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LA COMUNE DI FERRARA SUL RENDICONTO ECONOMICO 2024 Se i conti del Comune andavano così bene, perché hanno aumentato le tasse?
Se i conti del Comune andavano così bene, perché hanno aumentato le tasse?
Il Rendiconto di gestione del Comune è stato approvato nella seduta del Consiglio comunale del 28 aprile. E’ un documento contabile articolato e strutturato, di non facile ed immediata comprensione, importante per verificare la trasparenza e la correttezza delle entrate e della spesa pubblica nel Comune, anche in rapporto ai dati del bilancio di previsione.
VALUTAZIONE QUANTITATIVA E QUALITATIVA DEL RENDICONTO, CRITERI DI ANALISI
La verifica sul Rendiconto di un Comune non dovrebbe limitarsi solo “all’aspetto formale QUANTITATIVO”, ma essere estesa anche “all’aspetto QUALITATIVO” delle entrate e delle spese, e cioè sulla qualità delle scelte politiche di un’Amministrazione.
Altresì, si dovrebbe anche esaminare il rendiconto non di un solo anno, ma comparare più esercizi, per capire il trend e il dato tendenziale a medio lungo termine.
E’ adottando questa chiave di lettura del Rendiconto che ci accorgiamo che ci sono dati, numeri che necessiterebbero di una riflessione e di approfondimenti.
RENDICONTO E NUMERI “OPACHI”
– Ci è stato detto che il Rendiconto 2024 si è chiuso con un utile di €mil 2,7 a fronte di una perdita di €mil 2,8/2023; ma anche nel 2024 l’anno si sarebbe chiuso in perdita se non ci fossero stati proventi straordinari per €mil 3,7 (proventi straordinari e quindi per loro natura non prevedibili e difficilmente ripetibili), oltre a maggiori proventi dalle Società Partecipate e Controllate per €mil 3,8 contro i €mil 1,6 del 2023.
Perchè questo importante drenaggio di fondi dalle partecipate? Operazioni del genere possono essere viste come un segnale della necessità di riequilibrare le finanze del Comune. Si tratta di fondi che avrebbero potuto essere utilizzati nelle società partecipate per diminuire il costo dei servizi o migliorare le prestazioni, piuttosto che per chiudere buchi in un bilancio dove evidentemente le spese non erano coperte dalle entrate ordinarie.
IL DEBITO E’ IN AUMENTO
– Ci è sempre stato detto in questi anni che il debito del Comune è in diminuzione; in realtà il debito complessivo a medio lungo termine, è in crescita dai 71 milioni di euro del 2023 ai 74 milioni di euro del 2024. Aggiungiamo, in questo contesto, che le disponibilità liquide nel 2024 diminuiscono sensibilmente di circa 15,8 milioni di euro.
SCELTE POLITICHE SBAGLIATE
– Nella relazione della Giunta c’e’ una tabella di confronto 2022/2024 delle spese correnti per missione. Colpisce la diminuzione nell’impegno di spesa per alcune missioni importanti, tra tutte “trasporti e diritto alla mobilità’” da €mil 12/2022 a €mil 10/2024 o “i diritti sociali, politiche sociali e famiglia” che nel 2024 diminuiscono di €mil 2 rispetto al 2023 o ancora le “spese per lo sviluppo economico e competitivita’ che passano da €mil 2,1/2023 a €mil 1,7/2024;
PERCHE’ CI SONO SEMPRE E SENSIBILI DIFFERENZE TRA PREVISIONI E RISCOSSO/PAGATO?
– Le forti discrepanze tra le previsioni iniziali e i risultati effettivi di entrate e spese del bilancio comunale sollevano dubbi sulla affidabilità dei processi di previsione e programmazione. Esempi significativi includono minori riscossioni per imposte e tasse (-9 milioni di euro, 17%), entrate extratributarie (-5 milioni di euro, 28%) e entrate in conto capitale (-11 milioni di euro, 85%). Queste differenze significative, sia in valore assoluto sia in percentuale, suggeriscono potenziali errori di previsione o difficoltà nella gestione finanziaria, che potrebbero portare a problemi di bilancio, deficit, aumento del debito o tagli a investimenti e servizi. Un altro segnale delle difficoltà incontrate nella previsione e programmazione finanziaria si può rilevare nel elevato numero di variazioni di bilancio nel 2024 (ben 25).
LA GESTIONE DEI RESIDUI E’ CREDIBILE?
I “residui attivi” rappresentano crediti del Comune verso terzi per entrate accertate ma non ancora riscosse. I residui passivi rappresentano impegni di spesa assunti dall’ente ma non ancora materialmente pagati. L’elevato importo dei residui e la loro gestione fatta dal Comune genera perplessità e incertezze.
Per fare degli esempi nella tabella dei residui attivi competenza 2024 gli incassi di 161 milioni di euro sono solo il 70% dei 231 milioni di euro accertati. Più di 70 milioni di crediti maturati e non incassati nel 2024.
Di questi nella tabella di “anzianità dei residui attivi ” sono evidenziati residui attivi per ben 8,7 milioni di euro per il 2019 e anni precedenti. Ci chiediamo quanto e’ credibile la loro esigibilita’ e la loro possibilita’ di riscossione.
Un dato particolarmente eclatante riguarda la situazione dei residui per proventi da sanzioni per violazione del codice della strada.
E’ incomprensibile in un comune come Ferrara avere residui attivi per contravvenzioni non riscosse, a fine 2024, per quasi 10 milioni, di cui circa 3 milioni di competenza di anni prima del 2019, con proventi incassati nel 2024 di solo € 10.789! Da notare il tasso di riscossione negli anni del Covid inferiore al 4% , che non si giustifica con la minor circolazione nei periodi di blocco del traffico.
