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«Festa delle famiglie più ludica» Ma La Comune contesta ancora
La “nuova” Festa delle famiglie, a partire dal format sperimentato a maggio e in prospettiva futura, è «connotata da una natura ludica, ricreativa, laboratoria- le e socializzante, con l’intento di diventare un’occasione unica informale di apprendimento». Si è inoltre ritenuto opportuno «adottare anche una strategia comunicativa diversificata, affiancando ai canali tradizionali (come le newsletter) anche modalità innovative, volte ad intercettare in maniera più efficace e capillare i diversi target familiari presenti sul territorio». Così l’assessore Cristina Coletti, nel rispondere ad un’interpellanza de La Comune, spiega perché «si è optato di demandare l’organizzazione e la realizzazione degli eventi ad un soggetto terzo», che ha poi messo a punto tre giornate con 18 laboratori, 10 attività d’intrattenimento ed animazione, e due spettacoli, «ad integrazione delle attività che vengono svolte dal Centro per bambini e famiglie, regolarmente attivo durante la festa». scelta del Comune, conclude Coletti, peraltro è «potenziare e rimodulare le attività presenti nel Centro per le famiglie».
Insoddisfatta Anna Zonari (La Comune), «quasi 49mila euro per una festa senza anima educativa. L’amministrazione Fabbri ha affidato l’intera organizzazione della Festa delle famiglie a un’agenzia privata, escludendo i Centri per le famiglie, le associazioni storiche e i volontari del territorio. Nessun progetto pedagogico, nessuna promozione dei servizi comunali». Zonari lamenta la mancata risposta ai sette quesiti, anche sui criteri di scelta.
Condanna delle violazioni del diritto internazionale da parte di Israele e impegni del Comune di Ferrara per la Palestina
Ordine del Giorno di condanna per violazioni diritto internazionale e impegni per la Palestina presentato dai Gruppi Consiliari di minoranza (prima firmataria Cons. A. Zonari)
PREMESSO CHE
– La situazione nel Territorio palestinese occupato appare ogni giorno più drammatica.
– Nella Striscia di Gaza, la risposta militare israeliana agli attacchi di Hamas e Jihad islamica del 7 ottobre 2023 al 6 giugno 2025 ha mietuto 54.607 vittime palestinesi, almeno il 55% delle quali sono donne, anziani e minori. Il 92% delle unità abitative è distrutto o gravemente danneggiato; almeno 1.1 milioni di persone hanno bisogno urgente di un riparo, e le restrizioni all’accesso degli aiuti umanitari imposte da Israele rendono estremamente difficile procurarsi beni di prima necessità quali acqua, cibo e medicinali. La violenza militare non ha risparmiato gli ospedali:
solo 17 delle 36 strutture ospedaliere della Striscia sono (parzialmente) funzionanti e i restanti presidi sanitari non sono in grado di garantire le cure essenziali, a causa delle precarie condizioni di sicurezza e della scarsità delle forniture mediche. Tra le 10.500 e le 12.500 persone, tra cui almeno 4.000 bambini, hanno urgente bisogno di essere evacuati per ricevere cure mediche non disponibili nella Striscia. (https://www.ochaopt.org/content/reported-impact-snapshot-gaza-strip-4-june-2025).
– In Cisgiordania e a Gerusalemme est, le misure repressive dell’Autorità occupante che da 58 anni condizionano la vita dei palestinesi sono state ulteriormente inasprite, portando all’uccisione di almeno 986 palestinesi, all’arresto di almeno 17.000 presunti membri della
resistenza palestinese, alla deportazione o al trasferimento forzato di almeno 40.000 persone, incluse migliaia donne e bambini. La violenza dei coloni dilaga nell’indifferenza, se non con la connivenza, delle truppe occupanti (https://www.ochaopt.org/content/west-bank-monthly-
snapshot-casualties-property-damage-and-displacement-april-2025, 27 maggio 2025 e https://www.arabnews.com/node/2600846/middle-east, 15 maggio 2025).
– La condotta israeliana è stata aspramente criticata, fra gli altri, dal Segretario generale Antonio Guterres, da diversi Rappresentanti speciali delle Nazioni Unite, dal Consiglio per i diritti umani dell’ONU, oltreché dalla Commissione indipendente d’inchiesta per il Territorio palestinese occupato.
