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La Comune di Ferrara | Femminile, Plurale, Partecipata

Tag: estense.com

Sicurezza climatica nella Cra “Ripagrande”. Zonari evidenzia criticità nelle risposte ricevute

Dopo l’interrogazione del 7 luglio scorso arriva la risposta dell’assessora competene Cristina Coletti e la replica della consigliera de La Comune di Ferrara

Dopo l’interrogazione dello scorso 7 luglio sulla sicurezza climatica e sanitaria nella Cra “Ripagrande” protocollata da Anna Zonari arriva la risposta dell’assessora competente Cristina Coletti e la replica della consigliera de La Comune di Ferrara.

Una replica nella quale vengono evidenziate “alcune criticità” che “rimangono irrisolte”.

“Nel suo intervento – scrive Zonari – viene giustamente riconosciuta la pericolosità delle ondate di calore per la salute delle persone anziane fragili. Tuttavia, il passaggio in cui si afferma che “il caldo percepito dagli anziani in condizioni di non autosufficienza è diverso da quello percepito dalle persone autosufficienti provenienti dall’esterno” rischia di relativizzare il problema, spostando l’attenzione dalla necessità di rispettare precisi parametri ambientali (come quelli indicati dalle linee guida regionali: 24–26°C) alla percezione soggettiva del disagio. Proprio la maggiore vulnerabilità fisiologica degli ospiti non autosufficienti impone invece un’osservanza rigorosa di tali standard”.

La consigliera lamenta dunque la “mancanza di dati oggettivi e trasparenza”. Nella risposta dell’assessora Coletti non vi è “alcuna rilevazione puntuale delle temperature interne registrate nei giorni di emergenza climatica, né specifica se tali dati siano disponibili”.

Critica dunque un’affermazione ritenuta “generica” secondo cui “gli operatori monitorano quotidianamente le temperature”. Ciò non rendere possibile “verificare se siano stati effettivamente rispettati i parametri indicati dalle linee guida” e “quali temperature siano state rilevate nei diversi ambienti, in particolare nelle stanze private, oggetto specifico delle segnalazioni da parte dei familiari”.

Nell’interrogazione la consigliera, alla luce delle temperature molte alte rilevate all’inizio del mese di luglio chiedeva se l’Amministrazione comunale, Asp e Ausl Ferrara avessero “verificato il rispetto delle linee guida regionali in materia di benessere termico – che indicano un range ottimale di temperatura compreso tra 24 e 26°C – e se siano disponibili rilevazioni puntuali delle temperature interne nei diversi ambienti della struttura durante i periodi di emergenza climatica”.

Infine Zonari nota la “persistenza di un approccio emergenziale”. “Si riconosce – spiega – l’esistenza di criticità croniche negli impianti e si fa riferimento a interventi tecnici già effettuati o in corso. Tuttavia, non vengono fornite indicazioni circa l’elaborazione di un piano strutturale e organico di adeguamento climatico della struttura, necessario alla luce del progressivo aumento di eventi estremi legati al cambiamento climatico”.

La consigliera aveva interrogato l’amministrazione in merito all’intenzione di “attivare o sollecitare presso Asp interventi strutturali o gestionali finalizzati a garantire condizioni di sicurezza climatica per gli ospiti della struttura, anche in previsione delle ulteriori
ondate di calore attese nelle prossime settimane estive e negli anni a venire”.

“L’Azienda Servizi alla Persona – ha risposto Cristina Coletti – sta affrontando da diversi anni importanti problematiche nella manutenzione degli impianti idrotermosanitari. Lo scorso anno è stato affidato un apposito incarico a tecnico specializzato per l’effettuazione di un’approfondita diagnosi energetica, a seguito della quale sono stati realizzati interventi migliorativi sull’impianto per un importo di oltre 50 mila euro, interventi peraltro che sono proseguiti nel corso di quest’anno per un importo superiore. Sono state riscontrate perdite nell’impianto di aerazione e a tal proposito è stata incaricata una ditta specializzata nelle sigillature. Generalmente, durante le emergenze nel periodo invernale ed estivo, Asp è sempre prontamente intervenuta a supporto dei reparti con ospiti fornendo dispositivi di condizionamento mobili e verificando costantemente il comfort dei locali e controllando le temperature”.

La Comune un anno dopo: Zonari tira le somme

Molti i temi caldi affrontati in questi dodici mesi. La presidente del gruppo consiliare: “Ferrara? Declino socio-economico e demografico”

Urbanistica, ambiente, partecipazione e difesa dei diritti. Ad un anno dall’elezione in Consiglio comunale de La Comune di Ferrara, ieri (23 luglio) la presidente del gruppo consiliare Anna Zonari ha tirato le somme del lavoro svolto in questo primo periodo di attività istituzionale, dodici mesi tra crescita e soddisfazioni che non hanno tuttavia nascosto alcune difficoltà.

“Non è stato un anno facile – ha dichiarato Zonari – entrare in un’istituzione da sola, senza altri Consiglieri o capogruppo politico significa imparare in fretta i linguaggi, essere chiamati a occuparsi di temi di tutti i tipi ed è stato come essere catapultati in una dimensione per me sconosciuta”.

Un percorso, quello della scesa in campo, che Zonari ha definito “pesante”, soprattutto “se lo si fa con grande senso di responsabilità”, ma che ha saputo regalare importanti emozioni e riscontri, come quello di essere stata definita “la forza politica più attiva all’interno del Consiglio”.

