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Rifiuti: La Comune di Ferrara e Movimento 5 Stelle interrogano l’Amministrazione sull’iter per il nuovo affidamento del servizio
Il gruppo politico “La Comune di Ferrara” e il “Movimento 5 stelle” chiedono chiarimenti sulla gestione dei rifiuti in città.
La situazione attuale.
Il contratto per la gestione dei rifiuti urbani con la ditta Hera è scaduto alla fine del 2017
Nonostante la scadenza, Hera continua a gestire il servizio, ma solo con una proroga temporanea
Cosa è successo in passato.
Il 19 dicembre 2024, si è tenuta una riunione del Consiglio Comunale dove sono stati presentati due studi da parte dell’Università di Ferrara e della Rete Giustizia Climatica.
Questi studi hanno analizzato la possibilità che il Comune gestisca direttamente il servizio di raccolta e gestione dei rifiuti, anziché affidarlo a una ditta esterna (questa opzione si chiama “gestione in house”)
Durante quella riunione, il Vicesindaco Balboni aveva annunciato l’intenzione di portare al Consiglio Comunale, entro i primi mesi del 2025, una proposta per decidere in modo consapevole se optare per una nuova gara d’appalto pubblica o per la gestione diretta da parte del Comune
La Comune di Ferrara e Movimento 5 stelle chiedono all’Amministrazione:
- Quali sono le tempistiche previste per la presentazione in Consiglio Comunale di questa importante proposta sulla futura gestione dei rifiuti?
- Ci saranno altri momenti di discussione e confronto, magari anche in commissione, con i consiglieri e, soprattutto, con i cittadini, prima che venga presa questa decisione?

Verde Urbano a Ferrara: La Comune di Ferrara chiede chiarezza e continuità sull’impegno per gli interventi straordinari
Il Gruppo Consiliare La Comune di Ferrara ringrazia il Vicesindaco Alessandro Balboni per la puntuale risposta alla nostra interrogazione sugli interventi straordinari al verde urbano, un tema di fondamentale importanza per la qualità della vita nella nostra città e per il futuro sostenibile di Ferrara. Prendiamo atto dei dettagli forniti in merito alla gestione del Contratto di Servizio con Ferrara Tua srl e ai meccanismi di contabilizzazione delle spese. Tuttavia, non possiamo non evidenziare una forte criticità che emerge chiaramente dai dati di bilancio: l’allocazione di zero euro per gli interventi straordinari al verde urbano nel bilancio 2025 .
Pur comprendendo le complesse dinamiche di bilancio e la necessità di dare priorità agli investimenti legati al PNRR, come spiegato dal Vicesindaco, la totale assenza di fondi per interventi straordinari, che erano invece consistenti negli anni precedenti (quasi 1,5 milioni di euro nel 2024), rappresenta un segnale preoccupante.
Ci viene assicurato che la previsione di spesa per il 2025 sarà aggiornata ad una ‘cifra congrua’ nel corso dell’anno, tramite l’integrazione di una nuova scheda tecnica nel contratto ordinario con Ferrara Tua per garantire interventi di sicurezza urgenti. Apprezziamo la volontà di trovare soluzioni operative, ma chiediamo: quale sarà questa cifra ‘congrua’ e con quali tempistiche precise verrà formalizzata? La gestione e la valorizzazione del patrimonio verde non possono essere oggetto di improvvisazione o dipendere da riassestamenti in corso d’opera. Il verde urbano è una risorsa strategica per la nostra città , essenziale per la protezione della biodiversità, il miglioramento della qualità dell’aria, la regolazione del microclima e la mitigazione del rischio di allagamenti, in linea con le priorità europee e gli studi come quello di ISPRA. La pianificazione strategica del verde riveste un ruolo centrale per integrare le singole iniziative in una visione di medio-lungo termine. Un’allocazione iniziale di zero euro in bilancio per una voce così vitale invia un messaggio di discontinuità e potenziale rallentamento in un settore che richiede invece costante attenzione e investimento.
Non possiamo permetterci di compromettere la sicurezza e la salute del nostro patrimonio arboreo, né di rallentare i progetti di forestazione urbana che la stessa Amministrazione promuove. Chiediamo quindi che, in attesa dell’annunciato aggiornamento, l’Amministrazione si impegni fin da subito a fornire la massima trasparenza su quali interventi saranno garantiti nel 2025 e con quali risorse , per assicurare ai cittadini di Ferrara la continuità della cura e della valorizzazione del nostro prezioso verde urbano. Ferrara,

La Comune di Ferrara (Zonari) e il PD (Nanni) chiedono al Sindaco una verifica di regolarità sui lavori effettuati nell’area verde del condominio di Via Fiume 3/b
I consiglieri Anna Zonari (La Comune di Ferrara) e Davide Nanni (PD) hanno presentato al Presidente del Consiglio Comunale e al Sindaco di Ferrara una interrogazione riguardante le problematiche sollevate dal Comitato per un giardino verde di Via Fiume 3/b circa operazioni edilizie in un’area verde e su una strada interna di accesso veicolare.
