La Comune chiede stop ai rapporti con “l’economia del genocidio”
L’ordine del giorno della consigliera Anna Zonari invita il Comune ad aderire al Bds e a orientare gli acquisti pubblici secondo criteri di giustizia, pace e legalità internazionale
Il gruppo consiliare La Comune di Ferrara ha presentato un ordine del giorno dal titolo “Per la pace, la legalità internazionale e la fine dell’economia del genocidio”, con cui chiede al Comune di adottare una posizione chiara e coerente sul conflitto israelo-palestinese e sulle responsabilità economiche che ne derivano.
Il testo, firmato dalla consigliera Anna Zonari, si fonda su una serie di riferimenti alla giurisprudenza e ai documenti delle Nazioni Unite. Vi si legge che “la Corte Penale Internazionale, in data 21 novembre 2024, ha emesso mandati di cattura per crimini contro l’umanità nei confronti del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dell’ex Ministro della Difesa Yoav Gallant e di un alto comandante di Hamas, Mohammed Deif”.
Il documento richiama inoltre i rapporti Onu e delle organizzazioni per i diritti umani, secondo cui Israele “attua nei Territori palestinesi occupati politiche e pratiche assimilabili al crimine di apartheid”, e cita il parere della Corte internazionale di giustizia del luglio 2024, che impone agli Stati – “Italia compresa” – di “non riconoscere né sostenere tale situazione illegittima”.
Particolare rilievo è dato alle conclusioni della Commissione internazionale indipendente d’inchiesta delle Nazioni Unite, che avrebbe accertato come “le autorità israeliane abbiano commesso il crimine di genocidio contro i palestinesi di Gaza”, evidenziando l’uso della fame come arma di guerra, gli attacchi contro civili e il blocco totale degli aiuti umanitari.
Nell’ordine del giorno si sottolinea che “una pace autentica e duratura non può prescindere dal rispetto del diritto internazionale” e che “un sistema economico che sostiene, finanzia o trae profitto da un genocidio contribuisce a rendere strutturale la violenza”. Per questo motivo, il gruppo chiede che le istituzioni pubbliche si dissocino da “modelli economici fondati su violenza e oppressione” e promuovano “un’economia ispirata ai principi di pace, giustizia e legalità internazionale”.
L’atto impegna il sindaco e la Giunta a orientare le proprie scelte economiche e di approvvigionamento verso modelli coerenti con tali principi, aderendo, nei limiti delle competenze comunali, alle campagne di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (Bds). Si chiede inoltre di sospendere, dove possibile, gli acquisti di prodotti o servizi di provenienza israeliana o legati a imprese che “intrattengano rapporti economici significativi con il Governo o con le forze armate israeliane”, invitando anche le società partecipate a seguire criteri di “disinvestimento etico”.
Infine, Zonari propone che il Comune promuova campagne di informazione e sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza e al tessuto economico locale, in collaborazione con associazioni e organizzazioni per i diritti umani, “a sostegno della pace, della legalità internazionale e del diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione”.
Come sottolinea la conclusione del testo, “opporsi ai crimini contro l’umanità, all’apartheid e a ogni forma di genocidio costituisce un principio etico e giuridico universale”.