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Due Popoli, Due Stati per il riconoscimento dello Stato di Palestina e per la pace in Medio Oriente
I gruppi consiliari Partito Democratico, La Comune di Ferrara e Civica Anselmo hanno presentato al Consiglio Comunale di Ferrara un ordine del giorno sul riconoscimento delle Stato di Palestina e per la pace in Medio Oriente.
Si chiede al Sindaco di Ferrara di sollecitare il governo italiano a riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina, in linea con le risoluzioni delle Nazioni Unite e numerosi altri paesi. Il testo ripercorre il contesto internazionale a favore della soluzione “due popoli, due stati” e condanna sia gli atti terroristici di Hamas sia la reazione militare israeliana a Gaza. L’ordine del giorno impegna il Comune di Ferrara a promuovere la consapevolezza sulla necessità di una coesistenza pacifica tra israeliani e palestinesi.
Di seguito il testo integrale
Ferrara 20 marzo 2025
Al Presidente del Consiglio Comunale
Al Signor Sindaco
Oggetto: ORDINE DEL GIORNO ” DUE POPOLI, DUE STATI”, PER IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO DI PALESTINA E L’IMPEGNO PER LA PACE IN MEDIO ORIENTE.
premesso che
- Il Diritto Internazionale riconosce il diritto all’autodeterminazione dei popoli, come sancito dalla Carta delle Nazioni Unite. La Comunità Internazionale, attraverso risoluzioni delle Nazioni Unite e negoziati diplomatici, ha ripetutamente espresso il sostegno alla soluzione dei “Due Popoli, Due Stati”, che prevede la coesistenza pacifica di una Stato israeliano e di uno Stato palestinese con confini sicuri e riconosciuti;
- La risoluzione 67/19 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 29 novembre 2012 ha conferito alla Palestina lo status di Stato Osservatore non membro;
- Numerosi Stati membri dell’Unione Europea e altri Paesi hanno già riconosciuto lo Stato di Palestina: attualmente sono 136 i Paesi che hanno deciso di riconoscerlo unilateralmente, tra cui anche alcuni membri dell’UE come Svezia, Repubblica Ceca, Bulgaria, Cipro, Slovacchia, Ungheria, Malta, Polonia e Romania;
- Il 13 ottobre 2014 la Camera dei Comuni inglese ha approvato a larghissima maggioranza una mozione per riconoscere lo Stato di Palestina e, analogamente, i Parlamenti di Irlanda, Spagna e Belgio hanno compiuto lo stesso passo, mentre il Parlamento francese ha votato il 28 novembre 2014 una mozione per il riconoscimento dello Stato di Palestina;
- Il conflitto tra Israele e Palestina può essere risolto solo con la soluzione a due Stati, negoziata secondo i dettami del diritto internazionale;
- Il riconoscimento dello Stato di Palestina è un passo necessario per garantire stabilità in Medio Oriente e favorire una soluzione equa e duratura del conflitto israelo-palestinese;
- Il Parlamento Europeo e i diversi Governi italiani, succedutisi negli anni, hanno più volte ribadito la necessità di una soluzione politica equa e sostenibile per garantire la pace e la stabilità nella regione;
- Il Comune di Ferrara, pur non avendo competenze dirette in politica estera, può contribuire simbolicamente al dibattito pubblico ed alla promozione dei valore di pace e di autodeterminazione dei popoli;
- Numerose amministrazioni comunali italiane hanno già formalizzato la medesima richiesta.