“In questo percorso non sono mi stata sola – ha sottolineato la presidente del gruppo – ma sono insieme a un gruppo di cittadini e cittadine che mi hanno fornito sostegno non solo morale, ma anche in termini di supporto nel lavoro, persone con competenze tecniche in diritto amministrativo, in economia, in urbanistica”. Insomma, per dirla con le parole di Zonari, “un lavoro collettivo al servizio della comunità”.

Questi lavori si sono concentrati su alcuni temi di cui La Comune si è fatta portabandiera fin dalla sua nascita come gruppo di cittadine e cittadini desiderosi di impegnarsi in un’azione politica autonoma. In primis l’urbanistica e il conseguente tema dell’ambiente: Zonari ha sottolineato di aver “seguito con attenzione e spirito critico” l’adozione del nuovo Pug e di aver “ascoltato i cittadini” per elaborare istanze da portare in Consiglio, ma “incoerenze” e “interventi ambigui”, come la costruzione del maxi parcheggio nei pressi di Pontelagoscuro, hanno portato al voto negativo per lo strumento del piano urbanistico generale.

Insufficienti sono stati definiti i lavori per la mobilità sostenibile e, per questo, è stato “chiesto di fare un aggiornamento ai cittadini sullo stato di avanzamento del Pums, di cui non si riescono a capire gli obiettivi”. Sempre per quanto riguarda la tutela ambientale, “abbiamo chiesto di elaborare un piano del verde e della biodiversità”, perché “non basta piantare alberi per fare sostenibilità” ed è necessario “parlare di più di fonti rinnovabili e di comunità energetica, perché su questo abbiamo visto una tabula rasa”.

Sul tema dell’energia, grande insoddisfazione è stata espressa per il costante rinvio di una commissione informativa sulle centrali a biometano: “È stata chiesta a ottobre – ha dichiarato Zonari – e, nonostante siano state fatte altre 5 o 6 richieste, non è ancora stata convocata”.

Importanza dal gruppo consiliare è stata data al coinvolgimento della cittadinanza, vera e propria stella polare per Zonari che ha sostenuto la necessità di un maggior dialogo con i cittadini: “Penso al Ferrara Summer Festival, per cui non c’è mai stato un incontro”. “La Comune porta avanti questo tema, che non è di contrarietà agli eventi – ha aggiunto la presidente del gruppo -: gli eventi vanno fatti in luoghi adatti”. Anche per questo arriva un categorico “No” alla scelta del parco urbano come location per il concerto di Vasco Rossi dell’anno prossimo: “Il parco urbano deve conservare la vocazione ambientale per cui è stato creato”.

La Comune si è dichiarata anche a favore della difesa dei diritti e dell’inclusività: Zonari ha citato l’esempio della detenuta transessuale violentata nel carcere dell’Arginone, luogo “che presenta dei problemi” e rispetto al quale “l’amministrazione può e deve intervenite”, così come si è dichiarata a favore della tutela dei diritti dei migranti e del sostegno alla causa dei tempi biblici della Questura per il rilascio dei permessi di soggiorno.

Ultimo grande tema messo in luce dalla presidente del gruppo consiliare è quello che ha definito come “il declino socio-economico e demografico della città”: “Mancano opportunità di lavoro, siamo la città con l’indice di vecchiaia più alto in Regione e l’inflazione è al 18% – ha evidenziato Zonari -. Le misure adottate dall’amministrazione sono tutte incentrate sul turismo e non vanno a intervenire su altri temi come il petrolchimico e gli affitti, divenuti insostenibili soprattutto per i giovani”.

Andrea Firrincieli, esponente della lista, ha poi rivendicato alcune “battaglie” sostenute da La Comune in questi dodici mesi, tra cui spiccano la campagna per la ripubblicizzazione del servizio dei rifiuti – “Ci sarebbe piaciuto avere un dialogo con l’amministrazione in vista di una nuova gestione, ma questo confronto non è mai avvenuto” ha sottolineato Zonari -, la volontà di creare più spazi di aggregazione e, infine, il sostegno alla Palestina. In riferimento a quest’ultimo, Firrincieli si è dichiarato “deluso dalla mancanza di partecipazione” dei cittadini alle manifestazioni pro Gaza, perché “duemila persone scendono in piazza per la Spal” ma “siamo in 100/200 quando scendiamo noi per protestare contro un genocidio”.

In conclusione, Silvia Trombetta ha dichiarato: “La Comune è in un progetto di crescita e dopo 5 anni di formazione interna ci presenteremo più preparati come lista civica alle prossime elezioni comunali. Cerchiamo di fare un lavoro sul riconoscimento reciproco, che porti all’interesse comune del bene della cittadinanza”.

Proposte di legge di iniziativa popolare. “Ora sindaco e giunta si attivino in Regione”

Soddisfatte La Comune di Ferrara e Rete per la Giustizia Climatica dopo l’odg approvato all’unanimità da parte del Consiglio comunale

Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno che chiede alla Regione Emilia-Romagna di avviare al più presto la discussione sulle quattro proposte di legge di iniziativa popolare su acqua, rifiuti, energia e consumo di suolo. La proposta, presentata da Anna Zonari (La Comune) e Leonardo Fiorentini (Civica Anselmo), ha trovato un consenso trasversale in aula, sostenuta anche dal vicesindaco Alessandro Balboni, che ne ha incoraggiato l’approvazione.

