Autore: Rodolfo Baraldini
LA NUOVA FERRARA: Ancora tempesta sul carcere dell’Arginone Zonari (La Comune): «Toscani chieda scusa»
Non smette di far discutere il caso della presunta violenza sessuale denunciata da una detenuta transgender, che sarebbe avvenuta nelle celle del carcere dell’Arginone. E’ innanzitutto la consigliera comunale Camilla Mondini (Fdl) a chiarire la propria posizione sui fatti avvenuti:«Mi sono espressa su alcuni commenti pubblici che ho trovato particolarmente spiacevoli in quanto riferiti alla persona che ha denunciato di aver subito violenza sessuale in Carcere. Non ho infatti condiviso certe dichiarazioni nelle quali la presunta violenza veniva sminuita dal fatto che la vittima fosse transessuale o che, forse, svolgesse prestazioni sessuali retribuite. Poi, non essendoci ancora alcuna certezza in ordine a quanto avvenuto, sarà compito dell’Autorità Giudiziaria svolgere le indagini necessarie per stabilire se la denuncia è fondata o meno. Ma in ogni caso, credo che le condizioni, le qualità personali, l’orientamento sessuale °le semplici abitudini della presunta vittima non possono essere argomenti da cui trarre conclusioni». Dopo l’ispezione effettuata all’interno della struttura carceraria, anche della senatrice Ilaria Cucchi (Avs) ribadisce le criticità da lei evidenziate in precedenza, affidando ai social il proprio pensiero: «Quanto avvenuto oltre ad essere gravissimo è la dimostrazione evidente del fallimento totale dello Stato rispetto al sistema carcere. Punto primo: quella donna non doveva trovarsi nel carcere di Ferrara in quanto sprovvisto di un reparto adatto a lei. Punto secondo: la stessa detenuta nei giorni precedenti aveva denunciato la sua preoccupazione per la propria incolumità, denunce cadute nel vuoto.
Il Comune non si preoccupa minimamente di garantire la possibilità di un lavoro all’esterno e quindi di un reinserimento nella società. Rivolgo un appello al sindaco aggiunge la senatrice Cucchi affinché si adoperi in questo senso e magari la smetta di pensare che l’unica soluzione ai problemi dell’Arginone sia la realizzazione di nuovi padiglioni come sostiene anche il Senatore Balboni. Le criticità non si risolvono così». Sulla vicenda torna anche Anna Zonari (capogruppo in Consiglio La Comune) che stigmatizza le parole dell’ex direttrice del carcere dell’Arginone: «Quanto accaduto alla donna transgender detenuta nel carcere dell’Arginone è di una gravità inaudita. Una persona in custodia dello Stato è stata violentata da quattro uomini in una sezione maschile.
A rendere questa vicenda ancora più insopportabile sono le parole pronunciate dall’ex direttrice del carcere, Nicoletta Tosenni. Di fronte alla notizia della violenza, ha dichiarato: “Credo sia andato male il pagamento delle prestazioni”. Una frase gravissima, che tenta di screditare la vittima spostando la responsabilità. Un’affermazione inaccettabile perché pronunciata da chi ha ricoperto un ruolo istituzionale di rilievo. Parole cosl conclude la consigliera Zonari non dicono nulla sulla vittima. Dicono tutto sulla cultura di chi le pronuncia: una cultura tossica, maschilista, che nega la realtà della violenza. Parole indegne, che colpevolizzano, insinuano, sminuiscono. Chi ha avuto responsabilità dirette nella gestione di quella struttura dovrebbe esprimere vergogna, non cinismo. Dovrebbe chiedere scusa, non rilanciare insinuazioni». Infine interviene sul caso ferrarese anche Arcigay nazionale, tramite la segretaria Daniela Lourdes Falanga che condanna il presunto episodio: «Esprimiamo piena solidarietà alla vittima di questa violenza inumana. Quanto accaduto a Ferrara è il sintomo di un sistema carcerario che non riesce a proteggere le persone più vulnerabili».