Per questi crediti o si attua una politica seria di recupero e si incassano o si cancellano.
E‘ chiaro che una valutazione ed una gestione errata dei residui attivi (crediti da riscuotere) e dei residui passivi (spese da pagare), pone dei dubbi sull’affidabilità del bilancio, e potrebbe comportare per il comune problemi di liquidità ed in generale di criticità nella gestione economica. Ma c’è un altro punto eclatante: nell’allegato dei residui attivi e passivi – canoni da aree utilizzate per impianti di telefonia – ci sono residui attivi del 2023 di € 103.000 – e cioè crediti contabilizzati ma non incassati in tutto l’anno 2024 – e questo significa che le societa’ di telefonia non stanno pagando quanto dovuto per l’affitto delle aree pubbliche dove hanno installato le stazioni radio base.
Dobbiamo dedurre che a Ferrara questa amministrazione prima non riesca ad impedire che le società di telefonia installino i loro piloni per le stazioni radio base deturpando il paesaggio del parco delle Mura e poi che queste neppure paghino il canone richiesto ?
PNRR E LA NOSTRA RICHIESTA DI UNA DISCUSSIONE IN COMMISSIONE
Nella commissione del 17 aprile avevamo chiesto maggiori informazioni in merito agli investimenti del PNRR a Ferrara e alle spese che il Comune ha supportato per i vari progetti del PNRR.
Pensiamo che il rendiconto avrebbe dovuto dettagliare queste spese, soprattutto alla luce della nota della Corte dei Conti in merito a possibili criticità sullo stato avanzamento dei lavori ed il rischio che alcuni progetti non siano completati nei tempi previsti pena la perdita dei pagamenti delle rate previste. La Nota della Corte dei Conti evidenzia 6 progetti con criticità, tra cui la Scuola Manzoni, progetti dove il Comune, per primo, ha segnalato criticità, tra possibili modifiche contrattuali, perizie in corso, possibili aumento dei costi complessivi e conseguentemente della quota a carico del Comune, e problemi sulle tempistiche.
Ci si augura tutti che siano punti risolvibili, ma da qui a dire che non c’è niente su cui discutere ci sembra non corretto.
Quanto alla disponibilità dei dati sul sito e sui documenti contabili del Comune, le informazioni e gli approfondimenti che abbiamo chiesto, semplicemente non ci sono.
NOTA DELL’ORGANO DI REVISIONE DEL RENDICONTO
A indurre a pensare che qualcosa non va bene, quanto meno a livello informativo, è sufficiente leggere la nota dei Revisori al Rendiconto 2024 del Comune.
Leggiamo a pagina 34 alla voce “PNRR e PNC”: “L’Organo di Revisione si riserva di effettuare le opportune verifiche secondo un calendario da definire.”
In altre parole il collegio dei revisori dei conti non si esprime sul rendiconto delle operazioni del PNRR e PNC (Piano Nazionale Complementare). Sono operazioni importanti per il nostro Comune di grande impatto sui conti pubblici, visto che il Comune aveva intercettato fondi per circa 100 milioni di euro.
Significa che anche all’organo di revisione, come a noi, non sono state fornite tutte le informazioni necessarie a dare un giudizio? Ci sono incertezze sull’utilizzo dei fondi, o dei possibili ritardi nel completamento degli investimenti e quindi c’è il rischio di non avere tutti i fondi?
Non lo sappiamo. Il silenzio dell’organo di controllo sulla voce PNRR e PNC nel rendiconto comunale solleva pesanti interrogativi. Pensiamo che il collegio dei revisori, prima dell’approvazione in consiglio comunale, avrebbe dovuto analizzare e fornire un parere specifico sulla gestione e la rendicontazione dei fondi PNRR, data la loro importanza e la necessità di garantire trasparenza e corretta utilizzazione.
Qui sotto l’intervento integrale di Anna Zonari al Consiglio Comunale del 28/04/2025

“Eventi Darsena, servono limiti per il rumore”
La consigliera comunale Anna Zonari (gruppo ’La Comune’ del Consiglio comunale) ha interpellato il sindaco Alan Fabbri e l’assessore competente…
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La consigliera comunale Anna Zonari (gruppo ’La Comune’ del Consiglio comunale) ha interpellato il sindaco Alan Fabbri e l’assessore competente sul piano del rumore, gli eventi e le misure a tutela dei cittadini. “Se ritiene sui problemi di inquinamento acustico nella città di Ferrara sia rispettato l’obbligo di coinvolgere il pubblico nelle decisioni relative all’autorizzazione di attività che possono avere effetti significativi sull’ambiente – le domande contenute nell’interpellanza –. Se ritiene che il Piano del Rumore, approvato dalla Giunta solo otto giorni dopo l’affidamento alla Airis a predisporlo, contenga una classificazione acustica rispondente all’attuale situazione; quando, quanti e quali rilievi fonometrici sono stati effettuati per verificare e aggiornare la mappatura acustica dell’agglomerato di Ferrara alle condizioni reali e attuali del territorio; che limiti di orario, durata massima e massimo rumore verranno fissati in deroga per le manifestazioni ( musicali e non) che si svolgeranno in aree come la Darsena, piazza Trento Trieste, piazza Ariostea e altre dove i residenti hanno lamentato in precedenti esperienze il disturbo del riposo”.

Eventi: no alle minacce, ma chiarire su piano acustico e deroghe
La Comune di Ferrara interroga il sindaco: otto punti per fare luce su partecipazione, mappatura del rumore e misure di tutela nelle aree più sensibili della città
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La Comune di Ferrara esprime la più ferma condanna nei confronti della recente lettera minatoria indirizzata al Comune nella persona del Sindaco in relazione al rumore e al disturbo del riposo causati dai concerti. Ogni forma di intimidazione e minaccia è inaccettabile e non rappresenta in alcun modo un modo civile e costruttivo per affrontare le problematiche.