Soddisfatti i promotori e anche Rete per la Giustizia Climatica che, come La Comune di Ferrara, affidano ad una nota il proprio gradimento. “Ci attendiamo ora – dicono i primi -, da una parte, che, come recita l’OdG, il sindaco e la Giunta comunale si attivino nei confronti della Regione perché si proceda celermente alla discussione delle 4 proposte di legge di iniziativa popolare e, dall’altra, la Regione stessa operi in questa stessa direzione”.

“Ringraziamo tutte le consigliere e i consiglieri che hanno condiviso questo obiettivo – aggiungono i secondi -, approvando la proposta all’unanimità. Ora chiediamo che il Comune di Ferrara, attraverso il Sindaco e la Giunta, si attivi formalmente presso la Regione Emilia-Romagna per sollecitare l’avvio della discussione, anche tramite audizioni pubbliche con promotori, comitati e portatori di interesse”.

L’odg aveva preso spunto dalle quattro proposte su energia, acqua, consumo di suolo e rifiuti – redatte con rigore normativo e sostenute da oltre 7000 firme in tutta la regione – risalenti al settembre 2022, quando vennero formalmente presentate alla Regione dalla Reca (Rete per l’Emergenza Climatica e Ambientale). Dopo l’assegnazione alle commissioni competenti a novembre 2022, i termini previsti per la discussione si sono esauriti senza che le proposte venissero nemmeno calendarizzate. La chiusura anticipata della legislatura ha interrotto l’iter, che è ripreso solo a febbraio 2025, ma da allora (a cinque mesi di distanza) le proposte restano ferme.

“Le leggi di iniziativa popolare – ricorda La Comune – rappresentano, in Emilia-Romagna, l’unico strumento normativo a disposizione di cittadine, cittadini e organizzazioni per avanzare proposte legislative autonome. Rimandare la discussione significa svuotare di senso la democrazia e disincentivare l’impegno civico. Con il nostro ordine del giorno non si è chiesto al Consiglio comunale di entrare nel merito politico dei contenuti delle proposte, ma di ribadire un principio di legalità e correttezza istituzionale: che ciò che la legge prevede venga rispettato. Che chi lavora per il bene comune trovi nelle istituzioni interlocutori disponibili ad ascoltare e discutere”.

Pfas, mozione approvata all’unanimità. Balboni: “Ferrara eccellenza a livello nazionale”

La mozione sottoscritta dalla Civica Anselmo e da La Comune chiede più monitoraggio e maggiore prevenzione. Il vicesindaco: “Tra 2020 e 2024 circa 600 controlli su rete idrica”

In un clima di rara convergenza politica, il Consiglio comunale di Ferrara ha approvato all’unanimità una mozione per rafforzare il monitoraggio e la prevenzione della presenza di Pfas nelle acque potabili. La proposta, presentata dal consigliere Leonardo Fiorentini e sottoscritta da Fabio Anselmo, Anna Zonari e Arianna Poli, è stata sostenuta trasversalmente da tutti i gruppi consiliari, segno della crescente consapevolezza dei rischi legati a queste sostanze chimiche perenni, spesso definite “inquinanti eterni”.

Il documento è nato, come ha spiegato lo stesso Fiorentini, da “un’urgenza concreta di tutela della salute della nostra comunità” e punta a promuovere trasparenza, informazione capillare, controlli più frequenti (anche nelle scuole) e una presa di posizione netta del Parlamento e del Governo per “mettere al bando la produzione di Pfas con una legge chiara”. I Pfas (sostanze perfluoroalchiliche) sono composti chimici usati in numerose applicazioni industriali e di consumo, dai tessuti impermeabili alle pentole antiaderenti, ma la loro persistenza nell’ambiente e la capacità di accumularsi nel corpo umano li rende particolarmente pericolosi. Numerosi studi li collegano a malattie gravi, come disturbi tiroidei, infertilità e tumori.

Il dibattito in aula è stato denso di riferimenti scientifici, ma anche di testimonianze storiche e civiche. La consigliera Zonari, de La Comune, ha ricordato come il recente rapporto di Greenpeace “Acque senza veleni” abbia evidenziato la diffusione sistemica dei Pfas in tutto il territorio nazionale, inclusi alcuni acquedotti. “Parliamo della qualità dell’acqua che beviamo ogni giorno, che diamo ai nostri figli. È un bene essenziale, anche se lo sottovalutiamo”, ha affermato la consigliera.

Ampio spazio nella discussione è stato dedicato al caso del Veneto, epicentro di uno dei peggiori disastri ambientali d’Europa, culminato lo scorso 26 giugno nella sentenza di condanna per 11 dirigenti dell’azienda chimica Miteni, per un totale di 141 anni di carcere. La mozione ferrarese si ispira esplicitamente a quella approvata dalla Regione Veneto dopo la condanna, definita da Luca Zaia “una battaglia di civiltà” e da Andrea Nardin “una giustizia parziale per un danno irreparabile”.

La consigliera dem, Anna Chiappini, ha ricostruito in dettaglio l’evoluzione del polo chimico di Trissino, da cui tutto ebbe origine nel 1965, e ha sottolineato come “la conoscenza scientifica su questi inquinanti sia recentissima”, ma oggi “non si può più far finta di non sapere”. Fondamentale, ha detto, è “una visione sistemica del problema” e l’introduzione di un quadro normativo che vada oltre lo status quo, per “definire cosa è davvero accettabile in termini di rischio”.