tenuto conto che
- La storia ci insegna che la pace non si costruisce con atti unilaterali bensì attraverso negoziati tra le parti coinvolte con accordi internazionali in grado di assicurare garanzie reciproche di sicurezza;
- Rimane fondamentale separare gli atti terroristici dalla responsabilità della popolazione civile inerme, dentro la Striscia di Gaza e in Cisgiordania;
- Gli efferati attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre 2023, con l’uccisione di centinaia di civili inermi e la presa di ostaggi israeliani, sono da condannare fermamente;
- Altrettanto fermamente è da condannare la reazione del governo israeliano che ha deciso la punizione collettiva del popolo palestinese, con l’invasione e la distruzione di Gaza che ha provocato l’uccisione di decine di migliaia di palestinesi;
- Lo Stato di Israele ha il diritto di esistere e la popolazione israeliana di vivere in sicurezza, tuttavia i bombardamenti dell’esercito israeliano, che hanno provocato la distruzione di scuole, centri sanitari e abitazioni civili a Gaza, così come il taglio dell’erogazione di acqua potabile e di elettricità, hanno messo a rischio la sopravvivenza dell’intera popolazione civile di Gaza, a partire dai bambini, dalle donne e dalle persone anziane, già afflitta da carenze di cibo, acqua, case e assistenza medica;
- La prosecuzione delle violenze e delle violazioni a Gaza e in Medio Oriente è contraria ai diritti e alle legittime aspirazioni del popolo palestinese, vittima di politiche espansioniste e di una lunga occupazione condannata più volte dalle Nazioni Unite in quanto illegale ai sensi del diritto internazionale;
- Le violazioni dei diritti umani nei territori occupati palestinesi sono state denunciate dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (UNHCR) e hanno alimentato processi di radicalizzazione politica che hanno rafforzato l’organizzazione di Hamas;
- Il 21 novembre 2024 la Corte penale internazionale (CPI), avendo riscontrato fondati motivi per accusare il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex Ministro della difesa Yaoav Gallant di crimini contro l’umanità e crimini di guerra, ha emesso due ordini di cattura nei loro confronti;
- Con l’ordinanza n. 192 del 26 gennaio 2024 la Corte internazionale di Giustizia, ritenendo “plausibile” il ricorso del SudAfrica di violazioni della Convenzione contro il crimine di genocidio, in attesa del giudizio nel merito, ha adottato misure cautelari nei confronti dello Stato di Israele;
- Le dichiarazioni del Presidente degli Stati Uniti Trump e del Primo Ministro israeliano Netanyahu, finalizzate ad un’azione di deportazione dei palestinesi e delle palestinesi di Gaza in altri Paesi arabi, minano ulteriormente la possibilità di costruire una convivenza pacifica tra i due popoli e negano la possibilità di esistenza di uno Stato di Palestina;
- È indispensabile pertanto che le Nazioni Unite, l’Unione Europea e gli Stati nazionali non si limitino a dichiarazioni di condanna, ma adottino misure concrete per eliminare gli ostacoli alla pace e favorire una soluzione politica stabile tra Israele e Palestina.
considerato che
- L’opzione “Due Popoli due Stati”, nonostante possa apparire oggi, forse ancor più che nel passato, di difficile realizzazione, resta la soluzione più adeguata a risolvere il conflitto israelo-palestinese ed è preferibile alla realizzazione di un unico Stato bi-nazionale, in cui convivano le popolazioni palestinese ed israeliana;
- La Città di Ferrara individua nella pace un bene essenziale per tutti i popoli e promuove iniziative di ricerca, educazione e informazione per fare del territorio comunale un luogo di pace e cooperazione internazionale, come stabilito dall’art. 4 comma 2b dello Statuto Comunale;
- Un riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina da parte del Comune di Ferrara rappresenterebbe un atto simbolico di grande importanza e solidarietà concreta verso il popolo palestinese.
preso atto che
- La ripresa dei bombardamenti sulla Striscia di Gaza ha già provocato altre 400 vittime civili palestinesi (tra cui almeno 130 bambini) e aggravato ulteriormente la sorte degli ostaggi israeliani ancora prigionieri di Hamas;
- L’oceanica manifestazione di Gerusalemme del 19/03/2025 ha visto migliaia e migliaia di israeliani e israeliane protestare contro la ripresa dei bombardamenti a Gaza e per chiedere l’immediato cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi, la ripresa dei colloqui di pace.
tutto ciò premesso, tenuto conto, considerato e preso atto, il Consiglio Comunale impegna il Sindaco della città di Ferrara
- Ad attivarsi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ed il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale affinché l’Italia riconosca ufficialmente lo Stato di Palestina, in coerenza con le risoluzioni delle Nazioni Unite;
- A promuovere le posizioni espresse in questa mozione nei rapporti internazionali, contribuendo alla lotta contro il terrorismo e favorendo un’azione coordinata a livello europeo e globale per un nuovo processo di pace in Medio Oriente;
- A diffondere il contenuto di questa mozione presso la cittadinanza di Ferrara, promuovendo iniziative di sensibilizzazione sull’importanza del riconoscimento dello Stato di Palestina e sulla necessità di una convivenza pacifica e sicura tra israeliani e palestinesi, promuovendo il dialogo e la cooperazione tra i due popoli.
