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La Comune di Ferrara | Femminile, Plurale, Partecipata

Tag: La Nuova Ferrara

La Nuova Ferrara: Si a una via intitolata a Craxi, PD astenuto – Gulinelli “Sgarbi, nessun conflitto di interessi”

In 7 mostre prestate 28 opere di Ferrara Arte, senza erogare compensi.

Una comunicazione del presidente, tre interrogazioni a risposta immediata, un’interpellanza, due deliberazioni e nove ordini del giorno e mozioni. Seduta prevedibilmente intensa, ieri, del Consiglio comunale, anche prima dell’interruzione per i ProPal.

Quindi niente esame della situazione Spal come da documento Pd.

Argomento sensibile la mozione per l’intitolazione di una via, piazza o luogo pubblico a Bettino Craxi.

È stata presentata da Francesco Levato (Forza Italia) col supporto di Fratelli d’Italia, Lega e consigliere Francesco
Rendine (Civica Fabbri). La mozione è passata con 10 sì, 16 astenuti (il gruppo Pd) e 4 no (Marchi, Zonari, Poli e Fiorentini). Spiega Levato: «Craxi è stato una figura rilevante come statista e intellettuale per diffondere libertà e democrazia. Senza trascurare la lotta al
terrorismo e il contrasto alle mafie». Davide Nanni spiega i motivi dell’astensione del Pd:
«Sono passati 25 anni dalla morte di Craxi, giusto ricordare uno dei leader più noti.  Ma non va dimenticato fortemente odiato da una parte dell’opinione pubblica italiana. Uomo travolto dalle indagini “mani pulite” e che è fuggito in Tunisia per difendersi dai processi e non nei
processi. Ricordiamoci della corruzione diffusa e del finanziamento illecito dei partiti».

Un no secco giunge invece da Anna Zonari (la Comune): «La toponomastica è strumento potente per indirizzare la politica e la memoria collettiva. Craxi è una figura controversa e divisiva: pesa come un macigno la questione morale. Così che segnale di rinnovamento diamo?». E invece la mozione passa.

Attenzione successivamente indirizzata sul funzionamento delle poste di Ravalle: lo stabile deve essere ristrutturato. «Era un punto di riferimento per la comunità – spiega Francesco Rendine (Civica Fabbri) – se i lavori proseguiranno a lungo ci
sarà un grande disagio per i cittadini. Servono misure tampone». Sulle quali ha rassicurato l’assessora Cristina Coletti: «Abbiamo già avuto un incontro produttivo con i dirigenti di Poste Italiane, che ci hanno confermato la piena volontà di dare continuità al servizio. Terremo
monitorata la situazione».

Poi focus sull’interpellanza presentata da Zonari in merito a conflitto d’interessi tra la Fondazione Ferrara Arte ed il presidente Vittorio Sgarbi che è anche presidente della Fondazione Cavallini-Sgarbi: «Possono coesistere i due ruoli e quante opere
della Cavallini Sgarbi sono state esposte nelle proposte di Ferrara Arte? » è l’interrogativo. Le ha risposto Marco Gulinelli, assessore alla Cultura: «Le opere avute in prestito sono state 28, spalmate su 7 mostre. E non abbiamo erogato alcun compenso. Non c’è quindi mai stato un conflitto d’interessi».

Pug Ferrara, da area agricola a tessuto urbano e Zonari attacca: “Anomalie sui tempi, sono abusi?”

La consigliera: “Nel quadrante est possibili violazioni della legge regionale”. Sei trasformazioni da area agricola a tessuto urbanizzato, ecco quali

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Ferrara «Abbiamo chiesto al sindaco che venga chiarito il processo decisionale che ha portato ad almeno 6 trasformazioni da area agricola a tessuto urbanizzato nel quadrante est di Ferrara. Nel complesso sono decine di ettari di terreno la cui urbanizzazione va in contrasto con l’obiettivo di ridurre il consumo di suolo. Vogliamo che sia fatta chiarezza su ciascuna di queste scelte di pianificazione urbana, comprenderne la loro logica ed esaminare attentamente il ruolo dei decisori politici nel dare forma a questi sviluppi potenzialmente in contrasto con le leggi regionali». L’annuncio è del gruppo consiliare “La Comune”, che ha deciso di verificare e approfondire alcuni aspetti del Piano urbanistico generale (Pug), approvato a dicembre 2024 dopo un percorso nel quale sono stati accumulati notevoli ritardi.

La presidente, Anna Zonari, ha presentato a questo scopo un’interpellanza nella quale si evidenziano segnalazioni anche riguardo a possibili violazioni della legge urbanistica regionale, la n. 24 del 2017, a causa dell’adozione di trasformazioni, con modifica del perimetro urbanizzato, e di frazionamenti di superfici. I casi segnalati nell’interpellanza fanno riferimento all’adozione di scelte con possibili effetti edificatori, concentrate in alcune aree della zona est.

L’atto chiede quindi al sindaco, Alan Fabbri, e al presidente del Consiglio comunale, Federico Soffritti, «qual è la motivazione, per ognuna delle aree indicate, per cui sono state trasformate da area verde, in genere agricola, ad area urbanizzata con il conseguente rischio di aumentare il consumo di suolo» e se «queste trasformazioni non siano in contrasto con la Legge regionale 24 del 2017». L’interpellanza chiede i nomi dei «referenti politici dell’amministrazione che hanno interloquito con i privati prima dell’assunzione della proposta di Pug» (l’ex assessore Lodi, ricorda Zonari, affermò di non essere stato lui il referente); e di sapere se i «frazionamenti di alcune aree trasformate da verdi a edificabili, molti mesi prima dell’assunzione della proposta di Pug in Consiglio comunale, prefigurino una possibile lottizzazione abusiva; se assessorati e uffici del Comune preposti, a fronte delle osservazioni/segnalazioni ricevute abbiano correttamente vigilato e agito sia rispetto al presunto non rispetto della legge regionale 24/2017, sia rispetto a presunti abusi edilizi; e perché nel sito del Comune non è indicato chi è il responsabile dell’ufficio di vigilanza». L’atto evidenzia l’anomalia di alcuni frazionamenti che sarebbero avvenuti su aree oggetto delle variazioni con notevole anticipo rispetto all’adozione finale del piano.

Tra i punti del territorio indicati ci sono «una frazione dell’area verde tra via Caldirolo e via Turchi, trasformata in Tessuto Urbano a media densità, prevedendo una possibile edificazione residenziale»; appezzamenti in via del Melo, «frazionamento che risulta registrato meno di 10 giorni dopo l’approvazione della proposta di Pug da parte della giunta, avvenuta a marzo 2024, nella quale l’area veniva trasformata in “Tessuto urbano di bordo ad alta permeabilità”»; altre suddivisioni di terreno in via Pioppa, «che risultano registrate meno di 10 giorni dopo l’approvazione da parte della giunta della proposta di Pug, con l’area trasformata in “Tessuto urbano di bordo ad alta permeabilità”». Movimenti molto anticipati, sottolinea Zonari, rispetto alla data di adozione del Pug da parte del Consiglio comunale, «avvenuta oltre 8 mesi dopo».

Ma le anomalie, secondo la consigliera di “La Comune”, si estendono ad «altre aree verdi, in genere aree agricole periurbane, nella zona est di Ferrara, incluse nel perimetro del territorio urbanizzato». Zonari sottolinea che la «trasformazione di aree verdi in “tessuto urbano di bordo ad alta permeabilità”», superfici «che concorrono a contrastare i cambiamenti climatici e i loro effetti sulla società umana e sull’ambiente, a ridurre i rischi naturali e a migliorare la qualità dell’ambiente urbano», comporta «un possibile aumento del consumo di suolo», in contrasto con gli obiettivi del Pug, finalizzati alla sua riduzione e a favorire interventi «orientati prevalentemente a promuovere ed incentivare il riuso e la rigenerazione del territorio già urbanizzato».

La Nuova Ferrara: Sgarbi e Ferrara Arte «Conflitto d’interessi?»

L’interpellanza della consigliera Anna Zonari (La Comune)
Presidente Al centro delle richieste ritorna la stretta collaborazione tra la Fondazione Ferrara Arte e con la Fonda-zione-Cavalli-ni-Sgarbi’ delle quali è presidente
Ferma II ruolo di Vittorio Sgarbi nella gestione dell’arte cittadina e i suoi collegamenti con la Fondazione Cavallini-Sgarbi, non-ché le sue recenti vicende giudiziarie, sono di nuovo al centro del discorso politico cittadino, con un’interpellanza che la consigliera Anna Zonari (La Comune) rivolge al sindaco Alan Fabbri. In particolare, Zonari indica un possibile conflitto d’interessi tra la carica di presidente della Fondazione Ferrara Arte, conferitagli dal sindaco nel 2019 e rinnovata nel 2024, e l’attività della fondazione che custodisce e gestisce la colle-zione delle opere della famiglia, alcune delle quali, in più occasioni, sono state esposte in mostre organizzate dalla stessa Ferrara Arte. Non si tratta di rilievi del tutto nuovi, vennero già sollevati sempre dalle minoranze nel corso della precedente consiliatura e ritenuti insussistenti sia dall’Amministrazione che al diretto interessato. Zonari, in ogni caso, chiede di conoscere quante opere della “Cavallini-Sgarbi” siano state esposte finora da Ferrara Arte, «il motivo per cui, anche fosse solo potenziale, un conflitto di interessi del prof. Vittorio Sgarbi, per le attività di rilievo imprenditoriale nel mercato d’arte, sue o della fonda-zione Cavallini Sgarbi di cui è presidente, non abbia prefigurato una incompatibilità con la carica di presidente di Ferrara Arte, in particolare quando Ferrara Arte organizza mostre con opere proprietà della Fon-dazione Cavallini-Sgarbi o del prof. Sgarbi odi suoi fa-miliari», e ancora «che provvedimenti ha preso o intenda prendere per la difesa di Ferrara Arte da ogni conflitto d’interesse»; «se ritenga che l’assessore Gulinelli o chi di dovere abbia esercita-to un’adeguata vigilanza rispetto ai potenziali conflitti di interesse in Ferrara Arte» e poi «se l’Amministra-zione è a conoscenza della mancata pubblicazione sul sito di Ferrara Arte delle dichiarazioni e attestazioni obbligatorie in materia di trasparenza ed entro quale termine si prevede di rendere disponibili i documenti online». La consigliera chiede che venga data risposta a questi (e ad alcuni altri quesiti presentati nella stessa interpellanza) in Consiglio comunale. •

Sul sito della fondazione mancano i documenti in materia di trasparenza

 

La Nuova Ferrara: Ex caserma “Friuli” «Di chi sono i lavori?»

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Non si hanno aggiornamenti sul percorso partecipato per il recupero dell’ex caserma Pozzuolo del Friuli, ma nel frattempo, a gennaio, i residenti hanno segnalato lavori nell’area. Questi due elementi sono raccolti in un’interrogazione di Anna Zonari (La Comune) rivolta al sindaco. L’ex candidata sindaca ricorda che oltre un anno fa è stata affidata al consorzio Futuro in ricerca per 18.300 euro il servizio di progettazione partecipata.

Il Pug considera il complesso tra gli interventi di “Recupero e funzionalizzazione delle aree dismesse”, ma nel Dup e nel Bilancio di previsione «non viene riportata alcuna previsione di spesa e in Commissione è stato dichiarato che non potevano esserci essendo l’ex caserma non di proprietà del Comune». Zonari vuole quindi sapere a che punto è la progettazione partecipata, di chi sono a carico i recenti lavori e se il Comune ha rilasciato qualche per-messo per renderli appunto possibili.

Ferrara, Pug approvato: no a maggioranza su via Favero

Ok al documento con 19 voti favorevoli, l’assessore Lodi: «Pug ridisegnerà Ferrara in 50 anni». Le minoranze votano compatte contro: «Questione di metodo, non per ideologia»

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Ferrara Ferrara ha il nuovo Piano urbanistico generale. Il Consiglio comunale, con i 19 voti della maggioranza, lo ha adottato ieri ed ora la città ha il nuovo strumento urbanistico che ridisegnerà Ferrara «da qui ai prossimi 50 anni», ha detto l’assessore all’Urbanistica Nicola Lodi all’assemblea. La minoranza, compatta, invece, ha votato contro. «Ma non per ragioni ideologiche» tiene a precisare il consigliere Massimo Buriani del Pd che continua: «Il nostro è un “no”per questioni di metodo». Tanto che questa mattina lo stesso Partito democratico ha organizzato una conferenza stampa per spiegare che cosa avrebbe potuto contenere il nuovo Pug «se nella discussione di questo importante strumento urbanistico fosse stata coinvolta una parte politica che rappresenta una fetta importante della popolazione di questa città», fa ancora presente Buriani. «Il Pug non è la Bibbia e tutto può essere ridiscusso», dichiara il sindaco Alan Fabbri poco prima della votazione per l’adozione del Pug. E apre il suo intervento con una provocazione rivolta a Buriani e al suo partito: «La data è il 24 luglio 2024: il candidato e oggi presidente della Regione, Michele de Pascale, dichiara che in caso di vittoria rivedrà la legge urbanistica dell’Emilia-Romagna». E il sindaco chiosa: «Il Pug che oggi andiamo ad adottare è figlio di questa legge che viene critica dal nuovo presidente al quale faccio gli auguri di buon lavoro». Nella seconda giornata della maratona consiliare per l’adozione del Pug, inoltre, si sono svolte le votazioni di tutti gli emendamenti e le risoluzioni delle minoranze. Tutte bocciate a suon di voti contrari della maggioranza.

Ma è su un emendamento presentato dalla consigliera Anna Zonari (La Comune) che in aula avviene il colpo di scena. Perché da solo, e andando contro il suo gruppo, vota a favore del documento della Zonari il consigliere della Lista Civica Fabbri Luca Caprini. L’emendamento della Zonari di fatto chiedeva che l’osservazione al Pug numero 39, presentata dal comitato dei cittadini di via Favero, venisse modificata da osservazione “non accoglibile” in “accoglibile”. Ovvero la Zonari con il suo documento ha cercato di inserire nel Pug che quell’area verde di via Favero non fosse edificabile ma destinata «ad attrezzature e spazi collettivi» come richiesto dai residenti. L’emendamento viene bocciato, ma fra i voti favorevoli si conta anche quello di Caprini che da solo ha voluto portare avanti la causa degli stessi residenti. Non solo. Caprini, nel suo intervento in aula, spiega le motivazioni del suo voto contro la sua maggioranza e di fatto, sulla questione, ponendosi in linea con la minoranza. «Dobbiamo pronunciarci su un giudizio tecnico relativo a un’osservazione al Pug presentata dai residenti della zona», dichiara Caprini che ricorda ai consiglieri, specie ai suoi, che proprio un anno fa fu istituita per via Favero una Commissione consiliare di indagine che verificasse la «regolarità del processo logico amministrativo che portò nel 2013 a rendere edificabile quel parco verde, sottraendolo nel contempo dalle disponibilità del Comune». Commissione d’indagine che di fatto portò «l’amministrazione comunale, per firma del direttore generale – illustra ancora Caprini – ad invitare la proprietà, tramite raccomandata, alla restituzione dell’area allo stesso Comune» e come stabilito da un atto del notaio Bissi del 1989. Una questione complessa e intricata, quella di via Favero, che conta anche un esposto alla procura che nella passata consigliatura presentarono lo stesso Luca Caprini e l’allora consigliera, ma oggi assessora, Francesca Savini. Esposto che ha portato il tribunale di Ferrara a sospendere l’autorizzazione a costruire fino al prossimo 12 febbraio. Area inoltre sulla quale si devono esprimere anche il Tar e la Corte dei Conti.

Poi l’assemblea passa alle dichiarazioni di voto per l’adozione del piano. Ancora Anna Zonari. Che annuncia il suo voto contrario «perché il Pug lo ritengo un documento insufficiente. Perché serviva una maggiore spinta sull’aspetto ambientale». E ancora Zonari: «Il Pug avrebbe dovuto contenere anche scelte impopolari come quelle legate al fatto di disincentivare l’uso dell’auto per potenziare il trasporto pubblico». Voto contrario lo esprime anche la consigliera pentastellata Marzia Marchi che ritiene «il Pug poco sensibile alle questioni ambientali»

Ferrara, scontro sulla Resistenza. Fabbri: «Offensivi». La replica: «Imbarazzanti»

Il centro sociale chiuso da mesi. Zonari: «Fate ostruzionismo», e il sindaco si inalbera

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Ferrara Dopo quattro Pec senza risposta, documentazioni catastali irreperibili – ma necessarie per stilare il progetto richiesto – due incontri (uno con il sindaco, l’altro con l’assessore Lodi) rinviati poche ore prima dell’appuntamento, la consigliera Anna Zonari (La Comune) nel suo Question Time sulla situazione di stallo che da un anno tiene chiuso il Centro La Resistenza, parla di «atteggiamento ostruzionistico» da parte dell’amministrazione comunale. Tanto basta perché Fabbri si inalberi per quelle che ritiene parole «offensive», avanzando il diritto di riportare al Comune un «bene che in tanti anni non è stato ben gestito dall’associazione che lo aveva in affidamento». Perché «gli stabili non vanno dati così, sono un bene di tutti, e non mi piacciono i vittimismi». Poco prima l’assessore Lodi rispondendo a Zonari aveva sostenuto che l’associazione era venuta meno a quello che doveva essere l’uso della sede di via Resistenza 34 secondo la convenzione con Ancescao, ovvero un centro per anziani.oche ore prima dell’appuntamento, la consigliera Anna Zonari (La Comune) nel suo Question Time sulla situazione di stallo che da un anno tiene chiuso il Centro La Resistenza, parla di «atteggiamento ostruzionistico» da parte dell’amministrazione comunale. Tanto basta perché Fabbri si inalberi per quelle che ritiene parole «offensive», avanzando il diritto di riportare al Comune un «bene che in tanti anni non è stato ben gestito dall’associazione che lo aveva in affidamento». Perché «gli stabili non vanno dati così, sono un bene di tutti, e non mi piacciono i vittimismi». Poco prima l’assessore Lodi rispondendo a Zonari aveva sostenuto che l’associazione era venuta meno a quello che doveva essere l’uso della sede di via Resistenza 34 secondo la convenzione con Ancescao, ovvero un centro per anziani.

«Una risposta imbarazzante, Ancescao ha sempre puntato sull’intergenerazionalità – commenta poco dopo in piazza alla manifestazione organizzata da Cps La Resistenza il presidente Francesco Ganzaroli – Nulla di nuovo comunque, l’amministrazione ha gettato definitivamente la maschera. Come pretesto per farci chiudere ha sollevato problemi che noi segnalavamo da tempo, e non ci ha messo nelle condizioni per eseguire i lavori di riqualificazione che ci avevano richiesto, e per i quali due settimane dopo la chiusura avevamo raccolto già oltre 15mila euro tramite un crowdfunding e contattato varie ditte. Non ci è stato possibile visionare i verbali dei sopralluoghi che sono stati eseguiti, abbiamo segnalato una grave carenza di documentazione catastale e oggi il sindaco ha interrotto la consigliera perché ritiene offensivo sostenere che il Comune fa ostruzionismo, siamo con l’amaro in bocca», conclude rivolgendosi «a tutte le associazioni del terzo settore colpite dalla forza distruttiva di questa amministrazione perché facciano fronte comune collaborando a iniziative che mostrino ciò che loro vogliono rendere invisibile, cancellando la nostra esperienza. Oggi comincia una nuova fase di lotta perché La Resistenza possa riaprire». Un appello raccolto da Corrado Oddi, portavoce Forum Ferrara Partecipata: «Questa non è solo una battaglia sacrosanta del centro La Resistenza, ma è una battaglia per la democrazia, e a sentirsi offeso è il mondo del volontariato impegnato ad avere una città più aperta e non acquiescente».

 

Famiglia nel gazebo a Cona, ora si profila una soluzione

Il Comune resta in silenzio ma è al lavoro. La famiglia: «Grazie a chi ci aiuta»

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Ferrara Il caso della famiglia che vive da sei mesi in un gazebo nei pressi di un ingresso dell’ospedale Sant’Anna ha creato un forte imbarazzo a Palazzo municipale. Da quando la notizia è uscita il Comune non ha ritenuto di prendere posizione o di spiegare i motivi per cui è stata respinta la richiesta della vedova e dei due figli che chiedono l’assegnazione di una residenza fittizia, condizione che consentirebbe alla donna – come hanno spiegato lei stessa e il coordinatore del servizio Avvocati di StradaRaffaele Rinaldi – di poter produrre documentazione valida ai fini burocratici. Come la richiesta della pensione di reversibilità (il marito è deceduto al Sant’Anna il 5 aprile scorso, da marzo la famiglia abita nel gazebo).

Ieri il giornale ha chiesto una risposta all’assessora alle Politiche sociali, Cristina Coletti, e alla collega con la delega all’Anagrafe, Francesca Savini. Quest’ultima ha risposto solo che «la vicenda è di un periodo antecedente la mia nomina». L’assessora precedente era Cristina Coletti, che ha mantenuto in questa consigliatura le Politiche sociali ma non l’Anagrafe, passata a Savini. Sotto la coltre di silenzio, però, qualcosa si muove.

Non se ne conoscono i dettagli ma nessuno è tornato ieri ad invitare il nucleo familiare a lasciare al più presto la città perché entro metà mese il gazebo sarà smantellato. Sembra che da ieri – dopo mesi di stallo e dinieghi durante i quali la famiglia ha potuto avvalersi solo dell’assistenza di due associazioni,“Un tetto di cuori” e “Avvocati di Strada” – si stia prospettando una soluzione per sistemare almeno provvisoriamente il nucleo e assegnargli una residenza. Un’ipotesi che potrebbe prevedere la collaborazione di un comune della provincia. