Inviato il:
Psicopatia e potere. Esistono anche gli psicopatici di successo
Mi trovo in una situazione conflittuale perché la mia deontologia dice che fuori dal setting psicoterapeutico fare diagnosi se non richiesto è una forma di prepotenza, una violazione. Contemporaneamente ci sono situazioni così eclatanti nella vita politica attuale locale (Ferrara), nazionale ed internazionale che mi suggeriscono una chiave di lettura proprio in termini psicodiagnostici.
Forse ho trovato una soluzione: non ho l’autorevolezza per poter illustrare e provare alcune ipotesi su psicopatia e potere ma posso proporre una sorta di identikit. I lettori decideranno se e per chi è calzante.
Psicopatico di successo. Questa definizione non è un divertissement. Esistono individui con tratti psicopatici, quali mancanza di empatia, narcisismo e manipolazione, che riescono a raggiungere alti livelli di successo in vari settori professionali, dalla politica al mondo degli affari, spesso traendo vantaggio dagli altri, alle volte senza entrare in contrasto con la legge, altre volte costruendo leggi ad hoc.
Asserisce lo psichiatra argentino Hugo Marietán, uno dei principali specialisti sulla psicopatia: “La politica è un ambito nel quale lo psicopatico si muove come un pesce nell’acqua. Ciò non significa ovviamente che tutti i leader o politici siano psicopatici. Però è vero che, laddove c’è potere, ci sono psicopatici, indipendentemente dalle ideologie”.
Per capire il fenomeno degli psicopatici di successo, penso sia utile cominciare elencando le caratteristiche affettive, interpersonali e comportamentali del disturbo di personalità psicopatica nella sua accezione più diffusa e più nota, una costellazione di fattori che possiamo incontrare a vari livelli anche nella nostra dimensione relazionale più quotidiana:
- Loquacità/fascino superficiale: disinvoltura, capacità di dare risposte pronte, divertenti e intelligenti, o di raccontare storie improbabili ma convincenti su di sé che lo mettono in buona luce;
- Senso grandioso del Sé: opinione eccessivamente elevata del proprio valore e delle proprie qualità, a causa delle quali risulta arrogante e supponente;
- Bisogno di stimoli/propensione alla noia: sperimentando facilmente la noia esiste la tendenza a mettere in atto comportamenti rischiosi;
- Menzogna patologica: tendenza a mentire come modalità frequente nelle interazioni con gli altri e con un ottima abilità nel mentire;
- Manipolazione: per conseguire un proprio scopo personale può far uso di inganni, menzogne e frodi;
- Assenza di senso di colpa: assenza di emozioni morali e di preoccupazione per le conseguenze negative delle proprie azioni;
- Affettività superficiale: può dimostrare freddezza emotiva oppure mostrare un’espressione teatrale, ostentata e di breve durata;
- Deficit di empatia: insensibilità e disprezzo per le emozioni e il benessere degli altri, visti unicamente come soggetti da manipolare per il proprio vantaggio;
- Deficit del controllo comportamentale: bassa tolleranza della frustrazione, comportamenti aggressivi di fronte alla critica e al fallimento, elevata irritabilità;
- Comportamento sessuale promiscuo;
- Mancanza di obiettivi e piani realistici a lungo termine;
- Elevati livelli di impulsività;
- Una storia di comportamenti antisociali in età adolescenziale;
- Problematiche comportamentali precoci;
Rispetto alle caratteristiche degli ultimi due punti ci sono differenti interpretazioni.
Ribadisco, perché importante, che gli psicopatici nella definizione più estesa, non mostrano alcuna preoccupazione riguardo gli effetti che le loro “cattive” azioni possono avere sugli altri, o addirittura su loro stessi. Possono commettere crimini impulsivi e non pianificati, persino quando la probabilità di essere scoperti e puniti sono elevate, ma per lo più sono sostanzialmente razionali e intatti dal punto di vista cognitivo. Sono la mancanza di profondità emotiva e un apprendimento dalle situazioni inadeguato che non permette loro di valutare le conseguenze delle loro azioni sulla sfera affettiva altrui.
La categoria degli psicopatici di successo si differenzia perché il loro narcisismo è senza limiti, hanno un bisogno costante di ammirazione e alimenta l’ambizione e il desiderio di raggiungere il successo e il potere a tutti i costi. La loro capacità di manipolazione spesso segue la filosofia machiavellica de il fine giustifica i mezzi. Le emozioni degli altri servono ad esclusivo vantaggio personale, non hanno alcuna considerazione per le conseguenze sulle persone coinvolte.
In aggiunta mostrano un ottimo funzionamento esecutivo e capacità decisionale che coesistono e scavalcano le aree associate all’ empatia. Se confrontati con gli psicopatici antisociali, che come abbiamo visto possono essere impulsivi e violenti, quelli di successo sono spesso in grado di pianificare le loro azioni con attenzione e di mantenere una facciata di normalità e competenza. Un funzionamento cognitivo integro o superiore consente loro di pianificare i loro misfatti in modo da evitare di essere scoperti. I colpevoli sono sempre altri.
Credo che ognuno potrà individuare corrispondenze con profili reali e famosi in settori più o meno importanti della società e della politica del passato e attuale. Avete qualche esempio concreto che si affaccia nella vostra mente?
Aggiungo una considerazione per aiutarvi nella individuazione di tali soggetti. Generalmente, quando si descrive una persona psicopatica si pensa a un soggetto di genere maschile.
In realtà il numero di donne che soffrono di questo specifico disturbo psichiatrico potrebbe essere molto più alto di quanto si possa immaginare. Il motivo principale per cui le donne psicopatiche non vengono notate tanto quanto gli uomini psicopatici, risiede in una esternalizzazione comportamentale molto più contenuta ma altrettanto deleteria. Risultano più inclini ad esprimere la violenza in forma verbale piuttosto che fisica, prediligono una violenza prettamente di natura emotiva e relazionale, attuano comportamenti subdoli per ottenere vantaggi personali.
Ne avete presente qualcuna?
Per facilitare il riconoscimento del comportamento di un individuo antisociale e un individuo psicopatico, aggiungo alcuni esempi cinematografici che risultano molto efficaci anche se sono casi che appartengono esclusivamente al mondo criminale.
Pensiamo a personaggi come Alex De Large (il protagonista del film Arancia Meccanica di Stanley Kubrick del 1971, più rappresentativo del versante antisociale), Hannibal Lecter (Il Silenzio degli Innocenti, Demme J. del 1991), Joker (Il Cavaliere Oscuro, Nolan C. del 2008).
I loro comportamenti sono intrisi da una logica molto strutturata, una pianificazione dettagliata e una grande freddezza emotiva, è evidente la loro grande intelligenza e il loro fascino nel modo di parlare e nel loro atteggiamento, possiedono un lessico molto coinvolgente e quasi ammaliante. Credo che tutti noi, da spettatori, ne abbiamo subito la malia e non ci sono sembrati, seppur cattivi, così antipatici.
A riprova e per finire, vi propongo uno stralcio di una intervista di Laura Di Marco a Hugo Marietán citato all’inizio.
Come distinguiamo facilmente un politico psicopatico?
Lavora sempre per sé stesso, anche quando dice il contrario. Tende a occultare questa ambizione con obiettivi sovranazionali, quali la sicurezza, la patria, la povertà, la rivoluzione, ecc. È un bugiardo e può anche fingere di essere sensibile, e le persone gli credono più e più volte, perché sa essere molto convincente. Un dirigente sa che deve svolgere le sue funzioni durante un determinato periodo di tempo. Lo psicopatico, invece, una volta che si trova in cima, non ce lo toglie più nessuno: vuole starci una, due, tre volte. Non rinuncia al potere, meno che mai lo delega. Intorno al dirigente psicopatico si muovono gli ossequiosi: persone che, sotto l’incantesimo del suo effetto di persuasione, sono capaci di fare cose che in altre situazioni non farebbero. E possono essere anche persone molto intelligenti.
E non vi è modo di esercitare il potere senza essere uno psicopatico? Perché, diciamolo: più o meno, in qualche modo tutti i politici lavorano per sé stessi.
Certo che si può esercitare il potere senza essere psicopatici e, di fatto, la maggioranza dei leader non lo è. In qualche maniera è vero che tutti i politici lavorano per sé stessi, perché vogliono essere rieletti, ma lavorano anche per gli altri, cercano di produrre benefici. Allo psicopatico, invece, di produrre benefici per le persone non importa affatto, e se questo avviene è per via di qualche effetto collaterale. Un leader comunitario si distingue anche per il fatto che forma alleanze e genera consensi. Cede per avanzare nella carriera politica. Lo psicopatico, al contrario, è carente di capacità per offrire/generare consensi, giacché non può mettersi nei panni dell’altro. Per questo, è difficile entrare nella sua testa.
E come si sostituisce un politico psicopatico?
Con un altro psicopatico, o con l’unione di tanti politici comuni, con un alleanza. Per un politico normale solo, il tutto risulta impossibile da gestire.
Diagnosi infausta.
Allora non facciamo come Pinocchio.
Siamo tutti chiamati a giocare un ruolo attivo nel riconoscere e gestire i Gatti e le Volpi, ponderando la loro capacità di guidare con etica, integrità e legalità. Dobbiamo smascherare le manipolazioni, rifiutare il ruolo di complementari, non rinunciando al nostro pensiero critico e usando tutti gli strumenti della democrazia.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.