Per il Gruppo Partito Democratico Il consigliere Massimo Buriani
Per il Gruppo La Comune la Consigliera Anna Zonari
Per il Gruppo Civica Anselmo il consigliere Fabio Anselmo

Quadrante est di Ferrara: si chiede trasparenza e vigilanza sulle modifiche del perimetro del territorio urbanizzato
Quando nel 2022 venne presentato il progetto Fe.ris, che prevedeva la realizzazione di un ipermercato in un campo agricolo prospiciente il parco delle Mura all’angolo tra via Caldirolo e via Turchi, un nutrito numero di cittadini prese coscienza di come solo rendendo i cittadini partecipi delle scelte che plasmano gli spazi in cui vivono si poteva prospettare una città futura migliore.
I residenti conoscono le peculiarità, le criticità e le potenzialità del proprio territorio meglio di chiunque altro. La loro prospettiva può contribuire a progetti urbanistici più equilibrati e realmente utili. Per questo la proposta di Piano Urbanistico Generale (PUG) presentata dall’amministrazione ha ricevuto centinaia di osservazioni da cittadini che hanno passato ore a studiare cartografie e discipline urbanistiche, non per chiedere di realizzare una villetta nel proprio giardino, ma per suggerire migliorie, soluzioni ai problemi, idee di sviluppo, con la prospettiva di migliorare la qualità del vivere a Ferrara . Alcune di queste osservazioni al PUG sono state accolte, almeno parzialmente; ma alla fine è stata adottata la proposta presentata dalla giunta senza sostanziali modifiche; riproducendo il solito panorama urbanistico caratterizzato da scelte calate dall’alto .
La pianificazione urbana svolge un ruolo cruciale nel dare forma al futuro delle città, bilanciando le esigenze di crescita economica, le esigenze sociali e la sostenibilità ambientale. Il PUG funge da strumento primario per governare le trasformazioni urbane del territorio comunale di domani. Tuttavia, l’implementazione dei PUG può essere complessa, spesso comportando compromessi e aggiustamenti che possono inavvertitamente contraddire gli obiettivi iniziali del piano e le più ampie politiche regionali.
Per questo i cittadini che si erano studiati le cartografie del PUG sono rimasti perplessi vedendo che veniva adottata una serie di trasformazioni del perimetro del territorio urbanizzato nell’area est di Ferrara.
La trasformazione di aree agricole in aree urbanizzate, anche se progettata con attenzione alla permeabilità, solleva diversi interrogativi. Ma il principale è: perchè farla? A chi giova? Perchè quel campo e non quello del vicino ?
Conoscendo gli obiettivi specifici del PUG di Ferrara in merito alla riduzione del consumo di suolo e alla salvaguardia dei terreni agricoli, ogni trasformazione da terreno non edificabile a terreno edificabile dovrebbe essere ben motivata. Con la popolazione in calo e migliaia di abitazioni inutilizzate non abbiamo certo bisogno di nuove speculazioni residenziali.
Se poi, come è successo, è stato segnalato dai cittadini che queste trasformazioni erano in contrasto con la legge regionale, non si può far finta di niente.
Inoltre, la pressione per tali trasformazioni può favorire pratiche abusive, mettendo a dura prova l’efficacia dei meccanismi di controllo e vigilanza.
Per questo abbiamo chiesto al Sindaco che venga chiarito il processo decisionale che ha portato ad almeno 6 trasformazioni da area agricola a tessuto urbanizzato nel quadrante est di Ferrara. Nel complesso sono decine di ettari di terreno la cui urbanizzazione va in contrasto con l’obiettivo di ridurre il consumo di suolo.
Vogliamo che sia fatta chiarezza su ciascuna di queste scelte di pianificazione urbana, comprenderne la loro logica ed esaminare attentamente il ruolo dei decisori politici nel dare forma a questi sviluppi potenzialmente in contrasto con le leggi regionali.

Quadrante est della città, La Comune chiede chiarimenti sulle modifiche urbanistiche
Zonari ha posto l’accento sul “processo decisionale che ha portato a sei trasformazioni”
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Consumo del suolo e trasformazioni da territorio verde a urbanizzato sono temi presenti nell’interpellanza sul quadrante est della città, presentata dalla consigliera di opposizione Anna Zonari.