Pensiamo inoltre che lo stile mafioso di queste minacce possa allontanare l’amministrazione cittadina dall’ascolto delle giuste preoccupazioni e istanze che attraverso la stampa e i canali istituzionali sono arrivate in merito all’inquinamento acustico derivato dal traffico, dalla cosiddetta movida notturna e da eventi o concerti.
Pensiamo che l’applicazione delle norme, un dialogo costruttivo e il confronto civile siano gli strumenti per raggiungere soluzioni condivise e sostenibili per il benessere di tutta la comunità.
Negli ultimi anni molte sono state le preoccupazioni dei cittadini relative all’inquinamento acustico e al disturbo del riposo, problematiche che vanno prese seriamente e che richiedono un approccio strutturato e condiviso che richiede, ma va anche oltre, l’applicazione delle norme vigenti in merito.
E’ evidente la necessità di trovare un equilibrio tra il diritto al riposo dei cittadini e la vivacità culturale e di intrattenimento che anima la nostra città, inclusi gli eventi musicali.
In riferimento alle problematiche relative all’inquinamento acustico nella città di Ferrara, in considerazione della necessità di tutelare la salute e il benessere dei cittadini, abbiamo chiesto chiarimenti urgenti al Sindaco o agli Assessori competenti in merito ai seguenti punti:
- Coinvolgimento del pubblico nelle decisioni ambientali: Si chiede all’amministrazione comunale se ritenga che, nella procedura di autorizzazione di attività che possono avere effetti significativi sull’ambiente, come grandi concerti e manifestazioni sul suolo pubblico, sia stato pienamente rispettato l’obbligo di coinvolgere il pubblico, come previsto dal Titolo VII della Parte II del Decreto Legislativo n. 152/2006 (Testo Unico Ambientale).
- Validità del cosiddetto Piano del Rumore: Si interroga l’amministrazione comunale sulla rispondenza all’attuale situazione della classificazione acustica contenuta nel Piano del Rumore, approvato dalla Giunta a soli otto giorni dall’affidamento dell’incarico per la sua predisposizione alla ditta che l’ha redatto.
- Rilievi fonometrici e mappatura acustica: Si chiede di conoscere quando, quanti e quali rilievi fonometrici siano stati effettuati per verificare e aggiornare la mappatura acustica dell’agglomerato di Ferrara alle condizioni reali e attuali del territorio.
- Interventi per la mitigazione del rumore stradale: Si sollecitano informazioni dettagliate sugli interventi per la mitigazione del rumore stradale nel centro urbano di Ferrara che sono effettivamente programmati per gli anni 2025 e 2026.
- Limiti per le manifestazioni nel 2025: Si chiede quali limiti di orario, durata massima e massimo rumore verranno fissati in deroga per le manifestazioni (musicali e non) che si svolgeranno nel 2025 in aree sensibili come la Darsena, piazza Trento Trieste, piazza Ariostea e altre zone dove i residenti hanno precedentemente lamentato disturbo del riposo.
- Controlli durante le manifestazioni: Si richiede di conoscere quali controlli vengano effettivamente effettuati affinché, durante manifestazioni e spettacoli, il suono nell’area e, in particolare, il suono percepito nelle abitazioni, rispetti i limiti di intensità e orario fissati in deroga.
- Esposizione del pubblico al rumore: Si chiede quali controlli verranno attuati per garantire che il pubblico presente alle manifestazioni e/o ai concerti non sia esposto a livelli di rumore superiori a 108 dB(A) LAsmax, come definito dalla DGR 1197 del 2020.
- Rispetto dei limiti per grandi eventi: Si chiede quali controlli verranno effettuati affinché, nei casi di manifestazioni con grande affluenza di pubblico e/o di lunga durata, siano rispettati i limiti orari e di facciata definiti dalla DGR 1197 del 2020.
Gruppo consiliare La Comune di Ferrara

Grandi eventi e rumore, gli 8 dubbi de ‘La Comune’ sull’inquinamento acustico
Il gruppo interpella l’amministrazione circa gli impatti delle manifestazioni in città
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Condanna nei confronti della lettera minatoria al sindaco. Ma anche richieste in merito all’inquinamento acustico in città. Il gruppo ‘La Comune’ ha, infatti, presentato un’interpellanza in cui evidenzia le preoccupazioni circa il ‘rumore’ creato dagli eventi organizzati in città. E nel documento si contano otto punti.
Coinvolgimento del pubblico
“Si chiede all’amministrazione comunale se ritenga che, nella procedura di autorizzazione di attività che possono avere effetti significativi sull’ambiente, come grandi concerti e manifestazioni sul suolo pubblico, sia stato pienamente rispettato l’obbligo di coinvolgere il pubblico”.
Piano rumore
“Si interroga l’amministrazione comunale sulla rispondenza all’attuale situazione della classificazione acustica contenuta nel Piano del Rumore, approvato dalla Giunta a soli otto giorni dall’affidamento dell’incarico per la sua predisposizione alla ditta che l’ha redatto”.
Rilievi fonometrici e mappatura acustica
“Si chiede di conoscere quando, quanti e quali rilievi fonometrici siano stati effettuati per verificare e aggiornare la mappatura acustica dell’agglomerato di Ferrara alle condizioni reali e attuali del territorio”.
Mitigazione del rumore stradale
“Si sollecitano informazioni dettagliate sugli interventi per la mitigazione del rumore stradale nel centro urbano di Ferrara che sono effettivamente programmati per gli anni 2025 e 2026”.