Lo scopo dei residenti è quello di proteggere uno spazio verde che c’è da tanto tempo nel cortile del loro complesso e di difendere il loro diritto di passare liberamente (anche con le auto) sulla strada di accesso che parte da via Fiume 3/b e raggiunge le loro abitazioni.
I problemi segnalati dal Comitato al Comune riguardano il sospetto che siano stati fatti dei lavori non a norma
In particolare, una parte dell’area verde è stata coperta da uno strato di stabilizzato (materiale impermeabilizzante) e ghiaia per creare dei parcheggi, modificando, in questo modo, la destinazione d’uso del terreno.
Il Comune, in relazione ad una specifica porzione di quest’area, ha confermato che si è trattato di un abuso edilizio a cui è seguita una richiesta per regolarizzare la situazione (una “CILA in sanatoria”), che l’ufficio del Comune ha esaminato dando un parere favorevole
Nelle ultime settimane sono comparsi cartelli che annunciano lavori (anche per fare una recinzione) proprio dentro l’area verde, basati su quel permesso di regolarizzazione
Allo stesso tempo, chi sta facendo i lavori ha messo di sua iniziativa dei cartelli con scritto “posto auto riservato” sulla stradina di accesso che i residenti usano per le loro case.
Questa stradina è sempre stata usata da tutti i residenti per passare (con auto e a piedi) e costituisce un riconosciuto diritto di passaggio. È uno spazio comune, e anche ACER (che in passato possedeva l’area verde) ne aveva vietato la sosta auto.
Si precisa che le aree interessate non sembrano essere semplici cortili privati di qualche residente bensì spazi comuni all’intero complesso.
Al fine di capire al meglio la situazione e affrontare i problemi con la giusta cognizione di causa, i consiglieri comunali Zonari e Nanni chiedono al Sindaco e all’Assessore competente:
- Se il Comune sia al corrente di quello che sta succedendo data l’importanza della zona sia storicamente che per il suo valore ambientale;
- Se gli uffici del Comune abbiano dato permessi specifici per vendere o affittare posti auto sulla stradina di accesso o sulle altre aree;
- Se sia stato controllato bene che i lavori autorizzati non diano fastidio al diritto di passaggio che i residenti hanno sulla stradina;
- Se sia stata effettuata puntuale verifica che l’area trasformata in parcheggio sia coerente con la destinazione d’uso ufficialmente attestata su quel terreno;
- Se gli uffici del Comune stiano controllando che, dopo aver tagliato degli alberi, venga seguito il piano per nuove piantumazioni sanzionando a dovere le eventuali inadepienze o ritardi;
- Se è stato dato o si stia per dare un permesso ufficiale per cambiare la destinazione d’uso di queste aree, in quel caso chiedono anche una copia di questo permesso;
- Cosa intenda fare il Comune per proteggere il diritto di passaggio sulla stradina e per garantire che le norme edilizie e quelle ambientali siano rispettate in tutta l’area interessata;
- Infine vogliono sapere quali azioni l’Amministrazione Comunale ha in animo di mettere in campo a tutela della salute dei residenti e dei cittadini dell’intera area messa a rischio dall’aumento del traffico.
Su Ordine del giorno per dichiarare Ferrara Citta’ di Pace e promuovere iniziative per favorire la pace nel mondo.
Trascrizione:
Ascoltando questo ultimo intervento, ma anche quello del Consigliere Ferrari, mi stavo chiedendo se queste stesse affermazioni vi sentireste di farle nel caso in cui ci sarà da decidere se mandare i nostri, vostri figli e figlie in guerra. Questa è una curiosità che, veramente, al di là degli
interventi, me lo chiedo ogni giorno. Mi chiedo se tutti quelli che stanno sostenendo l’uso del riarmo per perseguire bisogni di sicurezza come deterrenza, eccetera, sarebbero disposti, con la stessa veemenza e fervore, a mandare i propri figli e le proprie figlie sul fronte.
No, ma visto che riarmo significa anche un peso diverso non solo dell’industria delle armi, ma anche delle donne e degli uomini che sono pronti a difendere la patria. Comunque, Consigliere Rendine, non mi deve rispondere adesso.
Questa è la curiosità con cui esordisco, senza cadere troppo, però, nella provocazione di confondere quest’ordine del giorno per dichiarare Ferrara Città di Pace con un ordine del giorno sull’opportunità o meno del riarmo.