La presidente del Gruppo consiliare La Comune, infatti, ha ricordato che “quando nel 2022 venne presentato il progetto Feris, che prevedeva la realizzazione di un ipermercato in un campo agricolo prospiciente il parco delle Mura all’angolo tra via Caldirolo e via Turchi, un nutrito numero di cittadini prese coscienza di come solo rendendo i cittadini partecipi delle scelte che plasmano gli spazi in cui vivono si poteva prospettare una città futura migliore”.
Una premessa funzionale a evidenziare che “i residenti conoscono le peculiarità, le criticità e le potenzialità del proprio territorio meglio di chiunque altro”, e che “il Pug funge da strumento primario per governare le trasformazioni urbane del territorio comunale di domani”. Da qui alla considerazione che “i cittadini che si erano studiati le cartografie del Pug sono rimasti perplessi vedendo che veniva adottata una serie di trasformazioni del perimetro del territorio urbanizzato nell’area Est di Ferrara”.
Zonari ha aggiunto che “la trasformazione di aree agricole in aree urbanizzate, anche se progettata con attenzione alla permeabilità, solleva diversi interrogativi. Ma il principale è: perché farla? A chi giova? Perché quel campo e non quello del vicino? Conoscendo gli obiettivi specifici del Pug di Ferrara in merito alla riduzione del consumo di suolo e alla salvaguardia dei terreni agricoli, ogni trasformazione da terreno non edificabile a terreno edificabile dovrebbe essere ben motivata”.
L’esponente de La Comune ha dunque “chiesto al sindaco che venga chiarito il processo decisionale che ha portato ad almeno sei trasformazioni da area agricola a tessuto urbanizzato nel quadrante est di Ferrara. Nel complesso sono decine di ettari di terreno la cui urbanizzazione va in contrasto con l’obiettivo di ridurre il consumo di suolo. Vogliamo che sia fatta chiarezza su ciascuna di queste scelte di pianificazione urbana”.

Manutenzione straordinaria del verde pubblico: quanto spende il Comune?
Il gruppo consiliare La Comune di Ferrara ha inviato una richiesta al Sindaco e al Presidente del Consiglio Comunale di Ferrara in data 17 marzo 2025 riguardo alla manutenzione straordinaria del verde pubblico comunale
- Oggi, prendersi cura e migliorare il verde della città è fondamentale per le politiche di sostenibilità portate avanti dai Comuni
Questo è in linea con le priorità europee che riguardano la protezione dell’ambiente, la lotta ai cambiamenti climatici e la riduzione del consumo di suolo - Queste politiche hanno obiettivi molto importanti
- proteggere la varietà delle specie viventi (biodiversità)
- recuperare le zone rovinate
- gestire il territorio in modo sostenibile per avere aria più pulita
- migliorare il clima locale riducendo il caldo eccessivo nelle città
- favorire il drenaggio naturale dell’acqua per diminuire il rischio di allagamenti
- Come ha fatto notare un recente studio di ISPRA chiamato “I piani comunali del verde”, programmare in modo strategico il verde è cruciale per unire le diverse iniziative in una visione a lungo termine, con l’obiettivo di creare un sistema ben organizzato di infrastrutture verdi e blu nelle città
- Sapere quanti soldi sono stati spesi per questi lavori negli anni scorsi e quanti ne sono previsti per il futuro è essenziale per capire quanto l’Amministrazione comunale si stia impegnando concretamente per curare e valorizzare il verde urbano
Siccome l’11 marzo 2025 la Giunta comunale ha approvato il Piano Esecutivo di Gestione (PEG) per gli anni 2025-2027 chiediamo al Sindaco e all’Assessore competente a quanto ammontano le spese per gli INTERVENTI STRAORDINARI AL VERDE URBANO per gli anni 2022, 2023, 2024 e qul’è la spesa prevista per l’anno 2025

Liberiamoci da Hera 7
Liberiamoci da Hera!
Ripubblicizziamo la gestione dei rifiuti urbani a Ferrara!
Lo sai che chi ha ripubblicizzato il servizio dei rifiuti, uscendo dalla gestione di Hera, sta ottenendo i risultati migliori dal punto di vista ambientale ?
✅ Stiamo parlando di Alea, l’azienda totalmente pubblica che gestisce il servizio dei rifiuti urbani a Forlì e in altri 12 comuni limitrofi. Il 1 gennaio 2018 Alea subentra al gestore precedente HERA.