Manifestazioni 2025
“Si chiede quali limiti di orario, durata massima e massimo rumore verranno fissati in deroga per le manifestazioni (musicali e non) che si svolgeranno nel 2025 in aree sensibili come la Darsena, piazza Trento Trieste, piazza Ariostea e altre zone dove i residenti hanno precedentemente lamentato disturbo del riposo”.
Controlli
“Si richiede di conoscere quali controlli vengano effettivamente effettuati affinché, durante manifestazioni e spettacoli, il suono nell’area e, in particolare, il suono percepito nelle abitazioni, rispetti i limiti di intensità e orario fissati in deroga”.
Esposizione del pubblico al rumore
“Si chiede quali controlli verranno attuati per garantire che il pubblico presente alle manifestazioni e/o ai concerti non sia esposto a livelli di rumore superiori a 108 decibel Lasmax”.
Grandi eventi
“Si chiede quali controlli verranno effettuati affinché, nei casi di manifestazioni con grande affluenza di pubblico o di lunga durata, siano rispettati i limiti orari e di facciata”.
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Grandi eventi e rumore, gli 8 dubbi de ‘La Comune’ sull’inquinamento acustico
https://www.ferraratoday.it/politica/rumore-eventi-concerti-zonari-la-comune.html
© FerraraToday

La Comune di Ferrara sull’inquinamento acustico a Ferrara: piano del rumore, eventi e tutela dei residenti
La Comune di Ferrara esprime la più ferma condanna nei confronti della recente lettera minatoria indirizzata al Comune nella persona del Sindaco in relazione al rumore e al disturbo del riposo causati dai concerti. Ogni forma di intimidazione e minaccia è inaccettabile e non rappresenta in alcun modo un modo civile e costruttivo per affrontare le problematiche.
Pensiamo inoltre che lo stile mafioso di queste minacce possa allontanare l’amministrazione cittadina dall’ascolto delle giuste preoccupazioni e istanze che attraverso la stampa e i canali istituzionali sono arrivate in merito all’inquinamento acustico derivato dal traffico, dalla cosiddetta movida notturna e da eventi o concerti.
Pensiamo che l’applicazione delle norme, un dialogo costruttivo e il confronto civile siano gli strumenti per raggiungere soluzioni condivise e sostenibili per il benessere di tutta la comunità.
Negli ultimi anni molte sono state le preoccupazioni dei cittadini relative all’inquinamento acustico e al disturbo del riposo, problematiche che vanno prese seriamente e che richiedono un approccio strutturato e condiviso che richiede, ma va anche oltre, l’applicazione delle norme vigenti in merito.
E’ evidente la necessità di trovare un equilibrio tra il diritto al riposo dei cittadini e la vivacità culturale e di intrattenimento che anima la nostra città, inclusi gli eventi musicali.
In riferimento alle problematiche relative all’inquinamento acustico nella città di Ferrara, in considerazione della necessità di tutelare la salute e il benessere dei cittadini, abbiamo chiesto chiarimenti urgenti al Sindaco o agli Assessori competenti in merito ai seguenti punti:
• Coinvolgimento del pubblico nelle decisioni ambientali. Si chiede all’amministrazione comunale se ritenga che, nella procedura di autorizzazione di attività che possono avere effetti significativi sull’ambiente, come grandi concerti e manifestazioni sul suolo pubblico, sia stato pienamente rispettato l’obbligo di coinvolgere il pubblico, come previsto dal Titolo VII della Parte II del Decreto Legislativo n. 152/2006 (Testo Unico Ambientale).
• Validità del cosiddetto Piano del Rumore. Si interroga l’amministrazione comunale sulla rispondenza all’attuale situazione della classificazione acustica contenuta nel Piano del Rumore, approvato dalla Giunta a soli otto giorni dall’affidamento dell’incarico per la sua predisposizione alla ditta che l’ha redatto.
• Rilievi fonometrici e mappatura acustica. Si chiede di conoscere quando, quanti e quali rilievi fonometrici siano stati effettuati per verificare e aggiornare la mappatura acustica dell’agglomerato di Ferrara alle condizioni reali e attuali del territorio.
• Interventi per la mitigazione del rumore stradale. Si sollecitano informazioni dettagliate sugli interventi per la mitigazione del rumore stradale nel centro urbano di Ferrara che sono effettivamente programmati per gli anni 2025 e 2026.
• Limiti per le manifestazioni nel 2025. Si chiede quali limiti di orario, durata massima e massimo rumore verranno fissati in deroga per le manifestazioni (musicali e non) che si svolgeranno nel 2025 in aree sensibili come la Darsena, piazza Trento Trieste, piazza Ariostea e altre zone dove i residenti hanno precedentemente lamentato disturbo del riposo.
• Controlli durante le manifestazioni. Si richiede di conoscere quali controlli vengano effettivamente effettuati affinché, durante manifestazioni e spettacoli, il suono nell’area e, in particolare, il suono percepito nelle abitazioni, rispetti i limiti di intensità e orario fissati in deroga.
• Esposizione del pubblico al rumore. Si chiede quali controlli verranno attuati per garantire che il pubblico presente alle manifestazioni e/o ai concerti non sia esposto a livelli di rumore superiori a 108 dB(A) LAsmax, come definito dalla DGR 1197 del 2020.
• Rispetto dei limiti per grandi eventi. Si chiede quali controlli verranno effettuati affinché, nei casi di manifestazioni con grande affluenza di pubblico e/o di lunga durata, siano rispettati i limiti orari e di facciata definiti dalla DGR 1197 del 2020.

Che fine ha fatto l’Urban Center?
La consigliera Anna Zonari (La Comune di Ferrara) chiede chiarimenti sulla continuità delle funzioni previste dal Regolamento comunale per la partecipazione dei cittadini dopo la soppressione della struttura
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Con un’interrogazione rivolta al sindaco e all’assessore competente, la consigliera Anna Zonari, presidente del Gruppo Consiliare La Comune di Ferrara, solleva dubbi e preoccupazioni circa le conseguenze della soppressione dell’Urban Center comunale, struttura precedentemente incaricata del coordinamento e del supporto alle iniziative cittadine per la cura e il governo dei beni comuni.