Diserbo chimico, La Comune chiede una progressiva riduzione
Anna Zonari individua dei “dati interessanti” ma chiede di più al vicesindaco Balboni dopo la risposta inviata all’interrogazione presentata
Parla di “dati interessanti” La Comune di Ferrara nel commentare la risposta che il vicesindaco Alessandro Balboni ha inviato dopo l’interrogazione presentata.
Tra le cose positive evidenziate “una riduzione progressiva – seppur non lineare – delle ore di diserbo chimico effettuate negli ultimi anni”. Un segnale positivo, “che però va letto nel suo insieme” e infatti notano come anche le ore di diserbo meccanico siano “diminuite di circa 1.000 rispetto al 2021”.
“Questo dato lascia intendere – precisano – che mantenendo costante l’impiego delle tecniche meccaniche si sarebbe potuto ridurre ulteriormente l’uso di sostanze chimiche”.
“Rileviamo con rammarico – aggiungono – che nella risposta non si fa riferimento a un piano strutturato di progressivo superamento del diserbo chimico, come indicato sia nel contratto di servizio tra Comune e Ferrara Tua, sia dalle linee guida regionali. Manca inoltre un approfondimento sui criteri utilizzati per l’impiego selettivo del diserbo chimico e sull’eventuale sperimentazione di alternative meno impattanti”.
Zonari e La Comune tornano a far notare che “la sostanza impiegata – il Flazasulfuron – pur rientrando tra quelle autorizzate dalla Regione Emilia-Romagna, appartiene alla categoria dei Pfas, sostanze persistenti per le quali la comunità scientifica e molte istituzioni stanno sollecitando massima cautela”. “La risposta – aggiungono – non affronta il tema né spiega perché sia stata scelta questa specifica molecola, né se siano stati presi in considerazione principi attivi a minor impatto ambientale”.
“Permangono infine – dicono – alcune mancanze rispetto agli aspetti posti nella nostra interrogazione, in particolare riguardo alla valutazione dei rischi per gli animali domestici e per i gruppi vulnerabili della popolazione, che meritano attenzione e approfondimento”.
Ritengono dunque “doveroso da parte dell’Amministrazione costruire una strategia di diserbo coerente con gli indirizzi regionali e nazionali, fondata su trasparenza, precauzione e progressiva riduzione dell’uso di sostanze chimiche”.
“Il tema della presenza dei Pfas – concludono – nell’ambiente urbano e rurale sarà al centro della discussione anche nella seduta consiliare del 7 luglio, grazie alla mozione proposta dal nostro gruppo La Comune di Ferrara insieme alla civica Anselmo. Sarà un’occasione utile per affrontare con serietà e spirito costruttivo una questione ambientale che ci riguarda tutti”.
LA NUOVA FERRARA: Diserbo chimico, si può fare meglio
Ambiente e sperimentazione per ridurre l’utilizzo dei PFAS
La risposta del vicesindaco Balboni alla nostra interrogazione sull’uso del diserbo chimico a Ferrara conferma alcuni dati interessanti, tra cui una riduzione progressiva seppur non lineare delle ore di diserbo chimico effettuate negli ultimi anni. Si tratta di un segnale positivo, che pert, va letto nel suo insieme: anche le ore di diserbo meccanico sono diminuite di circa 1.000 rispetto al 2021. Questo dato lascia intendere che mantenendo costante l’impiego delle tecniche meccaniche si sarebbe potuto ridurre ulteriormente l’uso di sostanze chimiche. Rileviamo con rammarico che nella risposta non si fa riferimento a un piano strutturato di progressivo superamento del diserbo chimico, come indicato sia nel contratto di servizio tra Comune e Ferrara Tua, sia dalle line guida regionali. Manca inoltre un approfondimento sui criteri utilizzati per l’impiego selettivo del diserbo chimico e sull’eventuale sperimentazione di alternative meno impattanti. La sostanza impiegata Flazasulfuron pur rientrando tra quelle autorizzate dalla Regione Emilia Romagna, appartiene alla categoria dei, sostanze persistenti per le quali la comunità scientifica e molte istituzioni stanno sollecitando massima cautela. La risposta non affronta it tema ne spiega perché sia stata scelta questa specifica molecola, ne se siano stati presi in considerazione principi attivi a minor impatto ambientale. Permangono infine alcune mancanze rispetto agli aspetti posti nella nostra interrogazione, in particolare riguardo alla valutazione dei rischi per gli animali domestici e per i gruppi vulnerabili della popolazione, che meritano attenzione e approfondimento. Riteniamo che sia doveroso da parte dell’Amministrazione costruire
una strategia di diserbo coerente con gli indirizzi regionali e nazionali, fondata su trasparenza, precauzione e progressiva riduzione dell’uso di sostanze chimiche. 11 tema della presenza dei PFAS nell’ambiente urbano e rurale sarà al centro della discussione anche nella seduta consiliare del 7 luglio, grazie alla mozione proposta dal nostro gruppo La Comune di Ferrara insieme alla civica Anselmo. Sara un’occasione utile per affrontare con serietà e spirito costruttivo una questione ambientale che ci riguarda tutti.