✅ Tra il settembre 2018 e il maggio 2019 compie la trasformazione del sistema di raccolta da prevalentemente stradale a porta a porta spinto con tariffa puntuale e in meno di 1 anno di trasformazione del servizio raggiunge e supera tutti gli obiettivi del piano regionale 2014-2020.
✅ A tutt’oggi, Alea presenta i risultati migliori in regione per la minore produzione di rifiuti (470 kg/anno/ abitanti contro i 612 di Ferrara) e, soprattutto, di minori rifiuti non riciclati ( 97 kg/anno/abitanti contro i 159 di Ferrara).
Anche la tariffa, secondo i dati di Cittadinanza attiva, è inferiore a quella di Ferrara, 256 Euro all’anno per una famiglia tipo rispetto ai 298 Euro.
#sputofatti
#LiberiamoFerraraDaHera

Liberiamo Ferrara da Hera. Incontro pubblico
Dalla fine del 2017, quando è scaduta la concessione, Hera continua a gestire in proroga il servizio di raccolta dei rifiuti urbani nel Comune di Ferrara. A distanza di 7 anni è venuto il momento didecidere quale sarà ilsoggetto che dovrà gestire questo servizio negli anni futuri.
Appare sempre più chiaro che l’attuale Amministrazione intende procedere a svolgere una gara per scegliere il soggetto cui affidare il servizio, con il risultato pressochè scontato che Hera continui a farlo per iprossimi 15-20 anni, vista l’esperienza concreta delle gare svolte.
Per noi questa sarebbe una scelta sbagliata, dettata unicamente dal fatto che quest’Amministrazione, come peraltro quelle precedenti di centro-sinistra, continua ad essere subalterna alla potente multiutility Hera. La vicenda delle tariffe del teleriscaldamento dimostra, infatti, quanto Hera sia più interessata a produrre utili e dividendi da distribuire ai soci piuttosto che a offrire un servizio pubblico efficace e ambientalmente orientato.
Si può, invece, percorrere un’altra strada, che è quella della ripubblicizzazione del servizio dei rifiuti. Dar vita ad un’azienda totalmente pubblica, di proprietà del Comune di Ferrara, costruendo meccanismi di partecipazione alle scelte di fondo da parte dei lavoratori e dei cittadini.
Ci sono diverse realtà che l’hanno fatto. Per stare in Emilia-Romagna, è il caso di ALEA, azienda pubblica del Comune di Forlì e di altri 12 Comuni limitrofi, nata nel 2018. ALEA oggi presenta i risultati migliori in regione in termini di diminuzione dei rifiuti prodotti e di riciclaggio degli stessi.
Il Comune di Ferrara non può dire lo stesso. Molto spesso si magnifica che abbiamo una percentuale molto alta di raccolta differenziata, ma si occulta che produciamo una quantità di rifiuti alta e che gli scarti della raccolta differenziata sono notevoli per cui, alla fine, il Comune di Ferrara sta solo al 5° posto tra i Comuni capoluogo di provincia in regione per risultati ambientalmente virtuosi.
Questo è anche il prodotto della modalità di raccolta effettuata con le calotte (che viene riproposta oggi con uno spreco ingiustificato di risorse economiche) e che incentiva tra l’altro comportamenti negativi come l’abbandono dei rifiuti.
Il sistema di raccolta porta a porta non ha queste controindicazioni: favorisce una raccolta differenziata di qualità e dunque per noi è la scelta da mettere progressivamente in atto.
Ci viene detto che la ripubblicizzazione e il passaggio al sistema porta a porta comporta costi elevati e insopportabili. Rispondiamo tranquillamente che le risorse necessarie, che non sono un costo ma un investimento per il futuro e le giovani generazioni, si possono facilmente trovare impiegando le riserve di utili di Ferrara Tua o vendendo parti delle azioni di Hera possedute dal Comune. Anche l’occupazione verrebbe interamente salvaguardata, con il passaggio alla nuova azienda pubblica dei lavoratori Hera impiegati nel servizio dei rifiuti, come è awenuto con ALEA a Forlì.
Queste scelte produrrebbero, inoltre, il dimezzamento dell’attuale impianto di incenerimento che già oggi brucia più rifiuti speciali che non rifiuti urbani ferraresi.