Io ringrazio invece la Consigliera Marchi per averlo presentato, perché ci dà, se rimaniamo sul tema, modo di riflettere anche solo su quella che in questo momento è la situazione globale. Abbiamo 56 conflitti armati in corso che coinvolgono 92 paesi del mondo, cioè 92 paesi su un totale di poco meno di 200 paesi riconosciuti. Pensate che percentuale incredibile, significa che nel 2024 sono state censite 233 mila
vittime in tutto il mondo, quindi finché si continuerà a pensare che la pace la si raggiunge con la guerra siamo evidentemente destinati a vivere in questo contesto. Spiego perché voterò convintamente sì a questo ordine del giorno e perché, dal mio punto di vista, da un lato Ferrara si è già impegnata, sia dal punto di vista di tante realtà locali, ma anche di Amministrazioni precedenti, anche quello che ricordava
adesso il Consigliere Ferrari, non è che non ci siano iniziative o che non ci siano state, anzi, mi permetterò anche una breve carrellata per ricordare cose importanti, ma sicuramente non può essere questo, Consigliere Rendine, il fatto che proprio una parte della storia della città ricorda tanta violenza e tante vittime, non può essere questo un buon motivo per non lavorare sempre di più e sempre meglio per la
pace. Anche a me preoccupa moltissimo l’aumento delle spese militari, mi preoccupa tantissimo questa narrazione che ormai diamo per scontata e che abbiamo anche già sentito accennare oggi, ovvero è come se ci si preparasse, anzi si fosse già nell’anticamera di uno scenario bellico. Non so se sapete, io l’ho scoperto poco tempo fa, esiste addirittura un programma Erasmus, cioè i programmi dove mandiamo i
nostri ragazzi, i nostri figli e le nostre figlie, esclusivamente dedicato a sensibilizzare la popolazione, soprattutto dei giovani, a prepararsi alla guerra, all’interno del programma Erasmus. Bene. Io quando sento che c’è una retorica pacifista mi chiedo di che cosa stiamo parlando con una situazione in cui siamo immersi di questo tipo.
Vado veloce, avevo piacere a ricordare come nella nostra città ci siano state tante iniziative anche, appunto, in anni, come all’inizio già degli anni 90 nasceva a Ferrara l’obiezione fiscale alle spese militari, non era una proclamazione astratta di valori che non venivano poi applicati, aveva degli scontri molto concreti. Ad esempio, i cittadini che aderivano e aderiscono a questa campagna simbolicamente sottraggono dalle proprie tasse la quota destinata agli armamenti e li hanno messi in fondi che poi sono serviti, ad esempio, ad acquisto di libri sulla pace, sulla non violenza che venivano donati alle biblioteche.
Ancora oggi esistono progetti concreti come Ferrara ADO Srebrinica della Fondazione Langer. In questo
caso sono molte le associazioni nel nostro territorio che sostengono questo tipo di concreto progetto.
L’Associazione per la Pace, il Gruppo Autonomo di Volontariato Civile in Italia, l’Associazione Papa
Giovanni XXIII, la Lega Disarmo Unilaterale, la Lega Obiettori di Coscienza, “Paxlisti”, il Movimento
Nonviolento, come ricordato poco fa, con il caro e indimenticato Daniele Lugli.
Quindi, attualmente questa rete di cittadini e di organizzazioni ha anche molto recentemente organizzato in città degli incontri per far conoscere che cosa significa mettere i propri corpi e la propria persona in scenari di guerra e fare l’obiezione di coscienza. Sono stati ospitati più di una volta in città degli obiettori di coscienza provenienti dall’Ucraina, dalla Russia, dalla Bielorussia, che hanno testimoniato con la
propria vita, cioè persone che rischiano la vita, qualcuno ha dovuto anche ovviamente scappare per evitare la pena di morte, che è quello che accade in questi paesi se hai il coraggio di dire che tu la guerra non la vuoi fare.
Bene.
Un’altra cosa che ci tenevo a ricordare, molto attiva nella nostra città, è il Laboratorio per la pace dell’Università di Ferrara, anche questo è un luogo estremamente attivo, vivace, che non è limitato all’ambito accademico, ma che concretamente fa seminari, laboratori e addirittura sta lavorando per l’avvio del primo dottorato in Italia proprio di peace studies, cioè di studi sulla pace. Probabilmente Ferrara diventerà la prima Università in rete, con un’altra ventina di Atenei, questo è quello che si sta cercando di fare, e avere questo dottorato proprio nella nostra città.
