DEMOCRAZIA COME PARTECIPAZIONE: LE ASSEMBLEE DEI CITTADINI
La partecipazione dei cittadini al miglioramento della vita delle comunità dev’essere effettiva e non ridotta a slogan, e le loro proposte devono avere un peso reale nelle decisioni di governo.
Per affrontare i cambiamenti climatici e sociali bisogna ripensare il modello di città. Quello attuale, basato sui valori immobiliari e sulle strutture produttive del secolo scorso mostra limiti molto evidenti. Ma bisogna farlo insieme ai cittadini, che vanno fattivamente coinvolti nelle decisioni che riguardano il futuro della città.
È necessario ridefinire e innovare i processi di partecipazione democratica al governo cittadino, al fine di condividere le priorità e le finalità delle future scelte di trasformazione e innovazione.
La partecipazione diretta dei cittadini alle decisioni politiche può contribuire a creare condizioni che favoriscano la giustizia sociale ed ecologica, intrecciando il contrasto alla crisi climatica con la lotta contro le diseguaglianze, al fine di rendere le città più vivibili.
Sappiamo che i grandi cambiamenti necessari per affrontare la crisi climatica saranno possibili in tempi rapidi solo se condivisi con i cittadini, che non sono più disposti ad accettare politiche che comportino cambiamenti e sacrifici significativi imposti dall’alto.
Ma le decisioni politiche sono spesso bloccate (quindi non in grado di prendere le decisioni necessarie alle trasformazioni) dagli interessi economico-produttivi, e continuano a percorrere la strada fallimentare della crescita e del neoliberismo, anziché indirizzarsi verso l’interesse della collettività.
Va dunque avviato un processo che porti al progressivo trasferimento del potere decisionale dalle istituzioni ai cittadini in merito a tutte le questioni rilevanti per la costruzione del benessere collettivo. Solo così la cittadinanza attiva potrà diventare realtà. In altre parole, non basta informare e consultare i cittadini, bisogna “decidere insieme”.
Purtroppo finora i processi partecipativi sono stati per lo più deludenti, perché intesi come mera informazione o consultazione dei cittadini, e non di co-progettazione e decisione.
Le Assemblee dei Cittadini rappresentano lo strumento democratico in grado di favorire un reale esercizio di partecipazione. Tra i molti modelli partecipativi, le Assemblee dei Cittadini (così come immaginate da Marcin Gerwin) sono lo strumento di democrazia deliberativa maggiormente diffuso e di maggior successo nel mondo. Tuttavia in Italia sono ancora poco conosciute e diffuse: finora il modello è stato applicato soltanto nei comuni di Bussi (PE), Milano e Bologna.
Queste Assemblee costituiscono una nuova istituzione democratica da affiancare ai governi nazionali, regionali e comunali. Un campione di cittadini, rappresentativo dell’intera società, viene sorteggiato per analizzare e indirizzare le questioni di interesse generale. Il gruppo è chiamato ad affrontare un argomento, ad approfondirlo con l’aiuto di esperti, a confrontarsi con tutti i portatori di interesse legati al tema, a dibattere e a deliberare, producendo alla fine del processo una documentazione che contiene le loro idee, proposte, raccomandazioni.
Gli aspetti particolarmente interessanti (e in grado di fare la differenza) di questo nuovo strumento di democrazia partecipativa e deliberativa sono:
IL SORTEGGIO: i cittadini vengono scelti tramite un campionamento casuale e stratificato, ossia vengono selezionati attraverso un’estrazione casuale dalle liste anagrafiche, che mira a ricreare all’interno del gruppo gli equilibri e le dinamiche presenti nella società in termini di genere, età, istruzione, residenza ecc. I partecipanti, diversamente da quanto avviene all’interno dei tradizionali strumenti partecipativi, sono rappresentanti reali dell’intera popolazione.
LA FORMAZIONE: durante la prima fase vengono organizzati incontri con esperti della materia oggetto dell’Assemblea, chiamati a presentare, in misura paritaria, un numero quanto più vasto possibile di posizioni, istanze e orientamenti sul medesimo tema, offrendo un quadro completo, bilanciato e diversificato. Le decisioni vengono prese sulla base di precise conoscenze.
IL CONFRONTO: dopo il periodo di formazione seguono una fase di ascolto e confronto di tutti i portatori di interesse, dei comitati e delle associazioni della società civile e una serie di incontri aperti al pubblico. I partecipanti vengono in questo modo a conoscenza di tutte le posizioni in campo.
IL METODO COLLABORATIVO: ai membri dell’Assemblea viene assegnato il compito di collaborare per valutare i problemi e trovare soluzioni. Facilitatori professionisti e indipendenti garantiscono che tutti i membri abbiano voce in capitolo e che tutte le opinioni siano ascoltate. Si crea così un clima di collaborazione che motiva e sostiene le persone a trovare soluzioni condivise, anche partendo da posizioni diverse. Le decisioni vengono prese collettivamente, con votazione finale, attraverso un processo partecipativo e costruttivo, non di contrapposizione.
IL POTERE DECISIONALE: al termine del processo avvengono le deliberazioni finali, le votazioni sulle varie proposte e raccomandazioni emerse in Assemblea, e la loro presentazione, tramite un report, alle Istituzioni. Quello che differenzia le Assemblee dei Cittadini da altre forme di partecipazione è che, entro un tempo definito, le Istituzioni devono offrire un riscontro e dichiarare pubblicamente se intendono approvare, modificare o respingere le proposte elaborate dall’Assemblea.
Come afferma Norberto Bobbio, il legame tra democrazia e partecipazione è inscindibile e, nella sua forma ideale, la democrazia si realizza proprio attraverso la partecipazione diretta dei cittadini alla vita politica dello Stato.
La Redazione