La richiesta parte da un principio costituzionale fondamentale: “l’articolo 118, quarto comma, della Costituzione riconosce e promuove l’autonoma iniziativa dei cittadini singoli e associati per lo svolgimento di attività di interesse generale”, in linea con i riferimenti normativi del Tuel e del Codice del Terzo Settore.
Zonari ricorda che il Consiglio Comunale, nel 2017, ha approvato un Regolamento per la partecipazione nel governo e nella cura dei beni comuni, individuando nell’Urban Center la struttura interna responsabile del suo funzionamento. Questo organismo svolgeva funzioni cruciali come “attività di ascolto, informazione, analisi di casi, accompagnamento delle comunità, supporto alla promozione delle iniziative”, oltre alla gestione degli strumenti online e al coordinamento del Gruppo di lavoro “Beni comuni”.
A fronte della soppressione dell’Urban Center, l’interrogazione chiede chiarimenti su quale sia l’attuale procedura definita dall’Amministrazione comunale per garantire il coordinamento e la gestione delle proposte dei cittadini in conformità con il Regolamento vigente. Si domanda inoltre come vengano oggi gestite le funzioni di interlocuzione unica con i cittadini e le comunità di pratiche, l’analisi dei casi, l’individuazione degli Uffici Tutor competenti, l’accompagnamento e la mediazione, il supporto alle iniziative e la gestione degli strumenti online, nonché il coordinamento del Gruppo di lavoro “Beni comuni”.
La consigliera chiede anche quali strumenti e misure concrete intenda adottare l’Amministrazione per facilitare l’attuazione del Regolamento e sostenere le iniziative dei cittadini, nonostante l’assenza della struttura di facilitazione precedentemente designata.
Infine, viene sollecitata una risposta in merito a quali azioni siano previste per informare la cittadinanza sulle opportunità di partecipazione e sulle eventuali nuove procedure per l’attivazione di iniziative per la cura e il governo dei beni comuni, nel rispetto della continuità amministrativa.
L’interrogazione, che richiede risposta scritta ai sensi del Regolamento del Consiglio Comunale, rilancia l’attenzione sul ruolo della cittadinanza attiva nella gestione condivisa del territorio, e invita l’Amministrazione a chiarire se intenda ancora valorizzare il principio di sussidiarietà come leva di democrazia e partecipazione.
Su ordine del giorno “due popoli, due stati”, per il riconoscimento dello stato di Palestina e l’impegno per la pace in medio oriente.
Trascrizione:
Con questo intervento in merito alle diverse proposte presentate concernenti il riconoscimento dello Stato di Palestina e l’impegno per la pace in Medio Oriente, desidero in particolare evidenziare le specificità dell’Ordine del Giorno che ho sottoscritto insieme ai colleghi dei gruppi Partito Democratico e della Civica Anselmo, marcando le differenze in particolare con la mozione presentata dalla maggioranza.
Prima però ritengo doveroso riconoscere come vi siano alcuni punti di convergenza tra le tre diverse proposte.
Condividiamo il richiamo al diritto internazionale e al diritto all’autodeterminazione dei popoli, sancito dalla Carta delle Nazioni Unite, così come consideriamo punti fermi sia la risoluzione 67/19 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 29 novembre 2012, che ha conferito alla Palestina lo status di Stato Osservatore non membro sia il fatto che numerosi Stati membri dell’Unione Europea e altri Paesi abbiano già riconosciuto lo Stato di Palestina.
Vi è concordanza anche nel ritenere che l’unica soluzione continui ad essere quella del riconoscimento dei due Stati, negoziata secondo i dettami del diritto internazionale e nel considerare il riconoscimento dello Stato di Palestina come un passo indispensabile per garantire stabilità in Medio Oriente e favorire una soluzione equa e duratura.
Condividiamo che rimanga fondamentale separare gli atti terroristici dalla responsabilità della popolazione civile inerme, dentro la Striscia di Gaza e in Cisgiordania.
Infine, tutte e tre le proposte riconoscono il ruolo del Comune di Ferrara nel contribuire al dibattito pubblico e alla promozione dei valori di pace e di autodeterminazione dei popoli, in linea con l’articolo 4 comma 2b dello Statuto Comunale che individua nella pace un bene essenziale.
Tuttavia, emergono differenze significative e sostanziali, specialmente confrontando il nostro Ordine del Giorno con la mozione della maggioranza.
Nel nostro ordine del giorno condanniamo fermamente e definiamo efferati gli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre 2023, con l’uccisione di centinaia di civili inermi e la presa di ostaggi israeliani, così come riconosciamo il diritto di esistere dello Stato di Israele e della popolazione israeliana a vivere in sicurezza.
Ma mentre la mozione della maggioranza sottolinea il diritto di Israele di esistere e difendersi dagli attacchi terroristici di Hamas, condannando fermamente il terrorismo e l’uso di civili come scudi umani, il nostro Ordine del Giorno considera l’invasione di Gaza e la sua distruzione ad opera del governo israeliano una “PUNIZIONE COLLETTIVA DEL POPOLO PALESTINESE, motivo per cui non nominiamo la parola GUERRA. Una guerra prevede l’impiego di violenza letale e finalizzata tra gruppi organizzati che perseguono obiettivi politici incompatibili. In questo caso non siamo di fronte ad una guerra, come dimostra l’ultimo rapporto di Amnesty International secondo il quale oltre il 60% di vittime è costituito da bambini, donne e anziani.
