore e ribadito dalla Corte Costituzionale;
- Quali iniziative intenda assumere per garantire, in futuro, che i processi di co-programmazione e co-progettazione siano realmente partecipativi, inclusivi, trasparenti ed efficaci, valorizzando il ruolo degli enti di terzo settore come soggetti attivi e non meri esecutori di servizi.