Il vicesindaco Balboni ha poi ricordato l’impegno già attivo sul territorio: “Tra il 2020 e il 2024 sono stati effettuati circa 600 controlli sulla rete idrica senza mai superare i limiti di legge”, ha affermato, ribadendo come Ferrara rappresenti un caso positivo a livello nazionale. Ha inoltre evidenziato l’impegno congiunto di Hera, Arpae e Cnr nello sviluppo di tecnologie avanzate, come l’impianto a grafene inaugurato a Pontelagoscuro nel 2024, pensato per la rimozione degli inquinanti emergenti.

Balboni ha quindi voluto rassicurare i cittadini: “Io stesso bevo acqua del rubinetto a casa. I dati finora raccolti sono rassicuranti, ma è giusto continuare a vigilare. La salute dei più fragili deve restare una priorità”.

La mozione è stata votata all’unanimità dopo un confronto serrato, ma costruttivo. Anche il consigliere Francesco Rendine (Civica Fabbri), pur sollevando perplessità su alcuni dettagli tecnici del testo (poi oggetto di un auto-emendamento chiarificatore) ha confermato il voto favorevole del suo gruppo. In dichiarazione di voto, il consigliere Francesco Levato (FI) ha sottolineato come “questo tema fosse già stato sollevato nella legislatura 2009-2014” e ha espresso soddisfazione per la maturata consapevolezza politica: “A distanza di 15 anni, c’è finalmente la sensibilità che allora mancava”.

Detenuta trans violentata. Zonari: “Il Comune doveva vigilare”

La risposta dell’assessore Coletti non convince la consigliera de La Comune, che denuncia le gravi omissioni: “Nella sezione protetti anche autori di violenze sessuali”

“Non sono soddisfatta. Raccontare i fatti dopo che sono accaduti non basta. E’ compito del Comune monitorare e vigilare sulle condizioni all’interno delle carceri”. Con queste parole la consigliera Anna Zonari (La Comune di Ferrara) ha chiuso, visibilmente contrariata, il suo intervento durante il question time del Consiglio comunale del 7 luglio, riaccendendo i riflettori sulla grave violenza sessuale subita da una donna transgender detenuta nel carcere dell’Arginone.

La vicenda, riportata nei giorni scorsi dalla stampa, è finita al centro del dibattito consiliare grazie all’interrogazione presentata da Zonari, che ha chiesto alla giunta se il Comune fosse a conoscenza dei fatti e se intenda attivarsi formalmente presso Ministero della Giustizia, Regione Emilia-Romagna e Provveditorato dell’Amministrazione penitenziaria per chiedere accertamenti e garanzie per le persone transgender detenute.

La risposta dell’assessore Cristina Coletti, secondo cui l’episodio è già stato trasmesso alla Procura e la detenuta si trovava nella “sezione protetti” su disposizione degli organi competenti, non ha convinto la consigliera, che ha giudicato l’intervento insufficiente e privo di un reale impegno istituzionale.

“Nella sezione protetti ci sono anche autori di violenze sessuali. Collocarvi una donna transgender già minacciata è un errore grave”, ha aggiunto Zonari, evidenziando la mancanza di una sezione dedicata a Ferrara, ad oggi presente solo nel carcere di Reggio Emilia, e chiedendo una presa di posizione chiara da parte del Comune.

La consigliera ha poi denunciato l’assenza di un monitoraggio attivo da parte dell’amministrazione comunale: “Quella persona aveva già espresso le sue paure, chiedeva protezione. È stata ignorata. E questo è un fallimento anche delle istituzioni locali”.

Dalla giunta, per ora, nessun annuncio su nuove iniziative. Ma l’intervento di Zonari ha riportato al centro dell’aula consiliare una questione delicata, che solleva interrogativi profondi sul ruolo delle istituzioni nel garantire la sicurezza e la dignità delle persone più vulnerabili, anche, e soprattutto, dietro le sbarre.

Sul fatto è intervenuto con una interrogazione parlamentare rivolta al Ministro della giustizia il deputato di Azione Fabrizio Benzoni per dire che “la vicenda solleva gravi interrogativi circa l’adeguatezza delle misure di protezione adottate nei confronti delle persone detenute in condizioni di particolare fragilità, nonché sulla gestione del regime detentivo dei circa 80 soggetti transgender ristretti all’interno degli istituti di pena italiani, ancora destinatari di atteggiamenti discriminatori e considerati un’«eccezione» del sistema”.

Benzoni chiede al governo “quali iniziative, per quanto di competenza, intenda realizzare per rafforzare le misure di protezione delle persone transgender detenute, in particolare garantendo l’attivazione di sezioni adeguate, la formazione del personale penitenziario e l’applicazione di protocolli specifici per la valutazione del rischio individuale, anche valutando la promozione di una ricognizione a livello nazionale delle condizioni detentive delle persone transgender e la conseguente riorganizzazione degli spazi detentivi per assicurare il rispetto dei diritti umani e della dignità personale, nel rispetto del principio di individualizzazione del trattamento penitenziario”.