Le Amministrazioni, nell’arco degli ultimi decenni, hanno fatto tanto, cito alcuni esempi di come un’Amministrazione possa concretamente, non solo sensibilizzando, facendo progetti educativi nelle scuole, che – diciamo – ci auguriamo che verranno continuati e promossi sempre di più, ma addirittura il Comune in altri anni aveva una delega specifica per la pace e la cooperazione. C’era un ufficio a livello di Provincia che attivamente faceva come punto di riferimento con i Comuni, con la Regione per attivare i progetti, ne ricordo qualcuno, il sostegno al popolo Sarawi nella sua lotta di indipendenza e di autodeterminazione, l’accoglienza di bambini Sarawi durante l’estate, l’invio di giovani in servizio civile
internazionale a Cipro per contribuire alla riconciliazione tra la comunità turca e quella greco-cipriota, l’intervento nel sud del Libano dopo la guerra del 2006 per organizzare la raccolta differenziata, la partecipazione ad una ricostruzione nello Sri Lanka di villaggi devastati dallo tsunami, in collaborazione con una rete di amministrazioni. Quindi le cose che si possono fare concretamente sono tante, sono
proprio tangibili ed è questo un po’ l’auspicio che con quest’ordine del giorno, in maniera – come dire – libera dalle ideologie, questo era almeno il mio auspicio nel votare convintamente, nel sostenere anche fattivamente un impegno in questa direzione, rinnovare questo come impegno. Io non posso pensare che ogni volta che uno parla di pace, di non violenza, di obiezione alle spese militari, di non voler andare in
guerra gli si dia del pacifista e di parlare di una retorica pacifista come se fosse una cosa che non sta né in cielo né in terra. Ci sono infinite esperienze che dimostrano che questa è una pratica e che ci vuole molto coraggio e non come si… Sto finendo, ma avevo anche un po’ di minuti della dichiarazione di voto che posso mettere, sono un pochino verso la fine. Chiudo un po’ per dire questo, sarebbe bello che la
pace la si costruisce dalle relazioni, l’abbiamo detto tante volte, dall’atteggiamento con cui gli uni nei confronti degli altri concepiamo le nostre relazioni all’interno della famiglia, dei luoghi di lavoro, all’interno di questo consesso. Sarebbe bello veramente che si riuscisse in maniera convinta a sentire che è un processo dove non è che noi siamo esenti, dove invece si finisce, spesso e volentieri, a polarizzare le situazioni.
Quello che io chiedo, in questo momento in particolare, è di evitare, ad esempio, di accusare o in maniera anche denigratoria chi sostiene una politica e una pratica, soprattutto per la pace e la non violenza, come qualcuno che è fuori dal mondo e che non ha un progetto, più progetto di così non si riesce a capire. Grazie.

Rigenerazione Urbana e Rigenerazione Umana
1- la Città con le Persone
A monte di ogni progetto di rigenerazione urbana credo debba esistere un progetto di
rigenerazione umana.
La Città non serve a se stessa: serve, e ne gode, a chi ci abita, chi ci lavora, chi la visita. Solo
allora, come sostiene l’architetto Fucksas, è una bella città.
Ripensare il sistema di mobilità urbana a Ferrara significa immaginare un equilibrio tra
sostenibilità ambientale, efficienza, accessibilità e qualità della vita.
Ferrara, con il suo centro storico patrimonio UNESCO e la forte vocazione ciclabile, ha delle
basi solide da cui partire.
Mobilità vuol dire tempo. Poniamoci dunque un obiettivo finale condivisibile, misurabile e
raggiungibile: 15 minuti.
“ Quindici minuti” è la promessa che la Città di Ferrara può fare ai suoi cittadini se essi stessi
collaboreranno attivamente al progetto di Rigenerazione Urbana & Umana.
Questo è il tempo cui il cittadino ferrarese deve attendersi per poter svolgere le attività
quotidiane e aver accesso ai servizi essenziali (scuola, lavoro, salute, cultura) recandovisi a
piedi o in bicicletta o, per i più deboli, con l’aiuto di ausili a basso impatto ambientale.
Quì prospetto la prima parte di una proposta articolabile in tappe a breve, medio e lungo
periodo, seguendo un approccio integrato:
Breve periodo (0-2 anni) – Fase 1: la Città con le Persone : Interventi rapidi e a basso costo –
Medio periodo (2-5 anni) – Fase 2: la Città Interconnessa: Infrastrutture e riforma dei sistemi
Lungo periodo (5-10 anni) – Fase 3: la Città in 15 minuti: Trasformazione strutturale e culturale
Fase 1: la Città con le Persone (Breve periodo e basso costo (0-2 anni)
La prima cosa che si deve affrontare;
è l’avvio di percorsi partecipativi nei singoli quartieri per presentare il progetto, chiarire vantaggi
e sacrifici, condividerne gli obiettivi. E’ molto ,importante che la promessa di una “Città a quindici
minuti” sia condivisa e partecipata dalla comunità: non è un programma elettorale a breve
termine ma un disegno a lungo termine che, pur con le inevitabili correzioni che le esigenze e le
tecnologie progressivamente richiederanno, mira a costruire un sistema di mobilità integrato,
sostenibile, accessibile e innovativo, migliorando la qualità della vita dei cittadini e l’attrattività
urbana.
Quindi:
sensibilizzazione e partecipazione
• Avvio di percorsi partecipativi nei quartieri per co-progettare mobilità locale.
• Educazione alla mobilità sostenibile nelle scuole.
La seconda necessità è che, per avere tempo, occorre spazio:
Ferrara è sia una città turistica che universitaria. Se per il turista la richiesta di spazio si può
soddisfare con parcheggi sicuri, sorvegliati e a pagamento, per lo studente universitario il
problema è diverso: si muove solitamente in bicicletta ma arriva in città in automobile, che poi
parcheggia nei pressi del proprio domicilio per muoverla raramente.
Questo comportamento è segnalato da moltissimi cittadini costretti ad utilizzare la propria
autovettura per i più svariati motivi, dal recarsi al lavoro, ad una visita, a fare la spesa e che al
loro rientro trovano con grande difficoltà posti disponibili a distanza ragionevole dall’abitazione.