La rivista britannica The Lancet il 10 gennaio 2025 ha pubblicato il numero delle vittime nella Striscia di Gaza nei primi nove mesi di guerra (fino a giugno 2024): 64.260. Più alte di circa il 40% rispetto ai dati forniti dal ministero della salute di Hamas (64.260 contro 37.877). Lo studio, basato su un metodo statistico che ha analizzato diverse fonti (registri ospedalieri, sondaggi online e necrologi sui social media), si riferisce solo ai decessi per lesioni traumatiche, escludendo morti indirette e dispersi.
Nel nostro ODG facciamo esplicito riferimento alle responsabilità del Governo israeliano, cosa di cui non vi è traccia nel documento delle maggioranza. Abbiamo menzionato i mandati di arresto emessi dalla Corte penale internazionale nei confronti del Primo Ministro israeliano Netanyahu e dell’ex Ministro della difesa Gallant per crimini contro l’umanità e crimini di guerra, sottolineando come la Corte Penale Internazionale abbia riscontrato fondati motivi per tali accuse.
Nell’ordine del giorno abbiamo voluto dare una forte enfasi sulle conseguenze dirette delle azioni militari israeliane sulla popolazione civile di Gaza, citando la distruzione di scuole, centri sanitari e abitazioni civili, nonché il taglio deliberato dell’erogazione di acqua potabile e di elettricità, che mette a rischio la sopravvivenza dell’intera popolazione, in particolare quella più fragile, ovvero bambini, donne e anziani. A Gaza 38 ospedali sono stati resi da Israele completamente fuori servizio. L’ultimo che era rimasto funzionante, l’ospedale Al Ahli, è stato colpito da due missili dell’esercito israeliano due giorni fa. I video girati dai giornalisti di Gaza mostrano i pazienti portati via sui letti da degenza dai propri parenti, dai propri padri, dalle proprie madri, dai propri fratelli. Tra loro anche un bambino ferito che è morto durante la fuga per mancanza di ossigeno e per le rigide temperature fuori dall’edificio.
Sebbene anche la mozione della maggioranza riconosca la sofferenza della popolazione palestinese, pare la si consideri una conseguenza di quella che viene definita una guerra e non una deliberata strategia del governo israeliano.
Per tali motivi nel testo del nostro ordine del giorno facciamo riferimento all’ordinanza n. 192 del 26 gennaio 2024, in cui la Corte internazionale di Giustizia ritenendo “plausibile” il ricorso del SudAfrica rispetto alle violazioni di Israele della Convenzione contro il crimine di genocidio e, in attesa del giudizio nel merito, ha adottato misure cautelari nei confronti dello Stato di Israele.
Anche questo importante elemento giuridico internazionale non è presente nella mozione della maggioranza.
A rafforzare il giudizio che sia in corso un genocidio in Palestina ovvero un progetto deliberato e metodico di distruzione del popolo e della cultura palestinese (e non di una guerra) vi è anche il rapporto di Amnesty International, pubblicato a dicembre 2024 e intitolato “Ti senti come se fossi un subumano: il genocidio di Israele contro la popolazione palestinese a Gaza”. Tale documento, presentato a Ferrara poche settimane fa, denuncia che Israele, dopo il 7 ottobre, ha compiuto atti proibiti dalla Convenzione sul genocidio, con l’intento specifico di distruggere la popolazione palestinese di Gaza. Questi atti comprendono uccisioni, gravi danni fisici e mentali e la deliberata inflizione di condizioni di vita calcolate per causare la loro distruzione fisica.
Dal recente rapporto di Medici Senza Frontiere “Violenza e cure negate” emerge che in Cisgiordania, dal 7 ottobre 2023, le forze israeliane e i coloni hanno aumentato l’uso della violenza fisica estrema contro i palestinesi e che l’accesso alle cure viene ostacolato. Secondo il rapporto, l’incremento della violenza in Cisgiordania ha gravemente ostacolato l’accesso all’assistenza sanitaria e fa parte di un modello di oppressione sistematica da parte di Israele che è stato descritto dalla Corte internazionale di giustizia come equivalente alla segregazione razziale e all’apartheid.
Anche in Cisgiordania sono in atto azioni completamente illegali come l’uccisione di migliaia di palestinesi, la distruzione dei campi profughi, l’arresto di noti esponenti di cultura, lo sfollamento forzato dei palestinesi dalle loro case e dalle loro terre, attraverso violente incursioni militari israeliane.
La situazione è ulteriormente peggiorata nelle ultime settimane.
Anche questa responsabilità del governo israeliano fa evidentemente parte di una precisa e deliberata strategia di distruzione e di occupazione dei territori palestinesi.
Nell’ordine del giorno abbiamo voluto sottolineare che è al contempo fondamentale distinguere le responsabilità del governo israeliano dalla popolazione di Israele, ricordando che in Israele, da mesi, sono in corso proteste da parte della società civile contro il governo e pochi giorni fa, a Gerusalemme, sono scese in piazza decine di migliaia di persone per protestare contro la ripresa dei bombardamenti nella striscia di Gaza, per chiedere il cessate il fuoco immediato e la ripresa dei colloqui di pace.
Un ultimo, ma non per importanza, elemento distintivo del nostro Ordine del Giorno è il riferimento alle surreali dichiarazioni del Presidente degli Stati Uniti Trump e del Primo Ministro israeliano Netanyahu, finalizzate ad un’azione di deportazione dei palestinesi di Gaza in altri Paesi arabi, evidenziando come tali dichiarazioni neghino di fatto il diritto dei palestinesi ad esistere e il diritto ad uno Stato di Palestina. La “soluzione” immaginata da Trump per la Palestina e accompagnata da un video scioccante e delirante è quella di trasformarla in un grande resort, un parco giochi per ricchi occidentali, cancellando ogni traccia di un popolo che lotta per la propria esistenza, cultura, una storia millenaria, per far posto a un’industria turistica che serve solo agli occupanti e ai loro alleati.