Trans e stupro denunciato. Il caso arriva in Consiglio. E Balboni: “Cucchi show”
Question time della consigliera Anna Zonari sulla presunta violenza in cella. Il senatore (Fd’I) ribatte ad Avs: “Mai detto che in carcere va tutto bene”.
Era solo questione di tempo. Il caso del presunto stupro alla detenuta transgender portato alla luce dal nostro giornale, già oggetto di due interrogazioni parlamentari da parte della senatrice Ilaria Cucchi e della deputata pentastellata Stefania Ascari, è approdato in Consiglio Comunale. Ed è Anna Zonari, capogruppo de La Comune a chiedere lumi con un question time.
Nello specifico, la consigliera di minoranza chiede se “il Comune abbia avuto notizia dei fatti accaduti alla Casa circondariale dell’Arginone e, in caso affermativo, se l’amministrazione intenda attivarsi formalmente al Ministero della Giustizia, il provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria dell’Emilia-Romagna e la Regione, per chiedere l’accertamento delle responsabilità e l’adozione urgente di misure di tutela per le persone transgender detenute”.
In una nota, Zonari stigmatizza anche la presa di posizione dell’ex direttrice del carcere. “A rendere questa vicenda ancora più insopportabile sono le parole pronunciate dall’ex direttrice del carcere, Nicoletta Toscani, che ha ricoperto l’incarico all’Arginone dal 2019 fino al luglio 2024. Di fronte alla notizia della violenza, ha dichiarato: “Credo sia andato male il pagamento delle prestazioni” – riporta Zonari nel documento – . Una frase gravissima, che tenta di screditare la vittima, di insinuare scenari, di spostare la responsabilità. Un’affermazione che rappresenta una forma inaccettabile di vittimizzazione secondaria, tanto più inaccettabile perché pronunciata da chi ha ricoperto un ruolo istituzionale di rilievo”.
Accanto alle parole di Zonari, ci sono quelle altrettanto affilate del senatore di Fratelli d’Italia Alberto Balboni che replica alla collega di opposizione, Cucchi che l’aveva chiamato in causa. “Delle dichiarazioni rilasciate dopo l’ispezione dalla senatrice di Avs Ilaria Cucchi, stupiscono due cose – così Balboni in una nota – . La prima, è che il reato è dato per accertato. Cucchi non parla mai di ’presunto’ stupro, come imporrebbe la presunzione di innocenza ma sposa senza esitazione alcuna la versione accusatrice. Credo sarebbe stato più prudente attendere gli accertamenti in corso prima di sbilanciarsi così apertamente. Faccio notare infatti che l’ex direttrice del carcere ha avanzato più di una perplessità, che mi sento di condividere, non per negare il fatto ma per auspicare che sullo stesso venga fatta piena luce senza dare nulla per scontato. La seconda è che Cucchi mi chiama polemicamente in causa attribuendomi giudizi che non ho mai espresso. Non ho mai detto che nel carcere di Ferrara va tutto bene. Anzi, nel corso della mia ultima visita, ho preso atto delle gravi condizioni in cui versava, e in cui ancora versa, il personale, pesantemente sotto organico e troppo spesso vittima di aggressioni e intimidazioni da parte di detenuti sempre più incontrollabili. Per questo ho sollecitato più volte l’amico sottosegretario Delmastro a prestare la massima attenzione alla carenza di organico del nostro carcere e in effetti, nei limiti del possibile, qualcosa è stato fatto e ancora di più si farà con le nuove assunzioni”. Insomma, chiude Balboni, “la senatrice Cucchi si è prodotta solo in uno show propagandistico contro il governo, che però nulla cambia se non alimentare ulteriormente la colpevolizzazione di coloro che con grande sacrificio dentro il carcere ci lavorano quotidianamente”.
