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Centrali a biogas, tra profitto e salute pubblica

Proteste, criticità e appelli, l’allarme ambientale lanciato a Villanova all’assemblea sulla proliferazione degli impianti. I cittadini chiedono una pianificazione sostenibile per il territorio

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Villanova di Denore. Nel suggestivo ambiente della chiesa di San Biagio, a Villanova di Denore, sabato mattina (18 gennaio) si è svolto un incontro pubblico per parlare della proliferazione in Provincia di impianti a biogas e biometano, in un contesto in cui le autorizzazioni rilasciate continuano ad aumentare e in cui, proprio pochi giorni fa, è arrivata la notizia che la centrale a biometano a Gaibanella si farà, nonostante il consiglio comunale avesse votato in maniera unanime per il no. Circa un centinaio di persone – fra cittadini, rappresentanti politici ed esponenti dei comitati – hanno preso parte all’assemblea organizzata dal Coordinamento provinciale dei comitati Nobiogas Nobiometano e dalla Rete Giustizia Climatica Ferrara.

“Siamo ormai a più di 50 impianti di biogas e biometano nel Ferrarese – ha iniziato Corrado Oddi, della Rete Giustizia Climatica – esistenti o in via di realizzazione. Solo negli ultimi 3 mesi ne sono stati autorizzati più di una decina”. Subito dopo, Sandra Travagli, la referente del comitato di cittadini contrari alla centrale di Villanova, ha messo in fila una serie di criticità per evidenziare a gran voce la necessità di pianificazione “per le forti ricadute che questi hanno a livello ambientale e sulla salute e la sicurezza degli abitanti”. Nel suo discorso, Travagli ha constatato come le centrali siano totalmente scollegate dall’economia del territorio, non portando quindi benefici a chi ci abita, e ha aggiunto: “Gli impianti non producono redditività né autonomia, stanno in piedi solo grazie ai fondi del Pnrr”. A questo proposito, il comitato di Fondo Reno ha poi evocato un allarmante scenario. “Quando finiranno i finanziamenti – ha affermato infatti Andrea Vaccari – c’è il rischio che le centrali verranno abbandonate, generando scheletri industriali su tutto il territorio, di cui le multinazionali che ora le gestiscono a quel punto si disinteresseranno”. Altro punto nodale, la questione del trasporto: “Si tratta di un problema terribile – ha proseguito Travagli –, il trasporto delle biomasse comporta un carico di spesa per la manutenzione delle strade molto cospicuo che diversamente si potrebbe destinare ad altri fini”. Quindi l’appello congiunto, da parte della Rete Giustizia Climatica e dei Comitati provinciali, per chiedere ai rappresentanti politici di fare decisamente di più nel difendere le battaglie dei cittadini.

È stato Paolo Calvano, capogruppo del Partito Democratico in assemblea regionale, a rispondere al sollecito, rivolto alla Regione, di una rinnovata incisività nel tutelare l’ambiente e gli interessi dei territori e degli abitanti. Ha innanzitutto voluto precisare i margini di manovra limitati: “È una materia su cui la Regione può legiferare solo stando dentro i vincoli che gli dà la normativa nazionale. Perché nel momento in cui straborda, anche solo di poco, rispetto a quei limiti, la Presidenza del consiglio dei ministri impugna la legge facendole perdere la sua efficacia”. Dopo questa premessa, Calvano ha voluto rimarcare con forza da una parte la conseguente necessità di coinvolgere il legislatore nazionale, per riuscire a operare delle modifiche sostanziali e determinanti alla radice. Dall’altra, ha esplicitato la determinazione da parte della Regione “di fare il massimo per quello che le è concesso”.

Le testimonianze che si sono susseguite nel resto della mattinata hanno contribuito a fare luce da una molteplicità di prospettive differenti sulle centrali a biometano e a biogas. Il medico Adele Pazzi ha dichiarato di “voler mostrare il lato oscuro della faccenda” sostenendo che non si tratta né di fonti rinnovabili, né di un sistema che promuove l’economia circolare. “Anche gli impianti a biometano devono essere continuamente riforniti e creano rifiuto. Sono molto energivori e bruciano combustibile fossile”. Lorenzo Menghini (del comitato di Bondeno) ha calcolato che, considerando il transito di mezzi pesanti causati unicamente dalla centrale del suo Comune, sono previsti oltre 13 mila passaggi all’anno. “È questa l’economia circolare a cui fanno riferimento? Io parlerei piuttosto di economia di circolazione dei mezzi”. Danila Ori (del comitato Gaibanella vuole respirare) ha ammesso di aver pianto la sera in cui è stato annunciato che, nonostante la contrarietà del consiglio comunale al progetto, verrà comunque realizzata la nuova centrale. “Bisogna cambiare le leggi perché altrimenti si continuerà a ritenere il profitto più importante della salute e del benessere dei cittadini”. Anna Zonari, consigliera comunale a Ferrara de La Comune, ha denunciato che “non è possibile che i cittadini e i comitati siano esclusi dalla Conferenza dei Servizi. Serve un piano energetico veramente sostenibile, perché abbiamo urgenza di muoverci nella direzione giusta. Che non è di sicuro quella delle speculazioni finanziarie e delle multinazionali estere che vengono a colonizzare il territorio”.

Anche Patrizia Bianchini (già assessore provinciale del Pd dal 2009 al 2014) ha evocato l’ingombrante presenza di interessi economici insensibili a chi nella Provincia ci vive. Cristian Bertarelli, sindaco di Lagosanto, ha suonato l’allarme dicendo che “ogni minuto che passa ci avvicina ad avere un nuovo impianto davanti alla porta di casa” e ha puntato il dito sulla Regione nell’affermare che si tratta dell’unica autorità che potrebbe alzare delle barriere per fermarne l’avanzamento incontrollato. Un’attribuzione di responsabilità su cui anche Sergio Golinelli, come esponente di Alleanza Verdi e Sinistra, si è trovato d’accordo. “All’interno di una procedura molto semplificata come è la Conferenza dei Servizi, alla fine Arpae tira le fila con un atteggiamento di tipo notarile. Ma Arpae è un’agenzia che avrebbe come scopo la tutela ambientale e non certificare il rispetto delle leggi. È quindi indispensabile che intervenga la Regione, da cui Arpae dipende, per dare un orientamento politico forte”.

In conclusione, una testimonianza dal rappresentante dei comitati di Reggio Emilia, Emiliano Codeluppi, che è venuto in trasferta a Denore di Villanova per portare un messaggio di solidarietà e vicinanza alla causa. “La messa no biogas del sabato nel ferrarese è qualcosa di stupendo”, ha ammiccato Codeluppi, facendo riferimento alla chiesa di San Biagio in cui si è svolto l’incontro pubblico. “A Reggio Emilia siamo disperati come voi. Non dimentichiamoci che l’inquinamento travalica i confini provinciali e regionali. I famosi camion che circolano arrivano anche da molto lontano”.