CONSIDERATO CHE
I dati inclusi in questo documento sono relativi all’ultimo aggiornamento disponibile al momento del lancio di questo appello. I dati aggiornati si trovano sul sito dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) consultabile a questo link https://www.ochaopt.org/
Il 19 luglio 2024, la Corte internazionale di giustizia (CIG) delle Nazioni Unite ha reso (su richiesta dell’Assemblea generale) un parere sulle conseguenze giuridiche derivanti dalle politiche e prassi d’Israele nel Territorio palestinese occupato, inclusa Gerusalemme est. La CIG ha riconosciuto che la costruzione e l’espansione delle colonie, la restrizioni alla libertà di movimento e le demolizioni di proprietà palestinesi nel Territorio palestinese occupato, la costruzione del Muro, le confische e requisizioni di terreni palestinesi, l’estensione della legislazione israeliana a Gerusalemme est e nelle colonie, l’adozione di leggi discriminatorie nei confronti dei Palestinesi, lo sfruttamento delle risorse
naturali e le deportazioni forzate dei Palestinesi non costituiscono solamente una violazione delle norme internazionali sull’occupazione, ma integrano anche una violazione grave del diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese, del divieto di acquisizione territoriale attraverso la minaccia e l’uso della forza e dell’art. 3 della Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, che vieta la segregazione razziale e l’apartheid. Tali prassi e politiche hanno reso illegale la presenza stessa, civile e militare, di Israele nel Territorio palestinese occupato. Ne discende, secondo la Corte, l’obbligo per Israele di porre fine, il più rapidamente possibile, alla sua
presenza illegale nel Territorio palestinese, smantellando le colonie, ritirando le proprie truppe, e smettendo di esercitare qualunque forma di controllo effettivo sul Territorio palestinese. E si tratta, peraltro, di un obbligo assoluto, che non può essere condizionato in alcun modo all’esito del negoziato con i Palestinesi, né alle ragioni di sicurezza invocate da Israele.
Come chiarito dalla stessa Corte, del resto, l’accertamento della responsabilità israeliana per queste gravi violazioni di norme di diritto internazionale cogente comporta anche una serie di importanti conseguenze in capo agli Stati terzi. In base alle norme di diritto internazionale generale codificate negli articoli 41 e 42 del Progetto di articoli sulla responsabilità degli Stati elaborato dalla Commissione
del diritto internazionale nel 2001, essi hanno infatti l’obbligo di non riconoscere come lecita la situazione derivante dalla presenza di Israele nel Territorio palestinese, e sono tenuti a non prestare aiuto o assistenza al mantenimento di tale situazione.
Essi devono inoltre cooperare per porre fine a tale situazione. La rilevanza di tali obblighi è stata ribadita anche dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nella risoluzione ES-10/24 del 18 settembre 2024.
VISTO CHE
Al contempo, l’accertamento dell’esistenza di un rischio imminente di genocidio effettuato dalla CIG nell’ordinanza cautelare resa il 26 gennaio 2024, nell’ambito della controversia Sudafrica c. Israele, sollecita la responsabilità degli altri Stati parte della Convenzione per la prevenzione e la repressione del genocidio (fra cui l’Italia), sui quali grava l’obbligo di fare tutto quanto è in proprio potere per
prevenire la commissione di un genocidio, o per porre fine a un genocidio in corso.
Come, inoltre, la stessa CIG ha riconosciuto nell’ordinanza cautelare resa il 30 aprile 2024 nella controversia Nicaragua c. Germania, il diritto internazionale impone agli Stati terzi obblighi precisi in relazione al trasferimento di armi ad una parte in conflitto, allo scopo di evitare il rischio che tali armi vengano utilizzate in violazione del diritto internazionale umanitario e della Convenzione contro il genocidio.
RITENUTO CHE
In attuazione di questi obblighi, lo Stato italiano è tenuto a:
1. interrompere qualunque fornitura di armi, componenti d’arma, tecnologie e servizi militari allo Stato di Israele;
2. rivedere le proprie relazioni economiche, politiche, accademiche, sociali e culturali con lo Stato di Israele, interrompendo immediatamente qualunque relazione che possa rafforzare o giustificare la commissione di gravi violazioni del diritto internazionale da parte di Israele o ostacolare l’esercizio del diritto di autodeterminazione del popolo palestinese e astenendosi dall’intrattenere con Israele qualunque relazione economica o commerciale che riguardi il Territorio palestinese occupato o parte di esso che possa in qualunque modo supportare la presenza illegale di Israele in quel Territorio;
3. adottare provvedimenti adeguati per impedire che cittadini italiani e imprese incorporate nel territorio italiano intrattengano relazioni commerciali o di investimento che contribuiscono al mantenimento della situazione illegale creata da Israele nel Territorio palestinese occupato;
4. attivarsi, in sede europea, per chiedere e ottenere la sospensione dell’Accordo di associazione con Israele, che dovrebbe essere basato sul rispetto dei diritti umani e dei valori democratici;
5. farsi portavoce di e sostenere sul piano internazionale qualunque iniziativa politica volta a fare pressione sullo Stato di Israele, con l’obiettivo di indurlo a desistere dalla commissione dei gravi illeciti internazionali di cui si è reso responsabile;
6. collaborare in modo proattivo e tempestivo con altri Stati e meccanismi di giustizia internazionale che intraprendono indagini e azioni penali su presunti crimini di diritto internazionale commessi a Gaza o in Israele, compresa la Corte penale internazionale;
7. valutare, anche in sede europea, l’adozione di misure restrittive contro la leadership militare e politica israeliana (es. congelamento dei beni, travel ban) analoghe a quelle che sono state adottate contro la Russia e l’establishment russo, a seguito dell’illecita invasione dell’Ucraina.