Aggressione all’Arginone, La Comune: “Prodotto di un sistema carcerario violento”
Il Gruppo: “Siano accertate tutte le responsabilità di questo trasferimento inappropriato”
Leggi sul sito d’origine
Una donna transgender stuprata. Non è un fatto isolato, è una responsabilità politica”. A rimarcare che “quanto accaduto nel carcere di Ferrara è di una gravità inaudita” è il Gruppo consiliare La Comune, aggiungendo che “una donna transgender, già vittima di minacce e molestie, è stata trasferita in una struttura maschile nonostante le sue ripetute richieste di protezione. Lì è stata attirata con l’inganno e violentata da quattro detenuti”.
Per il Gruppo consiliare “questo non è un fatto di cronaca nera: è il prodotto di un sistema carcerario violento, discriminatorio e inadeguato, che continua a ignorare i diritti fondamentali delle persone Lgbtqia+, in particolare delle persone transgender detenute. E’ impossibile restare in silenzio davanti a tanta violenza. Questa donna è stata tradita da tutte le istituzioni che avrebbero dovuto tutelarla”.
Da qui alla considerazione che “il suo trasferimento in un carcere maschile, nonostante l’evidente rischio, è un fallimento grave della catena di responsabilità che va dal ministero della Giustizia fino alla direzione locale della struttura carceraria. Non si tratta di un episodio isolato. In tutta Italia, le persone transgender recluse vivono in condizioni di rischio estremo, spesso invisibili agli occhi della politica e delle amministrazioni. Serve subito un cambio di rotta”.
Il messaggio conclusivo è che “il silenzio delle istituzioni è complice. Lo è chi minimizza, chi si gira dall’altra parte, chi considera ‘secondarie’ le garanzie di sicurezza per chi si trova in una condizione di vulnerabilità estrema. Non c’è giustizia senza diritti. Non c’è sicurezza senza dignità. Questo non è solo un caso giudiziario: è una responsabilità politica”.
Partecipazione da remoto al Consiglio comunale, Zonari: “A breve una proposta di revisione”
La presidente della Commissione Statuto e regolamento si è soffermata sul principio di auto responsabilità
La partecipazione da remoto ai lavori del Consiglio comunale è al centro di un intervento di Anna Zonari, presidente della Commissione Statuto e regolamento, che ha comunicato di lavorare a una proposta di revisione. La finalità è di evitare comportamenti discutibili.
L’esponente de La Comune ha spiegato che “attualmente, le telecamere rimangono spente durante le sedute su indicazione del supporto informatico, per evitare il sovraccarico della connessione. Di norma, i consiglieri e le consigliere le accendono solo nel momento in cui prendono la parola, per poi spegnerle nuovamente. Il Regolamento prevede che, durante l’appello, la telecamera debba essere accesa. Tuttavia, se ci si collega dopo che l’appello è stato effettuato, non è previsto l’obbligo di identificarsi visivamente”.