Venti alberi a rischio sui Rampari, La Comune attacca

Anna Zonari annuncia accesso agli atti e critica l’Amministrazione: “Tagliare alberi in città senza una visione chiara e risorse stabili è un grave errore strategico”

L’imminente abbattimento di una ventina di alberi maturi lungo i Rampari di San Rocco, a Ferrara, solleva una nuova polemica sulla gestione del verde urbano. A intervenire con una dura nota è Anna Zonari, consigliera comunale del gruppo La Comune di Ferrara, che denuncia la “!mancanza di programmazione, trasparenza e coinvolgimento della cittadinanza in decisioni ambientali strategiche”.

L’intervento è stato motivato da un generico “accertato rischio stabilità” e “rischio caduta”, che ha già comportato la chiusura della pista ciclopedonale e dei parcheggi nei pressi della cittadella di San Rocco. Ma la consigliera chiede chiarezza: “L’entità e la dimensione degli alberi coinvolti – alcuni con un diametro di quasi 60 cm – rendono indispensabile una chiarificazione dettagliata”.

Per questo, Zonari ha annunciato che lunedì presenterà una richiesta di accesso agli atti, chiedendo conto delle perizie tecniche, degli eventuali interventi di prevenzione messi in atto negli ultimi anni e se siano state considerate alternative all’abbattimento.

“Che idea di città abbiamo, se non interveniamo per tempo su 20 alberi maturi in un’area storica e strategica, in piena crisi climatica?”, si domanda la consigliera, sottolineando come l’eliminazione di alberi in contesti urbani non sia un tema secondario, ma una questione ambientale strutturale. In un mese di giugno definito da Arpae come “anomalia fuori scala” per le sue temperature estreme, la scelta di tagliare alberi senza un progetto condiviso appare, per La Comune, inaccettabile.

“Gli alberi non sono semplici ‘arredi urbani’, bensì infrastrutture ecologiche essenziali”, sottolinea Zonari, ricordando i benefici che essi apportano: ombra, raffrescamento naturale, assorbimento della CO₂, contenimento delle polveri sottili e contributo alla biodiversità.

La critica si allarga poi alla gestione generale del verde cittadino. “Da mesi denunciamo la mancanza di un Piano del Verde e della Biodiversità”, strumento previsto per i Comuni sopra i 15.000 abitanti. Inoltre, viene segnalato il drastico calo di fondi previsti nel bilancio comunale: “A marzo abbiamo contestato come nelle previsioni di spesa per interventi straordinari per il verde pubblico si fosse passati dai 1.427.061 euro del 2024 a 0 euro nel 2025”. Solo una recente variazione di bilancio ha reintegrato parzialmente le risorse, ma secondo Zonari “sono segnali che creano dubbi sulla capacità di gestire questa complessità ambientale, vegetale e patrimoniale”.

Il riferimento va anche ad altri interventi urbanistici contestati, come la nuova piazza ai Rampari di San Paolo, che per La Comune rappresenta l’esempio di una visione urbanistica “discutibile”.

“È tempo che l’amministrazione riconosca il valore inestimabile del nostro patrimonio verde”, conclude Zonari, chiedendo una “programmazione partecipativa e trasparente che coinvolga la comunità nelle decisioni cruciali riguardanti il verde urbano”. Solo così, per La Comune, si potrà costruire una città resiliente e sostenibile, all’altezza delle sfide ambientali del presente.

Ferrara senza Biciplan. Zonari: “Sconcertante”

La consigliera de La Comune di Ferrara aveva interrogato l’assessore VIta Finzi e ritiene che non ci si possa affidare “a un Biciplan del secolo scorso, senza nemmeno dichiarare l’intenzione di aggiornarlo o riprogrammarlo”

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L’assessore Stefano Vita Finzi Zalman ha risposto all’interrogazione del gruppo consiliare La Comune di Ferrara sulla mancata realizzazione del Biciplan, uno dei progetti per cui il Comune aveva ricevuto fondi ministeriali.

L’assessore spiga he non è stato possibile procedere alla realizzazione “a causa di una temporanea mancanza di risorse organizzative e di personale, necessarie al
coordinamento e alla rendicontazione delle attività”.

Aggiunge però che “il tema della mobilità ciclabile è stato comunque affrontato in modo approfondito all’interno del Pums comunale, e l’amministrazione ha continuato a investire in questo ambito accedendo a fondi regionali e Pnrr, con interventi per l’ampliamento e la valorizzazione della rete ciclabile”.

I 32mila euro destinati al progetto sono dunque stati restituiti.

“È sconcertante – commenta la consigliera Anna Zonari – che Ferrara, storicamente città della bicicletta, si affidi ancora a un Biciplan del secolo scorso, senza nemmeno dichiarare l’intenzione di aggiornarlo o riprogrammarlo. Serve una visione aggiornata e concreta, che tenga conto delle mutate esigenze della città e dei cittadini”.

La risposta dell’assessore non soddisfa la consigliera anche perché non chiarisce se e quando si intenda rimediare a questa mancanza, né come si intenda reperire le risorse necessarie.

“Un nuovo Biciplan – conclude Zonari – ha un costo certamente superiore ai 32.000 euro restituiti al ministero, ma questa non può essere una scusa per non fare nulla. È proprio da qui che occorre ripartire: da una chiara volontà politica, da un cronoprogramma e da una strategia di reperimento fondi, anche attraverso canali regionali o Pnrr”.

Il gruppo La Comune di Ferrara continuerà a sollecitare l’amministrazione affinché il tema della mobilità ciclabile “sia affrontato con la serietà e la centralità che merita”.

Diserbo chimico, La Comune chiede una progressiva riduzione

Anna Zonari individua dei “dati interessanti” ma chiede di più al vicesindaco Balboni dopo la risposta inviata all’interrogazione presentata

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Parla di “dati interessanti” La Comune di Ferrara nel commentare la risposta che il vicesindaco Alessandro Balboni ha inviato dopo l’interrogazione presentata.

Tra le cose positive evidenziate “una riduzione progressiva – seppur non lineare – delle ore di diserbo chimico effettuate negli ultimi anni”. Un segnale positivo, “che però va letto nel suo insieme” e infatti notano come anche le ore di diserbo meccanico siano “diminuite di circa 1.000 rispetto al 2021”.

“Questo dato lascia intendere – precisano – che mantenendo costante l’impiego delle tecniche meccaniche si sarebbe potuto ridurre ulteriormente l’uso di sostanze chimiche”.

“Rileviamo con rammarico – aggiungono – che nella risposta non si fa riferimento a un piano strutturato di progressivo superamento del diserbo chimico, come indicato sia nel contratto di servizio tra Comune e Ferrara Tua, sia dalle linee guida regionali. Manca inoltre un approfondimento sui criteri utilizzati per l’impiego selettivo del diserbo chimico e sull’eventuale sperimentazione di alternative meno impattanti”.

Zonari e La Comune tornano a far notare che “la sostanza impiegata – il Flazasulfuron – pur rientrando tra quelle autorizzate dalla Regione Emilia-Romagna, appartiene alla categoria dei Pfas, sostanze persistenti per le quali la comunità scientifica e molte istituzioni stanno sollecitando massima cautela”. “La risposta – aggiungono – non affronta il tema né spiega perché sia stata scelta questa specifica molecola, né se siano stati presi in considerazione principi attivi a minor impatto ambientale”.

“Permangono infine – dicono – alcune mancanze rispetto agli aspetti posti nella nostra interrogazione, in particolare riguardo alla valutazione dei rischi per gli animali domestici e per i gruppi vulnerabili della popolazione, che meritano attenzione e approfondimento”.

Ritengono dunque “doveroso da parte dell’Amministrazione costruire una strategia di diserbo coerente con gli indirizzi regionali e nazionali, fondata su trasparenza, precauzione e progressiva riduzione dell’uso di sostanze chimiche”.

“Il tema della presenza dei Pfas – concludono – nell’ambiente urbano e rurale sarà al centro della discussione anche nella seduta consiliare del 7 luglio, grazie alla mozione proposta dal nostro gruppo La Comune di Ferrara insieme alla civica Anselmo. Sarà un’occasione utile per affrontare con serietà e spirito costruttivo una questione ambientale che ci riguarda tutti”.

Ferrara non è una cartolina. È una città viva, fatta di persone

Anna Zonari: “Il messaggio di Fabbri è chiaro: la bellezza di Ferrara serve solo come fondale per postare foto”

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Abbiamo letto con attenzione il lungo post sulla sua pagina facebook del sindaco Alan Fabbri, in cui difende l’uso di Piazza Ariostea per ospitare concerti di grande richiamo. Comprendiamo la volontà di promuovere la città. Ma non possiamo condividere la convinzione che il “progresso” passi necessariamente attraverso l’occupazione prolungata di spazi pubblici, storici e residenziali, con pesanti ricadute su chi quei luoghi li abita e li vive ogni giorno.

Ferrara non è uno scenario da cartolina. È una città viva, fatta di persone.

Alan Fabbri sostiene che scegliere la piazza sia una strategia di marketing per attrarre artisti e “raccontare Ferrara”. Ma chi partecipa a un concerto blindato, tra transenne e service, difficilmente visita la città. Non entra nei musei, non esplora i quartieri. Nella maggior parte dei casi, arriva, assiste, riparte. E lo fa in auto, causando congestione e disagi.

Il messaggio che ne deriva è chiaro: la bellezza di Ferrara serve solo come fondale per postare foto. E sul piano dell’impatto economico? Non è affatto scontato. I disagi per le attività locali – che in molti casi devono chiudere o limitarsi per ordinanza, subendo cali di fatturato – superano spesso i benefici.

Mentre bar, negozi e servizi dell’area vengono sacrificati, gran parte dell’indotto va a società esterne che organizzano gli eventi, gestiscono i biglietti, montano i palchi.

Per garantire che gli eventi non penalizzino il commercio di vicinato, generando economia per chi vive e lavora a Ferrara, non solo per chi arriva da fuori, serve: evitare ordinanze che impongano chiusure o limitazioni senza preavviso; coinvolgere gli esercenti nelle decisioni logistiche; prevedere indennizzi o agevolazioni fiscali nei casi di perdite documentate.

Lo ribadiamo_ il punto non è dire “no ai concerti”. Il punto è: quale modello di promozione culturale e turistica vogliamo per la città? Uno che valorizza il territorio, o uno che lo consuma in nome della visibilità?

Dire che lo stadio non è adatto perché ha “troppi residenti” o “troppa erba” è paradossale, considerato che la maggior parte delle città utilizza abitualmente gli stadi per i concerti. Piazza Ariostea ha residenti, ha monumenti tutelati, ha accessi stretti e una funzione urbanistica incompatibile con eventi seriali e impattanti.

Noi crediamo che Ferrara possa ambire ad un modello più sostenibile per tutte e tutti. Per inciso, ci piacerebbe vedere incentivata la mobilità sostenibile, con, ad esempio, sconti sui biglietti per chi sceglie la formula bicicletta + treno.