Non è un piano di pace, ma di pulizia etnica mascherata da investimento economico.
Non è un’opportunità, ma un’ulteriore conferma che il colonialismo moderno si veste di finanza e cemento, ma è lo stesso furto di terra e identità che i palestinesi subiscono da oltre 75 anni.
In conclusione, pur condividendo l’obiettivo finale del riconoscimento dello Stato di Palestina come passo imprescindibile verso una soluzione, ritengo che questi elementi di differenziazione rendano il nostro Ordine del Giorno più rispondente alla complessità e alla gravità della situazione attuale.
La richiesta di riconoscere la Palestina non è una concessione, ma un atto di giustizia.
Alla luce di quanto espresso, risulta urgente la necessità di agire a ogni livello istituzionale per fermare l’orrore in atto ed è per questo che ci auguriamo che le decisioni prese oggi in consiglio comunale non rimangano un mero atto simbolico, ma chiediamo al Sindaco di attivarsi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale affinché l’Italia riconosca ufficialmente lo Stato di Palestina e promuova azioni coordinate a livello europeo e globale per un nuovo processo di pace in Medio Oriente.

La Comune di Ferrara al Sindaco: quali garanzie nelle procedure di partecipazione dei cittadini alla cura dei beni comuni?
Il Gruppo Consiliare La Comune di Ferrara ha presentato un’interrogazione al Sindaco e al Presidente del Consiglio Comunale riguardo alle procedure per l’esercizio delle funzioni partecipative relative alla cura dei beni comuni.
Questa richiesta fa seguito alla soppressione dell’Urban Center, precedentemente designato come struttura centrale per il coordinamento e la gestione di tali iniziative, come stabilito dal regolamento comunale
L’interrogazione chiede chiarimenti su come l’amministrazione intenda ora garantire queste funzioni cruciali, inclusa l’interlocuzione con i cittadini, il supporto alle iniziative e la gestione degli strumenti online, e come informerà la cittadinanza sulle nuove modalità di partecipazione. Si sottolinea la necessità di assicurare la continuità dell’azione amministrativa nel promuovere l’impegno civico per la cura dei beni comuni.
In particolare il gruppo consiliare La Comune di Ferrara chiede come verranno portate avanti le attività previste dal “Regolamento comunale per la partecipazione nel governo e nella cura dei beni comuni” dopo che l’Urban Center è stato chiuso.
La premessa della domanda ricorda alcuni punti importanti:
- La Costituzione italiana, all’articolo 118, quarto comma, dice che lo Stato riconosce e promuove l’iniziativa dei cittadini, sia singoli che associati, che si impegnano per attività di interesse generale, seguendo il principio di sussidiarietà
- Il Testo Unico degli Enti Locali (TUEL) all’articolo 3, comma 5, stabilisce che i Comuni devono favorire la partecipazione dei cittadini e delle associazioni attraverso le regole stabilite nel loro statuto e nei regolamenti
- Il Codice del Terzo Settore (D.Lgs. 117/2017) sottolinea come sia fondamentale l’impegno dei cittadini, da soli o in gruppo, per il bene comune e per una cittadinanza più attiva
- Il Comune di Ferrara aveva approvato il “Regolamento comunale per la partecipazione nel governo e nella cura dei beni comuni” il 20 marzo 2017
- Questo Regolamento, all’articolo 4, aveva identificato l’Urban Center di Ferrara come l’ufficio interno incaricato di coordinare e gestire le proposte e le iniziative relative agli articoli successivi
- In pratica, l‘Urban Center era il punto di riferimento unico per i cittadini e le associazioni interessate a prendersi cura dei beni comuni
- L’Urban Center svolgeva diversi compiti importanti per far funzionare il Regolamento, come ascoltare le persone, dare informazioni, analizzare i casi, aiutare le comunità, supportare la promozione delle iniziative, gestire gli strumenti online e coordinare un gruppo di lavoro chiamato “Beni comuni”
- L’articolo 18 del Regolamento indicava che il sito internet dell’Urban Center di Ferrara, www.urbancenterferrara.it, era il canale online per condividere informazioni e creare una rete tra le diverse iniziative
Considerato che l’Urban Center del Comune di Ferrara è stato chiuso, La Comune di Ferrara chiede come verranno portate avanti le funzioni che prima svolgeva l’Urban Center, soprattutto per quanto riguarda l’applicazione del principio di sussidiarietà.
Nello specifico La Comune di Ferrara rivolge al Sindaco e all’Assessore competente le seguenti domande:
1. Qual è la nuova procedura decisa dal Comune per assicurare che vengano svolte le attività di coordinamento e gestione delle proposte per la cura dei beni comuni, che prima erano compito dell’Urban Center, in linea con il “Regolamento comunale per la partecipazione nel governo e nella cura dei beni comuni”?
2. In particolare, come verranno gestite le seguenti funzioni: essere l’unico punto di contatto per cittadini e gruppi, analizzare i casi e capire quali uffici comunali sono competenti, aiutare e fare da tramite tra le comunità, supportare la promozione delle iniziative, gestire gli strumenti online e coordinare il gruppo di lavoro “Beni comuni”?
3. Come intende fare il Comune per aiutare concretamente l’applicazione del Regolamento e sostenere le iniziative dei cittadini e dei gruppi che vogliono prendersi cura dei beni comuni, visto che non c’è più l’ufficio che prima facilitava, supportava e coordinava queste attività?
4. Quali azioni intende intraprendere il Comune per informare correttamente i cittadini sulle opportunità di partecipazione e sulle nuove procedure da seguire per avviare iniziative di cura dei beni comuni, in modo da garantire che l’amministrazione continui a lavorare in questo ambito?