Votazioni e riconoscimento
Da qui alla considerazione che “è evidente che questo rappresenta un punto critico. Anche al momento delle votazioni non è richiesto alcun riconoscimento visivo: un’ulteriore debolezza dell’attuale normativa. Per comunicare che si parteciperà da remoto al Consiglio comunale, è sufficiente una semplice comunicazione, senza che sia richiesto di fornire motivazioni o giustificazioni, nemmeno nei casi in cui questa diventi l’unica modalità di partecipazione. Ciò avviene perché il Regolamento si fonda sul principio dell’auto responsabilità dei consiglieri e delle consigliere, prevedendo anche che i lavori debbano essere seguiti in condizioni che garantiscano la dovuta concentrazione”.
Presenza in aula e relazione diretta
Una situazione, in relazione alla quale “il confronto democratico richiede infatti non solo la possibilità di esprimersi, ma anche uno spazio comune dove ascoltare, replicare, percepire le sfumature e i non detti del dibattito. La presenza in aula favorisce una relazione più diretta tra consiglieri e consigliere, permette un’interazione più autentica con la Giunta e contribuisce a costruire un clima di maggiore attenzione e rispetto istituzionale”.
La presidente della Commissione ha concluso che da alcuni mesi sta “lavorando a una proposta di revisione. Dopo aver esaminato i regolamenti di altri Comuni, ho finalizzato nei giorni scorsi un testo di modifica, che sarà a breve discusso in Commissione, con l’auspicio di poterlo portare all’approvazione del Consiglio comunale già nel mese di luglio. Confido che tutto il Consiglio voglia condividere questa direzione, all’insegna della trasparenza, della serietà e della responsabilità istituzionale”.
Ferrara non è una cartolina. È una città viva, fatta di persone
Anna Zonari: “Il messaggio di Fabbri è chiaro: la bellezza di Ferrara serve solo come fondale per postare foto”
Abbiamo letto con attenzione il lungo post sulla sua pagina facebook del sindaco Alan Fabbri, in cui difende l’uso di Piazza Ariostea per ospitare concerti di grande richiamo. Comprendiamo la volontà di promuovere la città. Ma non possiamo condividere la convinzione che il “progresso” passi necessariamente attraverso l’occupazione prolungata di spazi pubblici, storici e residenziali, con pesanti ricadute su chi quei luoghi li abita e li vive ogni giorno.
Ferrara non è uno scenario da cartolina. È una città viva, fatta di persone.
Alan Fabbri sostiene che scegliere la piazza sia una strategia di marketing per attrarre artisti e “raccontare Ferrara”. Ma chi partecipa a un concerto blindato, tra transenne e service, difficilmente visita la città. Non entra nei musei, non esplora i quartieri. Nella maggior parte dei casi, arriva, assiste, riparte. E lo fa in auto, causando congestione e disagi.
Il messaggio che ne deriva è chiaro: la bellezza di Ferrara serve solo come fondale per postare foto. E sul piano dell’impatto economico? Non è affatto scontato. I disagi per le attività locali – che in molti casi devono chiudere o limitarsi per ordinanza, subendo cali di fatturato – superano spesso i benefici.
Mentre bar, negozi e servizi dell’area vengono sacrificati, gran parte dell’indotto va a società esterne che organizzano gli eventi, gestiscono i biglietti, montano i palchi.
Per garantire che gli eventi non penalizzino il commercio di vicinato, generando economia per chi vive e lavora a Ferrara, non solo per chi arriva da fuori, serve: evitare ordinanze che impongano chiusure o limitazioni senza preavviso; coinvolgere gli esercenti nelle decisioni logistiche; prevedere indennizzi o agevolazioni fiscali nei casi di perdite documentate.
Lo ribadiamo_ il punto non è dire “no ai concerti”. Il punto è: quale modello di promozione culturale e turistica vogliamo per la città? Uno che valorizza il territorio, o uno che lo consuma in nome della visibilità?
Dire che lo stadio non è adatto perché ha “troppi residenti” o “troppa erba” è paradossale, considerato che la maggior parte delle città utilizza abitualmente gli stadi per i concerti. Piazza Ariostea ha residenti, ha monumenti tutelati, ha accessi stretti e una funzione urbanistica incompatibile con eventi seriali e impattanti.