E ci piacerebbe finalmente vedere un progetto per la predisposizione di un luogo idoneo agli eventi, con parcheggi scambiatori e navette gratuite.

La crescita è vera solo se è condivisa. E il rispetto per chi abita una piazza non è “difesa di interessi di parte”, ma condizione minima per parlare di città pubblica.

Nel frattempo, ci auguriamo di ricevere prestissimo le risposte alla nostra interpellanza dello scorso 15 aprile (2 mesi fa!), dove abbiamo chiesto: quando, quanti e quali rilievi fonometrici sono stati effettuati per verificare e aggiornare la mappatura acustica dell’agglomerato di Ferrara alle condizioni reali e attuali del territorio; quali sono gli interventi per la mitigazione del rumore stradale nel centro urbano di Ferrara che sono effettivamente programmati nel 2025 e 2026; che limiti di orario, durata massima e massimo rumore sono stati fissati in deroga per le manifestazioni (musicali e non) che si svolgono in aree come la Darsena, piazza Trento Trieste, piazza Ariostea e altre dove i residenti hanno lamentato in precedenti esperienze il disturbo del riposo; che controlli vengono effettuati affinché durante manifestazioni e spettacoli il suono nell’area ed in particolare il suono che arriva nelle abitazioni sia nei limiti di intensità e orario fissati in deroga?;- che controlli vengono effettuati affinché il pubblico che sarà presente alle manifestazioni e/o ai concerti non sia esposto a rumore oltre i 108 dB(A) LAsmax come definito dal DGR 1197 del 2020?

Infine un invito al confronto diretto: visto che lei si definisce, “uno del popolo”, sono certa che accetterà l’invito che le è pervenuto dal comitato dei residenti di Piazza Ariostea di visitare il quartiere di persona, per verificare le criticità dovute ai concerti – rumore, viabilità, limitazioni – insieme a chi vive quotidianamente quei disagi. Un confronto diretto, reale e partecipato, è il primo passo per costruire soluzioni condivise e rispettose.

Festa delle Famiglie. “Da Coletti nessuna risposta concreta all’interrogazione”

La denuncia di Anna Zonari, capogruppo de La Comune di Ferrara: “Quasi 49.000 euro per una festa senza anima educativa”

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“Quasi 49.000 euro per una festa senza anima educativa. L’amministrazione Fabbri ha affidato l’intera organizzazione della Festa delle Famiglie 2025 a un’agenzia privata, escludendo i Centri per le Famiglie, le associazioni storiche e i volontari del territorio. Nessun progetto pedagogico, nessuna promozione dei servizi comunali: è stata un’occasione persa per sostenere la comunità educante di Ferrara”. Così Anna Zonari, consigliera comunale e presidente del gruppo La Comune di Ferrara, commenta la risposta ricevuta dall’assessore Cristina Coletti a un’interrogazione protocollata lo scorso 21 maggio.

“Sette domande precise. Nessuna risposta concreta. La giunta ha eluso ogni elemento critico, limitandosi a dichiarazioni generiche”, sottolinea Zonari, che elenca nel dettaglio i punti ignorati.

A partire dal mancato coinvolgimento dei Centri per le Famiglie (CpF) e dei Centri Bambini e Famiglie (Cbf). Le motivazioni di questa esclusione – fa sapere la capogruppo – “non sono mai state chiarite“, dal momento che la risposta ricevuta “si limita a menzionare” la presenza del Cbf come “regolarmente attivo, senza specificare perché non sia stato coinvolto nel processo progettuale“.

Un altro elemento critico per Zonari riguardava l’assenza di un progetto educativo-pedagogico alla base dell’evento. “Alla richiesta di accesso a un eventuale progetto strutturato alla base dell’evento non è stato fornito alcun documento né confermata la sua esistenza” evidenzia.

Preoccupava inoltre – secondo la capogruppo – la mancanza di materiali informativi relativi ai servizi comunali per la genitorialità. Ma anche su questo punto – spiega Zonari – “nessuna spiegazione è stata fornita circa l’assenza di stand o materiale divulgativo durante la festa”.

In merito ai criteri adottati per l’affidamento dell’evento a un’agenzia privata, la capogruppo di opposizione fa sapere che “la risposta non chiarisce come sia stata scelta la ditta affidataria né se siano state valutate alternative con coinvolgimento del territorio”.

Nell’interrogazione Zonari aveva posto l’accento anche sulla questione economica. “A fronte di un costo complessivo di 48.800 euro (Iva inclusa), non è stata fornita alcuna rendicontazione dettagliata che suddivida l’importo per voci di spesa, come laboratori, spettacoli o attività promozionali. Anche su questo punto, ogni richiesta di chiarimento è rimasta inevasa” aggiunge.

Infine, La Comune di Ferrara aveva rilevato “un’evidente incoerenza rispetto agli obiettivi dichiarati nel Piano Integrato di Attività e Organizzazione (Piao). “Non viene spiegato – prosegue Zonari – come l’affidamento a un soggetto privo di competenze pedagogiche sia compatibile con gli indirizzi politici e amministrativi dell’Ente.

Quanto riguarda infine le intenzioni future sul coinvolgimento dei servizi e delle associazioni, “nessuna risposta operativa o impegno concreto. Solo dichiarazioni generiche sulla volontà di valorizzare i servizi in futuro” chiude.

