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La Comune di Ferrara | Femminile, Plurale, Partecipata

Anna Zonari | 16 Mag 2024

INTERVENTO ALL’INCONTRO “POLITICHE PER L’ABITARE”

INTERVENTO ALL’INCONTRO “POLITICHE PER L’ABITARE” Le proposte della Cooperazione per l’emergenza casa, promosso da Lega Coop (15.05.2024)

Mi chiamo Anna Zonari e sono una psicologa clinica e di comunità. Significa che nella vita mi sono sempre occupata del benessere delle persone, della loro qualità della vita e dei gruppi umani, soprattutto i più fragili, facilitando la realizzazione di progetti di comunità  nell’ambito di quello che viene chiamato welfare di comunità e welfare generativo. Per il Centro Servizi Volontariato in cui lavoro da più di 20 anni, sono responsabile della macro area Sostegno organizzativo e sviluppo di enti di terzo settore delle province di Ferrara e Modena.
Da più di 10 anni, facilito percorsi di co progettazione e co programmazione tra Pubblico e Terzo Settore, soprattutto nel contrasto alle povertà e alle diseguaglianze.

Una premessa fondamentale. Ritengo che le politiche dell’abitare dovrebbero collocarsi all’interno di una visione complessiva di città e del suo funzionamento, che comprende tante dimensioni strettamente interconnesse e a cui per limiti di tempo accenno solo: l’economia e una occupazione di qualità, capace di risollevare Ferrara dall’essere il fanalino di coda della regione, evitando fuga di cervelli e di giovani, all’interno di una cornice ben precisa che non si può più rimandare: gli obiettivi dell’Agenda 2030. Solo questo motore può incrinare il progressivo e costante invecchiamento della popolazione. Parlare di alloggi, inoltre significa parlare anche di funzionamento della città, di qualità dei suoi spazi e servizi, di mobilità, di relazioni.
Pertanto il mio intervento sarà necessariamente limitato, ma collocato in una visione più ampia, di medio e lungo periodo.

Ho iniziato a conoscere la situazione abitativa delle case di edilizia residenziale pubblica, per esperienza. Per più di 10 anni, come volontaria di una caritas parrocchiale, ho conosciuto decine di persone a cui portavo un pacco spesa, ma soprattutto ascolto e accompagnamento. Devo dire che è stata una esperienza determinante per me, per farmi capire che le persone più povere, quelle con meno strumenti per fare fronte alla complessità della nostra società, pagano il prezzo più alto di un sistema che fa acqua da tutte le parti, perché non è evidentemente sostenibile.
In tanti appartamenti, non avviene la manutenzione per mancanza di risorse e lo scarso efficientamento energetico si traduce in povertà energetica, ovvero freddo o bollette energivore d’inverno e abitazioni molto calde d’estate. 

Troppo spesso si sente parlare della “questione casa” in termini esclusivamente quantitativi e finanziari –  quanti alloggi per quante famiglie e a che costi, mentre la “casa” dovrebbe essere quel porto sicuro cui approdare e in cui sostare, quel posto del cuore, in cui trovare rifugio e sicurezza, intimità, stabilità e magari bellezza. In quegli alloggi abitano persone, bambine e bambini che con le loro famiglie. Persone anziane, spesso sole e con una pensione minima, con ridotta mobilità e necessità di maggiore assistenza sociale e sanitaria; molto spesso queste persone, abitando alloggi inadatti alle loro esigenze ( fabbricati privi di ascensore ) sono costretti a vivere segregati in casa .
I nuovi criteri di definizione dei punteggi privilegiano la residenzialità storica e, visto che Ferrara è una città anziana, questo determinerà nei prossimi anni un aumento della percentuale di over 65 anni che occuperà alloggi ERP, rafforzando l’emergenza abitativa.
Ad oggi, nel 60% dei casi, gli abitanti di ACER sono assistiti direttamente da ASP o dal Comune (dato che ACER è a livello provinciale), con un ISEE cioè inferiore ai 7500 euro annui. Questo significa che spesso non riescono a pagare un canone nemmeno minimo per le utenze. Tante quindi le situazioni di insolvenza, ovvero di morosità, incolpevole che ricadono sulle spalle di ACER condizionandone i bilanci.
A Ferrara gli alloggi di edilizia popolare sono di proprietà del Comune e vengono assegnati tramite graduatoria, secondo regole stabilite dalla Regione e dal Comune, e di cui ACER è solo ente gestore. Ad oggi ci sono 3380 alloggi in gestione ad ACER nel Comune di Ferrara, ma di questi circa 800 pari al 25% non può essere dato in assegnazione perché necessita di consistenti lavori di manutenzione per renderlo abitabile. L’ultima graduatoria per l’assegnazione di alloggi ERP registra 913 domande, ma solo poco più di 100 famiglie avranno un alloggio.