Noi crediamo che Ferrara possa ambire ad un modello più sostenibile per tutte e tutti. Per inciso, ci piacerebbe vedere incentivata la mobilità sostenibile, con, ad esempio, sconti sui biglietti per chi sceglie la formula bicicletta + treno.
E ci piacerebbe finalmente vedere un progetto per la predisposizione di un luogo idoneo agli eventi, con parcheggi scambiatori e navette gratuite.
La crescita è vera solo se è condivisa. E il rispetto per chi abita una piazza non è “difesa di interessi di parte”, ma condizione minima per parlare di città pubblica.
Nel frattempo, ci auguriamo di ricevere prestissimo le risposte alla nostra interpellanza dello scorso 15 aprile (2 mesi fa!), dove abbiamo chiesto: quando, quanti e quali rilievi fonometrici sono stati effettuati per verificare e aggiornare la mappatura acustica dell’agglomerato di Ferrara alle condizioni reali e attuali del territorio; quali sono gli interventi per la mitigazione del rumore stradale nel centro urbano di Ferrara che sono effettivamente programmati nel 2025 e 2026; che limiti di orario, durata massima e massimo rumore sono stati fissati in deroga per le manifestazioni (musicali e non) che si svolgono in aree come la Darsena, piazza Trento Trieste, piazza Ariostea e altre dove i residenti hanno lamentato in precedenti esperienze il disturbo del riposo; che controlli vengono effettuati affinché durante manifestazioni e spettacoli il suono nell’area ed in particolare il suono che arriva nelle abitazioni sia nei limiti di intensità e orario fissati in deroga?;- che controlli vengono effettuati affinché il pubblico che sarà presente alle manifestazioni e/o ai concerti non sia esposto a rumore oltre i 108 dB(A) LAsmax come definito dal DGR 1197 del 2020?
Infine un invito al confronto diretto: visto che lei si definisce, “uno del popolo”, sono certa che accetterà l’invito che le è pervenuto dal comitato dei residenti di Piazza Ariostea di visitare il quartiere di persona, per verificare le criticità dovute ai concerti – rumore, viabilità, limitazioni – insieme a chi vive quotidianamente quei disagi. Un confronto diretto, reale e partecipato, è il primo passo per costruire soluzioni condivise e rispettose.
Festa delle Famiglie. “Da Coletti nessuna risposta concreta all’interrogazione”
La denuncia di Anna Zonari, capogruppo de La Comune di Ferrara: “Quasi 49.000 euro per una festa senza anima educativa”
Leggi sul sito d’origine
“Quasi 49.000 euro per una festa senza anima educativa. L’amministrazione Fabbri ha affidato l’intera organizzazione della Festa delle Famiglie 2025 a un’agenzia privata, escludendo i Centri per le Famiglie, le associazioni storiche e i volontari del territorio. Nessun progetto pedagogico, nessuna promozione dei servizi comunali: è stata un’occasione persa per sostenere la comunità educante di Ferrara”. Così Anna Zonari, consigliera comunale e presidente del gruppo La Comune di Ferrara, commenta la risposta ricevuta dall’assessore Cristina Coletti a un’interrogazione protocollata lo scorso 21 maggio.
“Sette domande precise. Nessuna risposta concreta. La giunta ha eluso ogni elemento critico, limitandosi a dichiarazioni generiche”, sottolinea Zonari, che elenca nel dettaglio i punti ignorati.
A partire dal mancato coinvolgimento dei Centri per le Famiglie (CpF) e dei Centri Bambini e Famiglie (Cbf). Le motivazioni di questa esclusione – fa sapere la capogruppo – “non sono mai state chiarite“, dal momento che la risposta ricevuta “si limita a menzionare” la presenza del Cbf come “regolarmente attivo, senza specificare perché non sia stato coinvolto nel processo progettuale“.
Un altro elemento critico per Zonari riguardava l’assenza di un progetto educativo-pedagogico alla base dell’evento. “Alla richiesta di accesso a un eventuale progetto strutturato alla base dell’evento non è stato fornito alcun documento né confermata la sua esistenza” evidenzia.
