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La Comune di Ferrara | Femminile, Plurale, Partecipata

admi2 | 25 Mag 2024

FERRARA CITTÀ DELLA SALUTE E DEL BENESSERE

IERI

A partire dal 1978, anno dell’istituzione del Sistema Sanitario Nazionale (SSN), fino a circa 15 anni fa, nella nostra città la salute rappresentava un valore cruciale per il benessere degli individui e della collettività. Sono stati realizzati progetti e innovazioni, a conferma del fatto che la salute è una componente fondamentale della vita di ciascuno. Poi, il declino: al posto della tutela si è aperto un orizzonte di sfiducia e precarietà.

Cosa è cambiato?

Per capirlo, partiamo dai presupposti fondanti, nei confronti dei quali l’adesione e la condivisione popolare erano fortissime.

  • L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) definisce la salute “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplice assenza di malattia.
  • In Italia, la LEGGE 23 dicembre 1978, n. 833 dichiara: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività mediante il servizio sanitario nazionale. La tutela della salute fisica e psichica deve avvenire nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana.” I principi fondamentali su cui questa legge si basa sono universalità, uguaglianza ed equità, ovverosia l’estensione delle prestazioni sanitarie in egual misura a tutta la popolazione. I tre soggetti deputati sono lo Stato, le Regioni e gli Enti Locali. Amministrazione Comunale e Sindaco sono perciò chiamati in prima persona ad andare incontro ai bisogni dei cittadini.
  • Il diritto alla salute era già sancito dalla Costituzione. L’articolo 32 afferma: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.

Tutto era già predisposto in modo coerente. Bastava soltanto attenersi al modello di sanità pubblica, anche per quanto riguarda l’erogazione dei finanziamenti.

La fiscalità generale aveva in previsione fondi che attraverso i trasferimenti dello Stato alle Amministrazioni pubbliche hanno permesso l’attuazione dei programmi di spesa pubblica, tra i quali uno dei principali destinatari era proprio il SSN.  

Alcuni esempi

  1. Legge 405/1975, che ha istituito i Consultori familiari. Dal 1997 i consultori comprendono anche gli Spazi Giovani e dal 1998 gli Spazi Donne Immigrate e i loro figli. 
  2. Legge 309/1990 per contrastare le tossicodipendenze, curarne le conseguenze sui consumatori e prevenire il consumo di sostanze. Dal 2014 comprende tutte le dipendenze patologiche, comprese quelle ‘legali’: tabacco, alcol, patologie legate al gioco. Riguardo a questo testo di legge, rimane irrisolta l’ambiguità tra cura e controllo sociale. 
  3.  Legge 180/1978, successivamente integrata dalla legge 833 dello stesso anno. Ha imposto la chiusura dei manicomi e regolamentato il Trattamento Sanitario Obbligatorio, istituendo i servizi di Igiene Mentale pubblici (ora SPT). Questa legge quadro ha fatto dell’Italia il primo paese al mondo (e al 2019 l’unico) ad abolire gli ospedali psichiatrici. Mi piace ricordare che Ferrara è stata protagonista grazie ad Antonio Slavich, collaboratore di Basaglia, di un’importante esperienza durata dal 1971 al 1978 ma che ha dato spunti per molti anni a seguire.
  4. Decreto legislativo del 30 dicembre 1992, nº 502, istituzione dei livelli essenziali di assistenza (LEA), che indicano l’insieme di tutte le prestazioni, servizi e attività che lo Stato ritiene così importanti da non poter essere negate ai cittadini.

A livello distrettuale sono compresi (oltre ai servizi nati dalle leggi menzionate): servizi sanitari e sociosanitari, assistenza farmaceutica, specialistica e diagnostica ambulatoriale, fornitura di protesi ai disabili, servizi domiciliari agli anziani e ai malati gravi, servizi per la riabilitazione dei disabili, strutture semiresidenziali e residenziali, residenze per anziani e disabili, centri diurni, case-famiglia e comunità terapeutiche. A livello ospedaliero riguardano i servizi di pronto soccorso, ricovero ordinario, day hospital e day surgery, lungodegenza e riabilitazione.

OGGI

Dopo queste grandi rivoluzioni, che tra l’altro hanno dato vita a importanti dibattiti, le cose sono rallentate e a volte hanno persino cambiato direzione. Cosa è successo? I cittadini lamentano criticità, disservizi, latitanze in ognuna delle aree citate.

Poche settimane fa il SSN ha compiuto 45 anni. Con esso, come si diceva, è cambiata radicalmente la prospettiva per la tutela della salute, che ha permesso di ottenere eccellenti risultati, risultati che tutto il mondo continua a invidiarci.  Purtroppo, da un decennio, il centro del dibattito è occupato dal tema della sostenibilità del SSN, che vive una “crisi esistenziale” senza precedenti. I Governi che si sono alternati negli ultimi 15 anni hanno contribuito al progressivo sgretolamento del SSN svalutandone i principi fondanti e hanno eroso il diritto costituzionale alla tutela della salute, offuscando aspirazioni e prospettive della popolazione e, soprattutto, delle future generazioni. Il rilancio del SSN non rientra tra le priorità degli Esecutivi che hanno governato negli ultimi 15 anni. I principi fondanti del SSN – universalità, uguaglianza, equità – sono stati “traditi”.  Si pensi all’esperienza quotidiana delle persone, in particolare delle persone appartenenti alle fasce meno abbienti, condizionate dagli interminabili tempi di attesa, dall’affollamento dei Pronto Soccorso, dall’aumento della spesa privata che impoverisce e costringe a rinunciare alle cure, dall’impossibilità di trovare un medico o un pediatra di famiglia vicino casa, dalle inaccettabili diseguaglianze regionali e locali che spingono alla migrazione sanitaria.

Purtroppo, neppure il nostro Comune si è impegnato per impedire o limitare ristrettezze e disagi.

Per ribadire l’importanza dei concetti di salute e benessere, aggiungiamo che corrispondono al terzo obiettivo dell’Agenda 2030, che mira a garantire in tutto il mondo un medesimo standard di prevenzione, assistenza e cura, annullando l’ingiusto divario tra paesi ricchi e paesi poveri. Limitando l’orizzonte al nostro territorio Comunale forse è possibile aspirare a una maggiore determinazione per colmare il gap tra cittadini ricchi e cittadini poveri, e per rafforzare e migliorare un servizio sanitario efficace e di qualità per tutti. 

Infine, se la salute è un obiettivo cruciale e fondamentale, ciò dovrebbe comportare un dialogo tra tutti gli attori sociali, presupponendo un’attenzione costante alle relazioni e ai processi di partecipazione continuativa, lontani da finalità propagandistiche. Se si condivide la consapevolezza che i problemi sono collettivi e non dei singoli diventa indispensabile che le persone si incontrino, si sentano soggetti che contano, si sentano riconosciuti, il che aiuterebbe a superare un sistema di mera assistenza, faciliterebbe gli interventi di prevenzione, ridurrebbe i sentimenti di malcontento sia degli operatori che dei cittadini.

Giovanna Tonioli

Educatrice e Psicoterapeuta

Candidata nella lista de La Comune di Ferrar