Si può ripubblicizzare la gestione dei rifiuti urbani, passare al sistema di raccolta porta a porta, dimezzare la potenzialità dell’inceneritore. Basta la volontà politica di uscire dalla sudditanza da Hera.

Liberiamo Ferrara da Hera 6
Liberiamoci da Hera!
Ripubblicizziamo la gestione dei rifiuti urbani a Ferrara
🤥 Ci dicono che ripubblicizzare il servizio dei rifiuti urbani a Ferrara costa troppo.
Non è vero! È un buon investimento per il futuro.
Se prendiamo come riferimento lo studio realizzato dall’Università di Ferrara sulla gestione dei rifiuti, si evidenzia che il “costo” per costruire un’azienda interamente pubblica per gestire il servizio dei rifiuti urbani oscilla tra i 4,5 e 5,2 milioni di Euro.
🤑 Risorse che sono più che reperibili tramite due possibili strade:
👉🏼l’utilizzo di parte delle riserve di utili di Ferrara Tua, azienda interamente partecipata dal Comune di Ferrara, che ammontano nel 2023 a più di 17 milioni di €, di cui circa 8 disponibili.
👉🏼Oppure attraverso la vendita di parte delle azioni di Hera possedute dal Comune di Ferrara e di cui lo stesso può liberamente disporre, che arrivano ad un valore superiore ai 20 milioni di €.
💁🏻♀️ Insomma, se si ha la volontà politica, si possono tranquillamente trovare le risorse per un investimento, non un costo, volto a ripubblicizzare il servizio, che può portare benefici importanti per i cittadini.
#liberiamoFerraraDaHera

Operazioni di diserbo chimico in città, Zonari: “Sostanza tossica, ci sono rischi?”
La consigliera de La Comune parte dalla presenza dei cartelli di avviso di Ferrara Tua
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Operazioni di diserbo chimico, scatta l’interrogazione. Anna Zonari (La Comune) è, infatti, intervenuta circa la campagna che Ferrara Tua sta portando avanti in alcune zone della città – da via Mentana a via Frescobaldi, passando per via Mascheraio e via Kennedy) – “tramite l’utilizzo di un prodotto a base di Flasasulfuron”.
Uno degli avvisi di Ferrara Tua circa l’operazione di diserbo chimico
“Si tratta – si legge nel documento della consigliera – di una sostanza molto tossica, in particolare per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata”. Da qui l’elenco delle richieste. Partendo dalla volontà di sapere “come sia stato implementato dal 2021 ad ora il progressivo superamento delle tecniche del diserbo chimico previsto dal Contratto di Servizio e dalle Linee Guida”.
Poi, Zonari chiede “se siano stati valutati eventuali sistemi di diserbo alternativi meno impattanti sull’ambiente rispetto a quello adottato e, in caso affermativo, in base a quali considerazioni la scelta sia caduta sull’utilizzo della sostanza indicata”.
Infine, da La Comune ci si domanda “se siano stati valutati i rischi per la salute, oltre che per le persone, anche per gli animali domestici che frequentano le strade cittadine e se siano stati valutati principi attivi meno impattanti rispetto a molecole appartenente alla ben nota categoria dei Pfas”

Diserbo chimico in città: quali rischi?