Preoccupava inoltre – secondo la capogruppo – la mancanza di materiali informativi relativi ai servizi comunali per la genitorialità. Ma anche su questo punto – spiega Zonari – “nessuna spiegazione è stata fornita circa l’assenza di stand o materiale divulgativo durante la festa”.
In merito ai criteri adottati per l’affidamento dell’evento a un’agenzia privata, la capogruppo di opposizione fa sapere che “la risposta non chiarisce come sia stata scelta la ditta affidataria né se siano state valutate alternative con coinvolgimento del territorio”.
Nell’interrogazione Zonari aveva posto l’accento anche sulla questione economica. “A fronte di un costo complessivo di 48.800 euro (Iva inclusa), non è stata fornita alcuna rendicontazione dettagliata che suddivida l’importo per voci di spesa, come laboratori, spettacoli o attività promozionali. Anche su questo punto, ogni richiesta di chiarimento è rimasta inevasa” aggiunge.
Infine, La Comune di Ferrara aveva rilevato “un’evidente incoerenza rispetto agli obiettivi dichiarati nel Piano Integrato di Attività e Organizzazione (Piao). “Non viene spiegato – prosegue Zonari – come l’affidamento a un soggetto privo di competenze pedagogiche sia compatibile con gli indirizzi politici e amministrativi dell’Ente.
Quanto riguarda infine le intenzioni future sul coinvolgimento dei servizi e delle associazioni, “nessuna risposta operativa o impegno concreto. Solo dichiarazioni generiche sulla volontà di valorizzare i servizi in futuro” chiude.
“Le famiglie non hanno bisogno di gadget e spettacoli calati dall’alto, ma di spazi co-progettati con le comunità, fondati su pedagogia, relazione e partecipazione. In passato, la festa era un punto di riferimento per bambini e famiglie, costruito con il contributo di servizi pubblici, volontari, biblioteche e scuole. Oggi, resta solo un contenitore vuoto, costoso e deresponsabilizzante“, conclude Zonari.
Il gruppo La Comune di Ferrara chiede che già dalla prossima edizione la Festa delle Famiglie torni a essere costruita insieme ai cittadini, ai servizi educativi comunali e alle associazioni del territorio, per restituirle il suo valore originario: “quello di una festa della comunità“.
«Festa delle famiglie più ludica» Ma La Comune contesta ancora
La “nuova” Festa delle famiglie, a partire dal format sperimentato a maggio e in prospettiva futura, è «connotata da una natura ludica, ricreativa, laboratoria- le e socializzante, con l’intento di diventare un’occasione unica informale di apprendimento». Si è inoltre ritenuto opportuno «adottare anche una strategia comunicativa diversificata, affiancando ai canali tradizionali (come le newsletter) anche modalità innovative, volte ad intercettare in maniera più efficace e capillare i diversi target familiari presenti sul territorio». Così l’assessore Cristina Coletti, nel rispondere ad un’interpellanza de La Comune, spiega perché «si è optato di demandare l’organizzazione e la realizzazione degli eventi ad un soggetto terzo», che ha poi messo a punto tre giornate con 18 laboratori, 10 attività d’intrattenimento ed animazione, e due spettacoli, «ad integrazione delle attività che vengono svolte dal Centro per bambini e famiglie, regolarmente attivo durante la festa». scelta del Comune, conclude Coletti, peraltro è «potenziare e rimodulare le attività presenti nel Centro per le famiglie».
Insoddisfatta Anna Zonari (La Comune), «quasi 49mila euro per una festa senza anima educativa. L’amministrazione Fabbri ha affidato l’intera organizzazione della Festa delle famiglie a un’agenzia privata, escludendo i Centri per le famiglie, le associazioni storiche e i volontari del territorio. Nessun progetto pedagogico, nessuna promozione dei servizi comunali». Zonari lamenta la mancata risposta ai sette quesiti, anche sui criteri di scelta.