L’ampliamento delle zone di parcheggio per i soli residenti risulta quindi necessario, come
parallelamente risulta logico pensare un HUB fuori le mura, servito da navette, dove si possa
parcheggiare in tutta sicurezza l’auto o la bicicletta ad un prezzo convenzionato con le Scuole e
le Università.
E’ un primo passo verso lo svuotamento e il progressivo allargamento delle strade entro le
mura, verso una situazione meno costretta e stressante dei cittadini tutti e verso un
miglioramento delle condizioni ambientali.
La contemporanea estensione e messa in sicurezza della rete ciclabile esistente, l’ampliamento
delle zone a traffico limitato con accessi smart e permessi dinamici facilmente gestibili tramite
app dedicata, la revisione degli orari e dei percorsi degli autobus e la promozione del biglietto
unico integrato (bus + treno + bici anche a noleggio) non possono far altro che iniziare a
migliorare la qualità della vita in Città.
Quindi:
ottimizzazione della mobilità ciclabile
• Estensione e messa in sicurezza della rete ciclabile esistente,
con corsie protette nei punti critici.
• Realizzazione di una rete di bike lanes leggere in zone a traffico
promiscuo.
• Potenziamento del bike sharing, con nuove stazioni in periferia e
integrazione con app.
ZTL e moderazione del traffico
• Revisione e ampliamento della ZTL con tecnologie digitali
(varchi smart, permessi dinamici).
• Introduzione di zone 30 km/h in tutti i quartieri residenziali.
trasporto pubblico
• Revisione orari e percorsi degli autobus per migliorare frequenze
e connessioni.
• Promozione del biglietto unico integrato (bus + treno + bici).
.
A seguire prossimamente
Medio periodo (2-5 anni) – Fase 2: la Città Interconnessa: Infrastrutture e riforma dei sistemi
Lungo periodo (5-10 anni) – Fase 3: la Città in 15 minuti: Trasformazione strutturale e culturale

La Comune di Ferrara sulla Festa Internazionale delle Famiglie 2025
Il Gruppo Consiliare La Comune di Ferrara pone al Sindaco e all’assessora Cristina Coletti una interrogazione riguardante la Festa Internazionale delle Famiglie 2025.
Premessa:
La Festa Internazionale delle Famiglie, che si celebra il 15 maggio, è vista come un’occasione importante per aiutare le famiglie a stare bene, sostenere i genitori nel loro ruolo e dare valore a chi nel territorio si occupa di educazione.
Di solito, a Ferrara, l’organizzazione della Festa delle Famiglie (che in passato si chiamava anche Famiglie in Festa o Piazza Aperta) avveniva in collaborazione con i servizi del Comune dedicati alle famiglie e ai bambini i Centri per le Famiglie (CpF) e i Centri Bambini e Famiglie (CBF), servizi che hanno una lunga esperienza e capacità in campo educativo e sociale.
Nelle edizioni passate hanno partecipato attivamente associazioni importanti del territorio che da tanti anni si dedicano ai diritti dei bambini, come il CIRCI.
Questo grazie all’aiuto volontario di tante persone, anche molto giovani (la Banda Pelleossa), che gestivano ad esempio uno spazio per i bambini (‘Kinder Cafè’), imparando in pratica cosa significa partecipare attivamente alla vita della città.
C’erano anche banchetti con giochi e libri usati gestiti direttamente dai bambini delle scuole della zona, che prenotavano il loro spazio (mercato della coperta). Parte del ricavato delle vendite finanziava il BiBlù, un autobus/biblioteca per i piccoli ricoverati nei reparti di pediatria dell’ospedale Sant’ Anna, oggi dimesso.
C’era anche un punto dove trovare informazioni su cosa offre la città alle famiglie l’InformaCittà.
Tutti esempi di una grande attenzione agli aspetti pedagogici insiti nell’iniziativa e applicati nel processo di co-progettazione dell’evento.
Situazione attuale (2025):
Con un atto del Comune del 17 aprile 2025 (determinazione dirigenziale n. 811), l’organizzazione completa della Festa delle Famiglie 2025 è stata data all’agenzia Studio Borsetti Srl.
Per questo servizio, il Comune ha speso in totale 48.800 euro (IVA compresa).
La festa si è tenuta il 14, 15 e 16 maggio in Piazza XXIV Maggio.
L’evento ha offerto attività ricreative, spettacoli, distribuzione di gadget e merende gratuite.
Tuttavia, non è risultato alcun coinvolgimento dei servizi comunali storici né delle associazioni educative del territorio che in passato hanno collaborato.
Non sembra che durante l’evento siano state date informazioni o volantini sui servizi pubblici per i genitori, come ad esempio le attività dei Centri per le Famiglie (CpF) e dei Centri Bambini e Famiglie (CBF).
Il gruppo consiliare “La Comune di Ferrara” rileva che:
- Eventi simili organizzati in anni precedenti sono stati caratterizzati da una forte partecipazione dei servizi educativi comunali e da un orientamento pedagogico ben definito, volto a promuovere la genitorialità positiva, l’inclusione, il protagonismo delle famiglie, la rete territoriale dei servizi e il volontariato giovanile.