PRESO ATTO CHE
– Nel quadro degli obblighi statuali così delineati, si colloca la posizione degli enti territoriali. Anche questi ultimi sono, infatti, tenuti ad assicurare l’attuazione di tali obblighi nella misura in cui essi intercettano competenze e prerogative loro proprie.
– Sotto quest’ultimo profilo, occorre infatti ancora precisare, con riferimento anzitutto alle Regioni, la stessa Corte costituzionale ha da tempo riconosciuto una valenza extraterritoriale alle loro competenze. In quanto enti politici e a fini generali, esse possono infatti perseguire gli
interessi della propria comunità di riferimento anche oltre i propri confini amministrativi (v. C. Cost. n. 276/1991).
Del resto, l’art. 117 comma 2, lett. a) Cost., per come modificato dalla l. cost. n. 3/2001, rimette certamente alla potestà legislativa esclusiva dello Stato la politica estera, i rapporti con gli altri soggetti dell’ordinamento internazionale inclusa l’Unione europea, ma le Regioni e gli stessi enti locali non vi sono del tutto estranei.
– E ciò è quanto discende, innanzitutto, dal riformato art. 114 Cost., che riconosce ormai a tutti gli enti sub-statali – Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni – la natura di enti costitutivi della Repubblica in una condizione di parità con lo Stato medesimo. D’altronde, è lo stesso art. 117, comma 9 a riconoscere un vero e proprio potere estero in capo alle Regioni, titolari, anche secondo la stessa Corte costituzionale, di una propria legittimazione se non di una vera e propria soggettività di diritto internazionale al pari dello Stato (C. Cost. sent. nr. 238/2004 e 258/2004).
– É del resto, ancora, lo stesso comma 1 dell’art. 117 a richiedere, sul piano legislativo, tanto allo Stato quanto alle stesse Regioni il rispetto della Costituzione – qui basterebbe richiamare l’art. 11 Cost. –, dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e di quelli discendenti dagli obblighi internazionali. A ciò si aggiunga che il successivo comma 5 richiama, di nuovo, le Regioni all’attuazione e all’esecuzione degli accordi internazionali; dovere che opera tanto a livello legislativo quanto, di conseguenza, sul piano più strettamente amministrativo.
– Sotto questo profilo, pertanto, si pensi anche solo alle ricadute che il rispetto degli obblighi internazionali prima descritti potrebbe e dovrebbe produrre nelle materie di competenza legislativa concorrente (tra Stato e Regioni) individuate dall’art. 117, comma 3 Cost., come, fra le altre, i rapporti internazionali delle Regioni; il commercio con l’estero; la ricerca scientifica e tecnologica e il sostegno all’innovazione per i settori produttivi.
– Il rispetto e l’attuazione delle norme internazionali, d’altro canto, sono doveri cui sono tenuti anche gli stessi enti locali, secondo quanto previsto già dall’art. 2 del d.lgs. n. 112/1998.
Anche la c.d. Legge La Loggia, l. n. 131/2003, attribuisce, del resto, all’art. 6 u.c., un potere estero, sia pure più circoscritto, a Comuni, Province e Città metropolitane, ammettendo che anche questi enti possano svolgere attività di mero rilievo internazionale nelle materie loro
attribuite.
– E cosa debba intendersi per attività di mero rilievo internazionale è aspetto già chiarito dalla Corte costituzionale sin dalla nota sent. nr. 179/1987, che ne ha riconosciuto la natura di catalogo aperto.
A titolo perciò meramente esemplificativo vi possono rientrare tutte quelle attività già elencate nel d.p.r. 31 marzo 1994, nonché quelle ulteriori che potrebbero essere identificate dalle stesse autonomie locali con la sola eccezione della stipula di veri e propri accordi internazionali.
– Tra le attività di mero rilievo internazionale – a norma del d.p.r. ora citato – possono quindi essere menzionate quelle concernenti:
a) studio e informazione su problemi vari; scambio di notizie e di esperienze sulla rispettiva disciplina normativa o amministrativa; partecipazione a conferenze, tavole rotonde, seminari; visite di cortesia nell’area europea; rapporti conseguenti ad accordi o forme associative finalizzati alla collaborazione interregionale transfrontaliera;
b) visite di cortesia nell’area extraeuropea, gemellaggi, enunciazione di princìpi e di intenti volti alla realizzazione di forme di consultazione e di collaborazione da attuare mediante l’esercizio unilaterale delle proprie competenze; formulazione di proposte e prospettazione di problemi di comune interesse, contatti con le comunità regionali all’estero ai fini della informazione sulle normazioni delle rispettive Regioni e della conservazione del patrimonio culturale d’origine. E ad esse, ancora, possono aggiungersi anche la partecipazione ad eventi e manifestazioni
promozionali e tutte quelle attività promozionali, collegate a competenze degli enti locali, tese a favorire il loro sviluppo economico, sociale e culturale.