Senzatetto a Ferrara. La Comune chiede un cambio di passo
Intervento del gruppo rappresentato in Consiglio comunale da Anna Zonari
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A seguito di un’interpellanza e di risposte ritenute insoddisfacenti da parte dell’Amministrazione comunale sul tema dei senza fissa dimora, La Comune desidera condividere alcune riflessioni e avanzare proposte concrete.
Chi sono i senza fissa dimora? Persone che si trovano a vivere senza un’abitazione stabile per svariate ragioni. Condizione che spesso comporta gravi ripercussioni sulla salute fisica e mentale, sulla capacità di trovare lavoro, sull’inclusione sociale e sulla partecipazione alla vita della comunità.
Quali sono i problemi riscontrati a Ferrara? Dalle analisi de La Comune emergono diverse criticità nella gestione del fenomeno. Innanzitutto, si evidenzia l’assenza di un osservatorio comunale strutturato che possa fornire dati affidabili sul numero effettivo di persone senza fissa dimora e sui loro bisogni.
L’Unità di Strada (Uds), incaricata di monitorare il fenomeno e intercettare le persone in difficoltà, effettua uscite solo tre uscite settimanali in orario serale, risultando assente in momenti di maggiore bisogno, soprattutto nei mesi invernali e nei fine settimana.
Anche l’accesso al PRIS (Pronto Intervento Sociale) presenta delle limitazioni. Nonostante sia un servizio H24 nato per rispondere a situazioni di urgenza sociale, il numero è riservato principalmente agli enti e alle forze dell’ordine, escludendo di fatto la preziosa risorsa del volontariato, spesso in prima linea nell’intercettare le emergenze.
Un altro aspetto critico riguarda la residenza fittizia. Nonostante sia un diritto fondamentale che permette l’accesso a servizi essenziali come la sanità e l’assistenza sociale, molte persone senza dimora a Ferrara risultano esserne prive. Risulta cruciale che le istituzioni garantiscano questo diritto e a tal fine sollecitiamo il Comune e la Regione ad una maggiore trasparenza nell’applicazione della normativa.
Evidente anche la mancanza di un sistema integrato di presa in carico che coinvolga attivamente il Comune, il terzo settore e il volontariato. Spesso i volontari operano in solitudine, senza un’adeguata regia e senza un coordinamento efficace con i servizi pubblici. La scarsa partecipazione del terzo settore si riscontra anche nella definizione delle politiche locali, con una logica ancora troppo orientata ai bandi e ai contributi una tantum anziché alla co-programmazione e co-progettazione. Un esempio è l’esistenza del Piano di Attuazione Locale (PAL), documento sostanzialmente sconosciuto a operatori e volontari.
Le proposte de La Comune per un cambio di passo:
Istituire un osservatorio comunale strutturato e partecipato, che coinvolga attivamente associazioni e volontari;
Potenziare l’Unità di Strada, aumentando le risorse e ampliando l’orario di servizio per garantire uscite serali quotidiane e raggiungere anche le zone periferiche;
• Rendere l’accesso al PRIS più accessibile al volontariato, studiando modalità operative che ne preservino l’efficacia;
• Promuovere una vera co-programmazione e co-progettazione degli interventi, superando la logica dei bandi al minor costo e coinvolgendo il terzo settore nella definizione delle politiche locali. La scadenza di fine maggio del bando sui servizi per i senza fissa dimora potrebbe rappresentare un’opportunità per cambiare approccio.
Aprire una condivisione sulla presa in carico dei senza fissa dimora in un contesto più ampio, coordinato dalla Prefettura, coinvolgendo diversi enti e servizi (Forze di Polizia, INPS, USL, ospedale, volontariato).
• Lavorare per la costruzione di una struttura di prima accoglienza a bassissima soglia, più flessibile e adattabile alle esigenze dei senzatetto rispetto ai dormitori tradizionali, con un approccio orientato all’inclusione sociale e al supporto psicologico.
Siamo convinti che i problemi complessi si possano affrontare solo con un’Amministrazione realmente condivisa e basata sulla co-programmazione e co-progettazione con tutti gli attori locali.

Senzatetto, le proposte de ‘La Comune’ per una “gestione integrata e partecipata”
Il Gruppo di Anna Zonari sottolinea una serie di iniziative per combattere il fenomeno
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Senzatetto, La Comune propone alcune soluzioni per cercare di sconfiggere il fenomeno. A chiamare in causa l’amministrazione sul tema è il gruppo capitanato da Anna Zonari, che chiede “un cambio di passo per una gestione integrata e partecipata”.
Le proposte
“Istituire un osservatorio comunale strutturato e partecipato, che coinvolga attivamente associazioni e volontari – incalzano da La Comune -. Serve poi potenziare l’Unità di Strada, aumentando le risorse e ampliando l’orario di servizio per garantire uscite serali quotidiane e raggiungere anche le zone periferiche”.
Inoltre, per il gruppo è necessario “rendere l’accesso al Pris più accessibile al volontariato, studiando modalità operative che ne preservino l’efficacia”, nonché “promuovere una vera co-programmazione e co-progettazione degli interventi, superando la logica dei bandi al minor costo e coinvolgendo il terzo settore nella definizione delle politiche locali”.
Gli ultimi due punti vertono sulla “condivisione sulla presa in carico dei senza fissa dimora in un contesto più ampio, coordinato dalla Prefettura, coinvolgendo diversi enti e servizi” e sulla costruzione di “una struttura di prima accoglienza a bassissima soglia, più flessibile e adattabile alle esigenze dei senzatetto rispetto ai dormitori tradizionali, con un approccio orientato all’inclusione sociale e al supporto psicologico”.