Il gruppo consiliare La Comune di Ferrara ha lanciato un allarme sulla campagna di diserbo chimico in corso nella città a partire dalla comparsa in diverse zone di Ferrara, come Via Mentana, Via Frescobaldi, Via Mascheraio e Via Kennedy, di diversi cartelli che avvisano che Ferrara Tua sta usando un prodotto chimico per eliminare le erbacce. Questo prodotto è a base di Flazasulfuron (presente in Chikara o Matsuda 25 WG) maggiori info qui
Questa sostanza è classificata come molto pericolosa, soprattutto per gli organismi che vivono in acqua e i suoi effetti durano a lungo
Le stesse schede tecniche dei prodotti raccomandano molta prudenza nell’uso per tutelare la salute di tutti, sia di chi li usa che delle altre persone
Questa sostanza fa parte dei PFAS, conosciuti come “inquinanti eterni”
Tenendo presente che:
- Un decreto del 2014 (Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari) dice che bisogna ridurre l’uso di prodotti chimici per le piante in luoghi frequentati da persone o da gruppi più a rischio, preferendo metodi alternativi come quelli meccanici, fisici o biologici, usando dosi più basse e attrezzature che non spargano troppo il prodotto nell’ambiente
- La Regione Emilia-Romagna, con una decisione del 2018, raccomanda fortemente di usare metodi diversi dai prodotti chimici in città per eliminare le erbacce, anche se costano di più e sono più complicati. Suggerisce di provare prima a tagliare l’erba regolarmente o usare metodi fisici come acqua calda o vapore, e di usare i prodotti chimici solo come ultima spiaggia, scegliendo quelli meno pericolosi
- Il contratto tra il Comune di Ferrara e Ferrara Tua per la gestione del verde pubblico stabilisce, all’articolo 4, che se Ferrara Tua affida dei lavori ad altre aziende, queste devono rispettare le regole comunali e nazionali sui criteri ambientali minimi (CAM)
- L’articolo 7 dello stesso contratto parla dell’obbligo di seguire questi criteri ambientali minimi, definiti da un decreto del 2020
- Le schede tecniche allegate al contratto tra Comune e Ferrara Tua dicono che si deve preferire l’eliminazione meccanica e fisica delle erbacce, e usare i prodotti chimici solo come indicato dalla Regione, prestando attenzione alle nuove tecniche che permettano di abbandonare progressivamente l’uso di questi prodotti, se i costi sono sostenibili
Queste le domande poste
Abbandono dei prodotti chimici. Come è stato messo in pratica, dal 2021 ad oggi, questo progressivo abbandono dei prodotti chimici per le erbacce previsto dal contratto e dalle linee guida?
Sono stati valutati sistemi di diserbo alternativi meno impattanti (come quello meccanico)? E se sì, perché si è optato per la sostanza attualmente utilizzata?
I rischi per la salute. Sono stati valutati i rischi per la salute, non solo delle persone, ma anche degli animali domestici che girano per la città, specialmente quelli che non accompagnati dai proprietari, come i gatti?
Sono state prese in considerazione sostanze meno pericolose rispetto a quelle che fanno parte della categoria dei PFAS?

Sgarbi e Ferrara Arte, otto richieste al sindaco: “Conflitto d’interessi?”
Otto richieste, tutte molto circostanziate, che ruotano attorno alla figura di Vittorio Sgarbi e del suo legame – in veste…
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Otto richieste, tutte molto circostanziate, che ruotano attorno alla figura di Vittorio Sgarbi e del suo legame – in veste di presidente – con la Fondazione (partecipata dal Comune), Ferrara Arte.
Sono quelle contenute nell’interpellanza depositata dalla capogruppo della Comune Anna Zonari. In particolare, la consigliera di opposizione chiede al sindaco Alan Fabbri per capire “dalla prima nomina del 2019 di Sgarbi a oggi, quante opere appartenenti alla Fondazione Cavallini-Sgarbi, siano state esposte in allestimenti organizzati o promossi dalla Fondazione Ferrara Arte e con quali eventuali costi a carico della stessa o del Comune”.
Zonari vuole sapere anche il motivo per cui “anche fosse solo potenziale, un conflitto di interessi di Sgarbi, per le attività di rilievo imprenditoriale nel mercato d’arte, sue o della Fondazione Cavallini-Sgarbi di cui è presidente, non abbia prefigurato una incompatibilità con la carica di presidente di Ferrara Arte, in particolare quando quest’ultima organizza mostre con opere proprietà della Fondazione Cavallini-Sgarbi o di Sgarbi o di suoi familiari”.
“Che provvedimenti ha preso o intenda prendere per la difesa di Ferrara Arte da ogni conflitto d’interesse – si legge ancora – L’amministrazione ritiene opportuno valutare la possibilità di introdurre modifiche allo statuto di Ferrara Arte finalizzate a difendere la Fondazione da ogni conflitto di interesse?”, si chiede.
Da ultimo, se “il Comune si è dotato o intende dotarsi di un regolamento specifico per le società partecipate e controllate, che preveda procedure dettagliate per la nomina dei membri degli organi di amministrazione e per la verifica dell’assenza di conflitti di interesse”; se ritenga che “l’assessore Gulinelli o chi di dovere, abbia esercitato un’adeguata vigilanza rispetto ai potenziali conflitti di interesse e se “l’amministrazione è a conoscenza della mancata pubblicazione sul sito di Ferrara Arte delle dichiarazioni e attestazioni obbligatorie in materia di trasparenza”.