– Va da sé, pertanto, che rispetto ad esse gli enti territoriali possono anche decidere di assumere una condotta omissiva, ovvero rifiutarsi di porre in essere rapporti internazionali di questo tipo quando sia coinvolto, a vario titolo, lo Stato di Israele.
Tutto ciò premesso,
SI PROPONE
– Che questa Amministrazione Comunale, per le ragioni innanzi esposte e nel rispetto dei limiti dati dalle proprie competenze:
1) si astenga dal concludere e provveda ad avviare la procedura per la sospensione di qualunque eventuale accordo internazionale con lo Stato di Israele o intesa conclusa con enti territoriali interni ad Israele, che abbia ad oggetto il Territorio palestinese occupato o parte di esso, o che possa in qualunque modo supportare la presenza illegale di Israele in quel Territorio;
2) effettui una tempestiva ricognizione di tutte quelle attività promozionali, di scambio commerciale, culturale e sociale, nonché delle attività di mero rilievo internazionale con lo Stato di Israele oggetto di richiamo per le sue condotte da parte della Corte Internazionale di Giustizia;
3) si astenga dal concludere e provveda a sospendere qualunque eventuale accordo economico,
commerciale, culturale e di ogni altra natura con le aziende ed istituzioni provenienti dalle colonie illegali, o che abbiano qualunque tipo di interesse nelle stesse;
4) garantisca una adeguata accoglienza sanitaria e umanitaria ai profughi palestinesi in fuga dal conflitto e incentivi la cooperazione con i presidi sanitari nel territorio occupato, in primis nella Striscia di Gaza;
5) provveda ad esplicitare nelle forme e nei modi più opportuni e nei limiti delle proprie competenze ogni forma di sostegno e solidarietà al popolo palestinese e la condanna delle condotte criminali israeliane, ad esempio:
● ponendo particolare attenzione nella richiesta di concessione di patrocinio a eventi culturali o sportivi, in particolare quando tali iniziative sono patrocinati, finanziati o sostenuti dall’Ambasciata di Israele, dal governo israeliano o da sue emanazioni ufficiali;
● esponendo nei palazzi istituzionali manifesti, striscioni o grafiche a sostegno del cessate il fuoco e contro apartheid e crimini internazionali;
● organizzando, promuovendo e partecipando ad eventi e tavole rotonde per sostenere il cessate il fuoco e il rispetto delle ordinanze e dei pareri della CIG, delle raccomandazioni dell’Assemblea generale dell’ONU e in generale la centralità del diritto internazionale e dei meccanismi di giustizia ad esso afferenti;
● incentivando le relazioni con enti territoriali omologhi palestinesi nel Territorio occupato;
● sostenendo, incentivando e valorizzando ogni forma di cooperazione con le organizzazioni della società civile palestinese e le istituzioni culturali palestinesi presenti nel Territorio occupato;
● sostenendo il lavoro dei difensori dei diritti umani e delle associazioni e delle reti israeliane e palestinesi che promuovono il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale nel Territorio palestinese occupato.
6) si attivi, soprattutto in caso di intreccio di competenze, nelle sedi di raccordo istituzionali (Conferenza Stato-Regioni, Conferenza Unificata, etc.) e amministrative (cabine di regia, tavoli di concertazione, conferenze di servizi, etc.) più opportune, nonché tramite le proprie associazioni rappresentative (ANCI e UPI), affinché il rispetto degli obblighi internazionali di cui sopra sia assicurato anche a livello statale,
di Unione europea e delle altre organizzazioni sovranazionali di cui l’Italia è membro.

Piste ciclabili e sicurezza stradale, La Comune chiede chiarimenti sul Pums –
Chiesta la velocità dei veicoli registrati dai sensori negli “impianti semaforici intelligenti”
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Lo stato di attuazione del Piano urbano della mobilità sostenibile, fra monitoraggio degli obiettivi e dati relativi alle piste ciclabili, alla sicurezza stradale e alla partecipazione cittadina, è al centro di un’interrogazione da parte del Gruppo La Comune di Ferrara.
Un intervento accompagnato dalla premessa che “il Consiglio comunale di Ferrara ha deliberato l’approvazione del Piano urbano della mobilità sostenibile nel dicembre 2019”, che nell’interrogazione del 27 gennaio scorso il Gruppo consiliare La Comune di Ferrara ha chiesto chiarimenti in merito allo stato di attuazione del Pums, e che “i dati complessivi sull’incidentalità non sono disaggregati o collegati all’elenco specifico di ‘azioni’ previste dal Pums e attuate dall’Amministrazione”.