- L’esclusione dei soggetti storicamente impegnati nel sostegno all’infanzia appare una scelta non coerente con le finalità stesse dell’iniziativa, né con gli indirizzi regionali e comunali in materia di politiche familiari.
Escludere chi da tanto tempo si occupa di aiutare i bambini e le famiglie non sembra in linea con l’obiettivo stesso della festa, né con le indicazioni della Regione e del Comune sulle politiche per le famiglie
Le domande rivolte all’Assessora competente sono quindi le seguenti:
1. Perché sono stati esclusi i Centri per le Famiglie (CpF) e i Centri Bambini e Famiglie (CBF) dall’organizzazione della Festa 2025?
2. È stato preparato un progetto che spieghi gli obiettivi educativi dell’evento? Se sì, questo progetto può essere mostrato al Consiglio comunale?
3. Perché non c’erano informazioni o volantini sui servizi del Comune per le famiglie durante la festa?
4. Come è stata scelta l’agenzia a cui è stata affidata l’organizzazione (Studio Borsetti Srl)? Sono state considerate altre possibilità, magari coinvolgendo le associazioni locali e i servizi del Comune?
5. Come sono stati spesi nel dettaglio i 48.800 euro (con IVA) per organizzare la festa? Si chiede di specificare quanto è costato ogni aspetto, come laboratori, spettacoli e materiale pubblicitario
6. L’Amministrazione pensa che sia giusto, considerando gli obiettivi che si è data (nelle Linee di Mandato e nel PIAO, che sono documenti di programmazione del Comune), dare l’organizzazione completa di una festa educativa per le famiglie a un’agenzia che non si occupa di educazione, senza usare le risorse pubbliche e le capacità che già ci sono in città?
7. Cosa intende fare l’Amministrazione in futuro per coinvolgere i servizi del Comune e le associazioni locali nell’organizzazione delle prossime Feste delle Famiglie?

La Comune di Ferrara, PD e Lista civica Anselmo sulla richiesta di proroga di Cittadini del Mondo
Per iniziativa congiunta dei Guppi consiliari La Comune di Ferrara (Anna Zonari), Lista civica Anselmo (Leonardo Fiorentini) e PD (Davide Nanni) è stato presentato una domanda urgente sulla richiesta di proroga del comodato d’uso per gli spazi di Via Kennedy 24, in essere tra l’Associazione Cittadini del Mondo e il Comune di Ferrara
Ecco cosa sta succedendo con gli spazi di via Kennedy 24:
1. L’accordo è finito da tempo. L’accordo, che permetteva all’Associazione Cittadini del Mondo di usare gratuitamente i locali di via Kennedy 24, è scaduto il 26 febbraio 2024.
2. Una richiesta di rinnovo ignorata. Già nel febbraio 2023, l’associazione aveva chiesto al Comune di rinnovare questo accordo, ma il Comune non ha mai risposto a quella richiesta.
3. L’edificio “in vendita” o da riutilizzare. Nel frattempo, il Comune ha messo l’edificio di via Kennedy 24 nel suo elenco di beni che potrebbero essere venduti o usati in modo diverso in futuro.
4. L’ordine di lasciare i locali con poco preavviso. Il 7 aprile 2025, il Comune ha mandato un’email ufficiale all’associazione dicendo che dovevano lasciare liberi i locali entro il 30 maggio 2025, con un preavviso di poco più di due mesi. Questo perché l’edificio sarebbe passato a un’altra società del Comune.
5. Il lavoro importante dell’associazione. L’Associazione Cittadini del Mondo è lì da trent’anni e fa un lavoro molto utile per la comunità, aiutando gli stranieri a integrarsi e promuovendo la comprensione tra culture diverse. Fanno, per esempio, corsi di italiano per tantissime persone (178!) grazie all’aiuto di tanti volontari.
6. La richiesta di restare ancora un po’. Dato che devono finire le attività che avevano già programmato per quest’anno (come i corsi di italiano ), il 28 aprile 2025 l’associazione ha chiesto al Comune di poter restare ancora per un periodo limitato nella sede attuale, anche se l’accordo originale era finito.
7. La proposta di un altro posto, senza rispondere alla richiesta di restare. Il 12 maggio 2025, la persona del Comune responsabile degli edifici (l’Assessora al Patrimonio) ha risposto proponendo all’associazione di spostarsi in una parte di un altro edificio del Comune, in via Bologna 637. Però, in questa risposta, non ha detto nulla sulla richiesta dell’associazione di poter restare ancora un po’ nella sede di via Kennedy 24.
8. Il posto alternativo non sembra adatto. L’associazione Cittadini del Mondo pensa che l’edificio proposto in via Bologna 637 non sia un buon posto per loro. E’ troppo lontano dal centro, difficile da raggiungere con i mezzi pubblici la sera, si trova su una strada trafficata e un po’ pericolosa, e non ci sono piste ciclabili. Questo renderebbe molto difficoltoso se non impossibile per le persone che usano i loro servizi arrivare fin lì.
Quindi, la situazione attuale è che:
- L’accordo per via Kennedy 24 è scaduto
- Cittadini del Mondo dovrà liberare i locali entro il 30 maggio 2025
- L’associazione ha chiesto di poter restare ancora per un po’ per finire i programmi scolastici che impegnano gli associati.
- Il Comune non ha ancora risposto a questa richiesta di proroga e ha proposto un altro posto che l’associazione ritiene difficile da usare.
Nanni con Zonari e Fiorentini chiedono ora al Comune se ha intenzione di permettere all’associazione di restare ancora in via Kennedy 24, almeno fino a quando non si troverà un altro posto pubblico idoneo, facilmente raggiungibile e dove continuare le numerose attività sociali.

“Definire un modello che sopperisca all’Urban Center”
Anna Zonari interviene a seguito della risposta dell’assessora Chiara Scaramagli alla sua interrogazione sollecitando un modello operativo stabile per applicare il Regolamento del 2017
Leggi sul sito d’origine
“Riconosciamo il valore delle iniziative menzionate nella risposta”, ma servono risposte più puntuali: con queste parole si apre l’intervento di Anna Zonari, a nome del Gruppo consiliare La Comune di Ferrara, a seguito dell‘interrogazione presentata all’assessora Scaramagli in merito all’attuazione del Regolamento comunale per la partecipazione nel governo e nella cura dei beni comuni, dopo la soppressione dell’Urban Center.
Pur apprezzando l’impegno dell’Amministrazione in alcune iniziative partecipative – come “scuole come Beni Comuni” e i progetti europei promossi dall’Unitùà Operativa Progetti Europei – il gruppo consiliare sottolinea come queste azioni, pur significative, non siano equiparabili agli strumenti previsti dal Regolamento del 2017.
“Esiste una distinzione sostanziale tra la natura delle iniziative citate e l’approccio su cui si fondano il Regolamento comunale e la Carta dei Beni Comuni”, afferma Zonari, chiarendo che tali strumenti sono nati per dare seguito all’”autonoma iniziativa dei cittadini singoli e associati”, così come previsto dal principio costituzionale di sussidiarietà.
Nel documento si evidenzia anche la centralità della Carta dei Beni Comuni, descritta come “la base e il fondamento del Regolamento”, e si ricorda come questa sottollinei l’importanza di “lasciare al cittadino la necessità del venire a galla di un’istanza”. Il Regolamento, proprio in virtù di questi presuppopsti, è stato costruito per supportare iniziative che nascono “dal basso”, attraverso forme anche spontanee e proposte formulate direttamente dai cittadini.
Il punto critico, secondo il gruppo consiliare, riguarda però l’assenza di un sistema chiaro per accedere a questi strumenti. “Dalla risposta dell’Assessora non emerge, a nostro avviso, in nessun punto, una chiara e diretta indicazione”, si legge nella nota, “di come l’Amministrazione intenda garantire la continuità e le modalità di espletamento delle funzioni precedentemente attrabuite all’Urban Center”.
Oggi sul sito del Comune è visibile un solo Patto di collaborazione attivo, fatto che, secondo La Comune, non riflette la vivacità civica di Ferrara. Per questo motivo il gruppo propone di “definire urgentemente un modello operativo e organizzativo stabile e accessibile”, che possa costituire “un unico punto di riferimento chiaro e un adeguato supporto a tutte le comunità di pratiche” presenti in città.
Infine, il gruppo consiliare si dice fiducioso che l’assessora voglia dare seguito alle sue stesse parole, avendo lei stessa elencato “gli innumerevoli benefici derivanti dai processi partecipativi”, tra cui “la trasparenza, la valorizzazione delle risorse locali, la rigenerazione urbana e la coesione sociale”. Un impegno che, sottolineano da La Comune, merita di essere concretizzato con strumenti adeguati e accessibili a tutti”.

La Comune di Ferrara. Interrogazione sulla restituzione di fondi ministeriali per progettazioni non utilizzate nell’ambito del PUMS
Una interrogazione de La Comune di Ferrara pone interrogativi sulla restituzione di fondi ministeriali destinati a progettazioni chiave nell’ambito del PUMS Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, che risultano non essere stati utilizzati.
Secondo la Determinazione 2025-935 del 12/05/2025, il Comune di Ferrara ha disposto la restituzione al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti della somma di euro 33.336,00.
Questi fondi facevano parte di un finanziamento ministeriale complessivo di euro 195.000 destinato a diverse attività di progettazione legate al PUMS.
Tra le progettazioni finanziate, in particolare vi erano il Biciplan e campagne e azioni per la divulgazione dei contenuti del PUMS.
L’interrogazione evidenzia che, in merito a queste progettazioni specifiche, la rendicontazione ministeriale indica una spesa sostenuta pari a €0 per il progetto “Biciplan”, a fronte di un anticipo erogato di €15.000. Analogamente, per le “Campagne e azioni per la divulgazione dei contenuti del PUMS”, a fronte di un importo previsto di €15.000, la rendicontazione indica un importo speso pari a €0,00 e si segnala una somma di €7.500,00 non utilizzata.
Questo mancato utilizzo di fondi per aree considerate strategiche solleva preoccupazioni sullo stato di avanzamento di azioni fondamentali per il successo del PUMS.
Il Biciplan, infatti, è riconosciuto come un piano strategico specifico volto a promuovere l’uso della bicicletta e renderla una reale alternativa all’auto, migliorando la qualità della vita urbana. Allo stesso modo, le campagne di comunicazione e divulgazione sono considerate prioritarie per rafforzare il ruolo centrale della bicicletta e aumentare la consapevolezza dei cittadini sulla sua efficacia per la mobilità quotidiana.
Il contesto attuale, da dati forniti dallo stesso monitoraggio del PUMS, vede una riduzione dei decessi stradali (-20%) ma un aumento significativo dei feriti (+13,8%) tra il 2019 e il 2023. Questo rende ancora più urgente l’implementazione completa ed efficace di tutte le azioni previste dal PUMS, comprese quelle di educazione e sensibilizzazione.
L’interrogazione chiede pertanto al Sindaco e alla Giunta di fornire le ragioni specifiche e dettagliate per cui questi importi ministeriali non siano stati completamente utilizzati e restituiti, con particolare riferimento alla mancata spesa per la progettazione del Biciplan (€0,00 spesi) e alla somma non utilizzata per le campagne di divulgazione (€7.500,00).

La Comune di Ferrara: “Risposta su Regolamento Beni Comuni non chiarisce come sostenere le iniziative autonome dei cittadini dopo la soppressione dell’Urban Center”
Il Gruppo Consiliare La Comune di Ferrara prende atto della risposta fornita dall’Assessora Scaramagli alla propria interrogazione riguardante le procedure per l’attuazione del “Regolamento comunale per la partecipazione nel governo e nella cura dei beni comuni”, a seguito della soppressione dell’Urban Center.
Riconosciamo il valore delle iniziative menzionate nella risposta, quali la partecipazione a progetti europei gestiti dall’Unità Operativa Progetti Europei e i progetti del Settore Istruzione come “Scuole come Beni Comuni”. Queste iniziative dimostrano l’impegno dell’Amministrazione a promuovere la partecipazione attiva dei cittadini in specifici progetti e tramite processi partecipativi strutturati gestiti direttamente dall’Amministrazione e legati a finanziamenti esterni o a bandi.
Riteniamo tuttavia fondamentale sottolineare come esista una distinzione sostanziale tra la natura delle iniziative citate e l’approccio su cui si fondano il Regolamento comunale e la Carta dei Beni Comuni, oggetto dell’interrogazione da noi presentata.
In particolare, il Regolamento consente l’applicazione di quanto previsto dal quadro normativo di riferimento che richiama l'”autonoma iniziativa dei cittadini singoli e associati” per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà (Articolo 118, quarto comma, della Costituzione, ripreso dal TUEL e dal Codice del Terzo Settore).
La Carta dei Beni Comuni, definita come “la base e il fondamento per il Regolamento”, sottolinea come la cura “nasce da un sentimento spontaneo” e l’importanza di “lasciare al cittadino la necessità del venire a galla di un’istanza”. Il Regolamento stesso, ispirato a questi principi, è stato concepito per disciplinare e supportare iniziative che nascono “dal basso”, prevedendo diverse modalità attuative, incluse le “attività spontanee” e quelle che prendono avvio da una “Proposta di Patto di collaborazione” formulata dai cittadini.
Dalla risposta dell’Assessora, tuttavia, non emerge, a nostro avviso, in nessun punto, una chiara e diretta indicazione di come l’Amministrazione intenda garantire la continuità e le modalità di espletamento delle funzioni precedentemente attribuite all’Urban Center. Non viene chiarita quale sia l’attuale procedura unica e centralizzata per un cittadino o un comitato che desideri avviare un’iniziativa di cura o governo di un bene comune secondo il dettato del Regolamento del 2017.
Considerando che la cura dei beni comuni nasce dall’esperienza vissuta dai cittadini, che nella nostra città sono numerosi i comitati civici e i gruppi informali attivi, che sul sito del Comune di Ferrara compare ad oggi un solo Patto di collaborazione in essere, proponiamo di definire urgentemente un modello operativo e organizzativo stabile e accessibile che garantisca la piena funzionalità degli strumenti previsti dal Regolamento, un unico punto di riferimento chiaro e un adeguato supporto a tutte le comunità di pratiche.
L’Assessora elenca correttamente gli innumerevoli benefici derivanti dai processi partecipativi, tra cui la rilevazione dei bisogni della cittadinanza, il miglioramento delle decisioni, il rafforzamento della fiducia, la trasparenza, la promozione della cittadinanza attiva, la valorizzazione delle risorse locali, la rigenerazione urbana e la coesione sociale. Ci auguriamo pertanto voglia sostenere questa iniziativa.