“Le famiglie non hanno bisogno di gadget e spettacoli calati dall’alto, ma di spazi co-progettati con le comunità, fondati su pedagogia, relazione e partecipazione. In passato, la festa era un punto di riferimento per bambini e famiglie, costruito con il contributo di servizi pubblici, volontari, biblioteche e scuole. Oggi, resta solo un contenitore vuoto, costoso e deresponsabilizzante“, conclude Zonari.

Il gruppo La Comune di Ferrara chiede che già dalla prossima edizione la Festa delle Famiglie torni a essere costruita insieme ai cittadini, ai servizi educativi comunali e alle associazioni del territorio, per restituirle il suo valore originario: “quello di una festa della comunità“.

Rifiuti. La Comune e i 5 Stelle chiedono quando si procedere con il nuovo affidamento

Un question time verrà discusso nel prossimo consiglio comunale del 23 giugno cisto che non è ancora stato presentato l’atto di indirizzo politico promesso dal vicensindaco

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Durante il prossimo consiglio comunale del 23 giugno si discuterà un question time per fare chiarezza sulle tempistiche e sulle modalità con cui l’Amministrazione intende procedere nella definizione del nuovo affidamento della gestione del servizio rifiuti.

A presentarlo è stata Anna Zonari (La Comune di Ferrara) al termine di un lavoro condiviso anche con la consigliera Marzia Marchi (Movimento 5 Stelle). “Il question time – fanno sapere – è stato formalmente depositato da La Comune di Ferrara, ma nasce da un’iniziativa condivisa e sostenuta anche dal Movimento 5 Stelle e solo per ragioni esclusivamente tecniche, legate alle modalità previste per la presentazione della richiesta, figura una sola firma”.

La richiesta intende sollecitare l’Amministrazione chiedendo “quali siano le tempistiche previste per la presentazione in Consiglio Comunale dell’annunciato atto di indirizzo politico per il nuovo affidamento della gestione del servizio rifiuti e in particolare se tale atto verrà preceduto da ulteriori momenti di confronto, anche in commissione, con i consiglieri e la cittadinanza”.

Nel documento protocollato viene fatto notare che “la concessione per la gestione del servizio dei rifiuti urbani affidata ad Hera è scaduta alla fine del 2017 e, da allora, Hera ne prosegue la gestione in regime di proroga”.

Viene anche ricordato che “il 19 dicembre 2024 si è tenuta una commissione consiliare informativa, durante la quale sono stati presentati due studi di fattibilità — realizzati rispettivamente dall’Università di Ferrara e dalla Rete Giustizia Climatica — in merito alla possibilità di gestione in house del servizio di raccolta e gestione dei rifiuti”.

Proprio in quella sede “il vicesindaco Balboni ha annunciato l’intenzione di portare entro i primi mesi del 2025 in Consiglio Comunale un atto di indirizzo politico, per consentire al Consiglio di esprimersi in modo consapevole sulla scelta tra gara pubblica e gestione in house”.

Zonari: “Celebrare il 2 giugno vuol dire anche ribadire il valore del voto”

La consigliera de La Comune di Ferrara: “Tra pochi giorni, l’8 e 9 giugno, saremo nuovamente chiamati ad esprimerci con un referendum. Andare a votare è un diritto, ma anche un dovere verso la nostra storia e verso le generazioni future”

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“Oggi celebriamo una data fondativa della nostra democrazia: il giorno in cui, con un referendum, l’Italia scelse la Repubblica.
Era il 2 giugno 1946. Per la prima volta votarono anche le donne, segnando un passaggio epocale non solo istituzionale, ma anche culturale e sociale”.

Sceglie queste parole la consigliera comunale di minoranza del La Comune di Ferrara Anna Zonari per celebrare la Festa della Repubblica.

“Quella scelta – prosegue – fu un atto di coraggio collettivo, una risposta popolare alla ferita profonda lasciata dal fascismo e dalla guerra. È importante ricordare che i referendum in Italia sono sempre stati fondamentali per apportare la voce dei cittadini e delle cittadine”.

La Repubblica nacque dunque “con l’impegno di costruire un Paese fondato sulla libertà, sull’uguaglianza, sul lavoro, sulla giustizia sociale e sulla pace: i principi che la nostra Costituzione ha scolpito come guida per l’azione pubblica e per la convivenza civile”.

“Come consigliera comunale di minoranza e parte del progetto civico La Comune di Ferrara – prosegue Zonari -, sento oggi la responsabilità di onorare questa ricorrenza non solo con la memoria, ma con l’impegno quotidiano a rendere la nostra città più democratica, trasparente, inclusiva e solidale”.

“Essere Repubblica oggi – dice – significa restituire voce alle cittadine e ai cittadini, rimettere al centro il bene comune e difendere spazi di partecipazione reale contro ogni forma di autoritarismo, disuguaglianza e indifferenza”.

“Per questo – conclude -, ricordare il 2 giugno vuol dire anche ribadire il valore del voto, della partecipazione attiva, dell’impegno civico. Tra pochi giorni, l’8 e 9 giugno, saremo nuovamente chiamati ad esprimerci con un referendum. Andare a votare è un diritto, ma anche un dovere verso la nostra storia e verso le generazioni future: è un modo per prenderci cura della democrazia, ogni giorno. Buona Festa della Repubblica a tutte e tutti”.