La consigliera di opposizione Anna Zonari ha evidenziato che inoltre “non è fornita una valutazione chiara dell’efficacia di ciascun intervento, mancando del tutto il nesso causa-effetto tra gli interventi citati e l’incidentalità (per esempio Zone 30, Speed Check, ampliamento rete ciclabile, attraversamenti rialzati), ovvero sulla riduzione specifica degli incidenti o dei feriti, rendendo complessa la comprensione dell’impatto reale di ogni singola misura”
Da qui a una serie di domande rivolte al sindaco e alla Giunta per sapere “come si relazionano i dati sulla sicurezza stradale presentati con gli obiettivi di breve periodo del Pums, in particolare quelli relativi al monitoraggio del 2022 e quali sono gli specifici indicatori e target per ogni macro-obiettivo del Pums per il prossimo biennio”, e “se sono disponibili o verranno resi disponibili dati disaggregati che permettano di valutare l’impatto e l’efficacia di ciascuna delle specifiche azioni intraprese per la sicurezza stradale sulla riduzione dell’incidentalità e, in particolare, degli infortuni e dei decessi a carico delle utenze vulnerabili”.
Un’ulteriore domanda ha riguardato la possibilità di sapere “se il Comune si sta interfacciando con Hera per ottenere i dati orari di numero transiti (conteggio) e velocità veicoli (media e massima) registrati dai sensori installati negli impianti semaforici intelligenti (circa 50) presenti sul territorio comunale e quali dati di flusso sono stati raccolti”.
La Comune ha chiesto anche “chiarimenti sullo stato attuale e la piena operatività del ‘Cruscotto di monitoraggio’. In particolare, se ha subito o sta subendo problematiche tecniche (ad esempio in seguito al pesante attacco hacker di luglio
2023), specificando le misure adottate per la sua piena funzionalità”, e “quali siano i tempi e le modalità con cui l’Amministrazione intenda garantire la piena trasparenza e accessibilità dei dati raccolti”, provvedendo “alla loro sistematizzazione e pubblicazione sul portale open data del Comune di Ferrara”.
Il Gruppo di minoranza ha concluso, chiedendo “quale è il criterio per cui tratti di strada, anche molto ampi, come il collegamento tra Ferrara e San Nicolò, sono classificati come ciclabili nonostante siano percorsi oggettivamente pericolosi per i ciclisti senza alcuna infrastruttura o segnaletica ciclabile”.

Rifiuti. La Comune e i 5 Stelle chiedono quando si procedere con il nuovo affidamento
Un question time verrà discusso nel prossimo consiglio comunale del 23 giugno cisto che non è ancora stato presentato l’atto di indirizzo politico promesso dal vicensindaco
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Durante il prossimo consiglio comunale del 23 giugno si discuterà un question time per fare chiarezza sulle tempistiche e sulle modalità con cui l’Amministrazione intende procedere nella definizione del nuovo affidamento della gestione del servizio rifiuti.
A presentarlo è stata Anna Zonari (La Comune di Ferrara) al termine di un lavoro condiviso anche con la consigliera Marzia Marchi (Movimento 5 Stelle). “Il question time – fanno sapere – è stato formalmente depositato da La Comune di Ferrara, ma nasce da un’iniziativa condivisa e sostenuta anche dal Movimento 5 Stelle e solo per ragioni esclusivamente tecniche, legate alle modalità previste per la presentazione della richiesta, figura una sola firma”.
La richiesta intende sollecitare l’Amministrazione chiedendo “quali siano le tempistiche previste per la presentazione in Consiglio Comunale dell’annunciato atto di indirizzo politico per il nuovo affidamento della gestione del servizio rifiuti e in particolare se tale atto verrà preceduto da ulteriori momenti di confronto, anche in commissione, con i consiglieri e la cittadinanza”.
Nel documento protocollato viene fatto notare che “la concessione per la gestione del servizio dei rifiuti urbani affidata ad Hera è scaduta alla fine del 2017 e, da allora, Hera ne prosegue la gestione in regime di proroga”.
Viene anche ricordato che “il 19 dicembre 2024 si è tenuta una commissione consiliare informativa, durante la quale sono stati presentati due studi di fattibilità — realizzati rispettivamente dall’Università di Ferrara e dalla Rete Giustizia Climatica — in merito alla possibilità di gestione in house del servizio di raccolta e gestione dei rifiuti”.
Proprio in quella sede “il vicesindaco Balboni ha annunciato l’intenzione di portare entro i primi mesi del 2025 in Consiglio Comunale un atto di indirizzo politico, per consentire al Consiglio di esprimersi in modo consapevole sulla scelta tra gara pubblica e gestione in house”.

Rifiuti, La Comune: “A che punto è l’iter per l’affidamento della gestione del servizio?”