Le entrate diminuiscono e le spese aumentano. E, al contempo, cresce la domanda perché cresce la povertà. Tuttavia l’ERP non può essere la sola risposta. Una ricerca in Toscana fa emergere l’insostenibilità dell’attuale sistema della residenzialità pubblica. Occorre generare nuove possibilità e nuovi modelli dell’abitare.
La domanda si differenzia sempre di più
anche per quella che è la richiesta di case ERS Edilizia Residenziale Sociale, ovvero per chi cerca un affitto a canone agevolato, come giovani, giovani famiglie, lavoratrici e lavoratori a basso reddito, ecc. Una cosiddetta “fascia grigia” destinata ad allargarsi sempre di più, via via che cresce la forbice sociale.

Cosa mi impegno a fare durante il mio mandato?
Una programmazione di medio-lungo periodo e non interventi una tantum
e una strategia su 3 livelli:
1. Livello nazionale
Sollecitare il Governo
per un PIANO CASA adeguato all’emergenza abitativa, con finanziamenti per il contributo all’affitto destinato ai nuclei familiari in difficoltà finanziarie e per la manutenzione dell’edilizia residenziale pubblica. Inoltre, molti Comuni, stanno chiedendo l’assegnazione gratuita di aree ed edifici, di enti statali o parastatali inutilizzati.
2. Livello regionale
Sollecitare la Regione
ad eliminare i tre anni di residenza come requisito di accesso, tema su cui è intervenuta negli anni la giurisprudenza, come era stato richiesto da organizzazioni sindacali e sindacati inquilini. Il criterio di punteggio della residenzialità storica falsa la valutazione del bisogno abitativo, che rischia di non essere più l’elemento che determina il diritto alla casa, e per questo genera iniquità e penalizza i cittadini più fragili. L’esatto contrario di quanto affermano il Sindaco Fabbri e la Lega, alimentando il conflitto sociale e fingendo di dimenticare la sentenza del Tribunale di condanna del Comune di Ferrara per discriminazione.
3. Livello comunale
l’Amministrazione deve immettere risorse per un Piano Casa di medio-lungo periodo che la impegni direttamente a:
– Costituire di un Osservatorio sul bisogno abitativo,
che consenta di analizzare le criticità anche insieme ai sindacati degli inquilini, alle associazioni dei piccoli proprietari, alle associazioni studentesche, agli attori impegnati in politiche abitative, oltre che a ACER;
– fare fronte alle morosità
, sollecitando gli altri Comuni della provincia ad andare nella stessa direzione;
investire in Piani di riqualificazione, anche energetica da fonti rinnovabili (accenno solo all’impulso che è necessario che l’Amministrazione dia alle comunità energetiche e ai gruppi di autoconsumo collettivo), valutando quali sono gli immobili che non si riescono a riqualificare perché in condizioni non recuperabili. Immobili che servirebbe demolire, per poi ricostruire e rendere accessibili ad una utenza anziana o con ridotta mobilità
– Valutare gli immobili di proprietà comunali a cui poter cambiare destinazione d’uso e rigenerare le aree dismesse, dicendo no al consumo di suolo, anche acquistando ulteriori immobili.
Una nota: intendiamo avviare progetti di rigenerazione dove sia evidente la regia pubblica dell’operazione.
ll Comune non deve essere un facilitatore di operazioni private e immobiliari ma il regista di operazioni complesse e multi-attoriali, forte della sua autorevolezza. Come succede a Vienna
(il 50% della popolazione vive in abitazioni sovvenzionate comunali o cooperative) o nelle città francesi, olandesi e spagnole.
Promuovere forme di abitare collaborativo, quali il co housing, i condomini solidali, le cooperative di abitanti.
Un’Amministrazione che vuole essere condivisa può favorire la  co progettazione e la co programmazione con quei soggetti che si muovono all’interno di un preciso perimetro di sostenibilità economica, sociale ed ambientale e che in generale mantengono al centro delle proprie politiche non le logiche di mercato, ma le persone e i loro bisogni, per generare non solo edifici, ma comunità coese e solidali, all’interno di una comune visione di welfare integrato Pubblico-Privato Sociale.
Istituire una Centrale pubblica degli affitti, che garantisca l’applicazione di regole condivise per favorire l’incontro tra domanda e offerta di alloggi, per contrastare il mercato nero, agevolare gli affitti a canone calmierato e concordato, insieme ai sindacati degli inquilini, alle associazioni degli dei proprietari, alle associazioni studentesche;
Promuovere politiche di edilizia studentesca pubblica, insieme ad Università ed Er.Go Azienda regionale per il Diritto agli Studi Superiori dell’Emilia Romagna, ad esempio restituendo alla loro originaria funzione gli studentati già esistenti ma ancora da ristrutturare a seguito del terremoto del 2012, quali gli studentati di Corso Giovecca e il ‘Santa Lucia’ in via Ariosto 35 da più di 100 posti letto, occupato per la quasi totalità sin dalla primavera del 2012 dagli uffici del Rettorato dell’Università.

Anna Zonari
Candidata Sindaca