Il Gruppo di opposizione chiede se l’atto sarà “preceduto da ulteriori momenti di confronto”
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Il nuovo affidamento per la gestione del servizio rifiuti è al centro di una richiesta, proveniente dal Gruppo consiliare La Comune di Ferrara.
Una richiesta accompagnata dalla premessa che “la concessione per la gestione del servizio dei rifiuti urbani affidata a Hera è scaduta alla fine del 2017 e, da allora, Hera ne prosegue la gestione in regime di proroga”, e che “il 19 dicembre 2024 si è tenuta una Commissione consiliare informativa, durante la quale sono stati presentati due studi di fattibilità — realizzati rispettivamente dall’Università di Ferrara e dalla Rete Giustizia Climatica — in merito alla possibilità di gestione in house del servizio di raccolta e gestione dei rifiuti”.
Il Gruppo presieduto da Anna Zonari ha ricordato che “in quella sede, il vicesindaco Balboni ha annunciato l’intenzione di portare entro i primi mesi del 2025 in Consiglio Comunale un atto di indirizzo politico, per consentire al Consiglio di esprimersi in modo consapevole sulla scelta tra gara pubblica e gestione in house”.
Da qui alla richiesta all’Amministrazione per sapere “quali siano le tempistiche previste per la presentazione in Consiglio comunale dell’annunciato atto di indirizzo politico per il nuovo affidamento della gestione del servizio rifiuti e in particolare se tale atto verrà preceduto da ulteriori momenti di confronto, anche in commissione, con i consiglieri e la cittadinanza”.

Rifiuti: La Comune di Ferrara e Movimento 5 Stelle interrogano l’Amministrazione sull’iter per il nuovo affidamento del servizio
Il gruppo politico “La Comune di Ferrara” e il “Movimento 5 stelle” chiedono chiarimenti sulla gestione dei rifiuti in città.
La situazione attuale.
Il contratto per la gestione dei rifiuti urbani con la ditta Hera è scaduto alla fine del 2017
Nonostante la scadenza, Hera continua a gestire il servizio, ma solo con una proroga temporanea
Cosa è successo in passato.
Il 19 dicembre 2024, si è tenuta una riunione del Consiglio Comunale dove sono stati presentati due studi da parte dell’Università di Ferrara e della Rete Giustizia Climatica.
Questi studi hanno analizzato la possibilità che il Comune gestisca direttamente il servizio di raccolta e gestione dei rifiuti, anziché affidarlo a una ditta esterna (questa opzione si chiama “gestione in house”)
Durante quella riunione, il Vicesindaco Balboni aveva annunciato l’intenzione di portare al Consiglio Comunale, entro i primi mesi del 2025, una proposta per decidere in modo consapevole se optare per una nuova gara d’appalto pubblica o per la gestione diretta da parte del Comune
La Comune di Ferrara e Movimento 5 stelle chiedono all’Amministrazione:
- Quali sono le tempistiche previste per la presentazione in Consiglio Comunale di questa importante proposta sulla futura gestione dei rifiuti?
- Ci saranno altri momenti di discussione e confronto, magari anche in commissione, con i consiglieri e, soprattutto, con i cittadini, prima che venga presa questa decisione?

Verde Urbano a Ferrara: La Comune di Ferrara chiede chiarezza e continuità sull’impegno per gli interventi straordinari
Il Gruppo Consiliare La Comune di Ferrara ringrazia il Vicesindaco Alessandro Balboni per la puntuale risposta alla nostra interrogazione sugli interventi straordinari al verde urbano, un tema di fondamentale importanza per la qualità della vita nella nostra città e per il futuro sostenibile di Ferrara. Prendiamo atto dei dettagli forniti in merito alla gestione del Contratto di Servizio con Ferrara Tua srl e ai meccanismi di contabilizzazione delle spese. Tuttavia, non possiamo non evidenziare una forte criticità che emerge chiaramente dai dati di bilancio: l’allocazione di zero euro per gli interventi straordinari al verde urbano nel bilancio 2025 .
Pur comprendendo le complesse dinamiche di bilancio e la necessità di dare priorità agli investimenti legati al PNRR, come spiegato dal Vicesindaco, la totale assenza di fondi per interventi straordinari, che erano invece consistenti negli anni precedenti (quasi 1,5 milioni di euro nel 2024), rappresenta un segnale preoccupante.
Ci viene assicurato che la previsione di spesa per il 2025 sarà aggiornata ad una ‘cifra congrua’ nel corso dell’anno, tramite l’integrazione di una nuova scheda tecnica nel contratto ordinario con Ferrara Tua per garantire interventi di sicurezza urgenti. Apprezziamo la volontà di trovare soluzioni operative, ma chiediamo: quale sarà questa cifra ‘congrua’ e con quali tempistiche precise verrà formalizzata? La gestione e la valorizzazione del patrimonio verde non possono essere oggetto di improvvisazione o dipendere da riassestamenti in corso d’opera. Il verde urbano è una risorsa strategica per la nostra città , essenziale per la protezione della biodiversità, il miglioramento della qualità dell’aria, la regolazione del microclima e la mitigazione del rischio di allagamenti, in linea con le priorità europee e gli studi come quello di ISPRA. La pianificazione strategica del verde riveste un ruolo centrale per integrare le singole iniziative in una visione di medio-lungo termine. Un’allocazione iniziale di zero euro in bilancio per una voce così vitale invia un messaggio di discontinuità e potenziale rallentamento in un settore che richiede invece costante attenzione e investimento.
Non possiamo permetterci di compromettere la sicurezza e la salute del nostro patrimonio arboreo, né di rallentare i progetti di forestazione urbana che la stessa Amministrazione promuove. Chiediamo quindi che, in attesa dell’annunciato aggiornamento, l’Amministrazione si impegni fin da subito a fornire la massima trasparenza su quali interventi saranno garantiti nel 2025 e con quali risorse , per assicurare ai cittadini di Ferrara la continuità della cura e della valorizzazione del nostro prezioso verde urbano. Ferrara,

Zonari: “Celebrare il 2 giugno vuol dire anche ribadire il valore del voto”
La consigliera de La Comune di Ferrara: “Tra pochi giorni, l’8 e 9 giugno, saremo nuovamente chiamati ad esprimerci con un referendum. Andare a votare è un diritto, ma anche un dovere verso la nostra storia e verso le generazioni future”
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“Oggi celebriamo una data fondativa della nostra democrazia: il giorno in cui, con un referendum, l’Italia scelse la Repubblica.
Era il 2 giugno 1946. Per la prima volta votarono anche le donne, segnando un passaggio epocale non solo istituzionale, ma anche culturale e sociale”.
Sceglie queste parole la consigliera comunale di minoranza del La Comune di Ferrara Anna Zonari per celebrare la Festa della Repubblica.
“Quella scelta – prosegue – fu un atto di coraggio collettivo, una risposta popolare alla ferita profonda lasciata dal fascismo e dalla guerra. È importante ricordare che i referendum in Italia sono sempre stati fondamentali per apportare la voce dei cittadini e delle cittadine”.
La Repubblica nacque dunque “con l’impegno di costruire un Paese fondato sulla libertà, sull’uguaglianza, sul lavoro, sulla giustizia sociale e sulla pace: i principi che la nostra Costituzione ha scolpito come guida per l’azione pubblica e per la convivenza civile”.
“Come consigliera comunale di minoranza e parte del progetto civico La Comune di Ferrara – prosegue Zonari -, sento oggi la responsabilità di onorare questa ricorrenza non solo con la memoria, ma con l’impegno quotidiano a rendere la nostra città più democratica, trasparente, inclusiva e solidale”.
“Essere Repubblica oggi – dice – significa restituire voce alle cittadine e ai cittadini, rimettere al centro il bene comune e difendere spazi di partecipazione reale contro ogni forma di autoritarismo, disuguaglianza e indifferenza”.
“Per questo – conclude -, ricordare il 2 giugno vuol dire anche ribadire il valore del voto, della partecipazione attiva, dell’impegno civico. Tra pochi giorni, l’8 e 9 giugno, saremo nuovamente chiamati ad esprimerci con un referendum. Andare a votare è un diritto, ma anche un dovere verso la nostra storia e verso le generazioni future: è un modo per prenderci cura della democrazia, ogni giorno. Buona Festa della Repubblica a tutte e tutti”.

Condominio Garibaldi. Zonari e Nanni vogliono chiarimenti sui lavori
I due consiglieri interrogano la giunta per capire se siano state concesse tutte le autorizzazioni necessarie per i lavori
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Torna a far discutere l’area cortiliva nel condominio Garibaldi con Anna Zonari (La Comune di Ferrara) e Davide Nanni (Pd) che co-firmano un’interrogazione sulle problematiche segnalate dai residenti del comitato “Per un giardino verde”. Problematiche che fanno riferimento ad aree verdi interessate da operazioni edilizie nel condominio con accesso carrabile da via Fiume 3/b.
Zonari e Nanni fanno notare che “diverse segnalazioni sono state trasmesse dal Comitato agli uffici comunali competenti presupponendo un sospetto di abuso edilizio nelle aree in quanto parte del terreno dell’area area verde è stato coperto con strato di stabilizzato (materiale impermeabilizzante) e ghiaia, a scopo di produrre parcheggi per posti auto, determinando così una modifica della destinazione d’uso dei terreni”.
Inoltre, nelle ultime settimane, “sono comparsi cartelli relativi all’avvio di lavori di costruzione e recinzione” e “il titolare dei lavori ha provveduto a installare autonomamente cartelli recanti l’iscrizione ‘posto auto riservato’ nello stradello di accesso carrabile utilizzato dai condomini”. Uno stradello che ha “storicamente svolto la funzione di accesso carrabile e pedonale, con servitù di passaggio, per tutti i condomini che si affacciano sulle aree cortilive interne da cui si accede in via Fiume 3/b”.
Proprio su questo passaggio “Acer, già proprietaria dell’area verde in questione, ha più volte comunicato il divieto di sosta, in quanto spazio comune”.
Una situazione per cui i due consiglieri chiedono al Comune se sia a conoscenza della situazione e “se gli Uffici comunali preposti abbiano rilasciato specifiche autorizzazioni per le pratiche di vendita o affitto di posti auto sullo stradello”.
Chiedono quindi “se sia stata effettuata la puntuale verifica che i lavori comunicati siano compatibili con la funzione di servitù carrabile e pedonale svolta dallo stradello” e se “l’area di parcheggio sia coerente con la destinazione d’uso”.
Un monitoraggio attento lo vorrebbero anche sul piano di abbattimento degli alberi e sul conseguente piano di ripiantumazione.

La Comune di Ferrara (Zonari) e il PD (Nanni) chiedono al Sindaco una verifica di regolarità sui lavori effettuati nell’area verde del condominio di Via Fiume 3/b
I consiglieri Anna Zonari (La Comune di Ferrara) e Davide Nanni (PD) hanno presentato al Presidente del Consiglio Comunale e al Sindaco di Ferrara una interrogazione riguardante le problematiche sollevate dal Comitato per un giardino verde di Via Fiume 3/b circa operazioni edilizie in un’area verde e su una strada interna di accesso veicolare.
Lo scopo dei residenti è quello di proteggere uno spazio verde che c’è da tanto tempo nel cortile del loro complesso e di difendere il loro diritto di passare liberamente (anche con le auto) sulla strada di accesso che parte da via Fiume 3/b e raggiunge le loro abitazioni.
I problemi segnalati dal Comitato al Comune riguardano il sospetto che siano stati fatti dei lavori non a norma
In particolare, una parte dell’area verde è stata coperta da uno strato di stabilizzato (materiale impermeabilizzante) e ghiaia per creare dei parcheggi, modificando, in questo modo, la destinazione d’uso del terreno.
Il Comune, in relazione ad una specifica porzione di quest’area, ha confermato che si è trattato di un abuso edilizio a cui è seguita una richiesta per regolarizzare la situazione (una “CILA in sanatoria”), che l’ufficio del Comune ha esaminato dando un parere favorevole
Nelle ultime settimane sono comparsi cartelli che annunciano lavori (anche per fare una recinzione) proprio dentro l’area verde, basati su quel permesso di regolarizzazione
Allo stesso tempo, chi sta facendo i lavori ha messo di sua iniziativa dei cartelli con scritto “posto auto riservato” sulla stradina di accesso che i residenti usano per le loro case.
Questa stradina è sempre stata usata da tutti i residenti per passare (con auto e a piedi) e costituisce un riconosciuto diritto di passaggio. È uno spazio comune, e anche ACER (che in passato possedeva l’area verde) ne aveva vietato la sosta auto.
Si precisa che le aree interessate non sembrano essere semplici cortili privati di qualche residente bensì spazi comuni all’intero complesso.
Al fine di capire al meglio la situazione e affrontare i problemi con la giusta cognizione di causa, i consiglieri comunali Zonari e Nanni chiedono al Sindaco e all’Assessore competente:
- Se il Comune sia al corrente di quello che sta succedendo data l’importanza della zona sia storicamente che per il suo valore ambientale;
- Se gli uffici del Comune abbiano dato permessi specifici per vendere o affittare posti auto sulla stradina di accesso o sulle altre aree;
- Se sia stato controllato bene che i lavori autorizzati non diano fastidio al diritto di passaggio che i residenti hanno sulla stradina;
- Se sia stata effettuata puntuale verifica che l’area trasformata in parcheggio sia coerente con la destinazione d’uso ufficialmente attestata su quel terreno;
- Se gli uffici del Comune stiano controllando che, dopo aver tagliato degli alberi, venga seguito il piano per nuove piantumazioni sanzionando a dovere le eventuali inadepienze o ritardi;
- Se è stato dato o si stia per dare un permesso ufficiale per cambiare la destinazione d’uso di queste aree, in quel caso chiedono anche una copia di questo permesso;
- Cosa intenda fare il Comune per proteggere il diritto di passaggio sulla stradina e per garantire che le norme edilizie e quelle ambientali siano rispettate in tutta l’area interessata;
- Infine vogliono sapere quali azioni l’Amministrazione Comunale ha in animo di mettere in campo a tutela della salute dei residenti e dei cittadini dell’intera area messa a rischio dall’aumento del traffico.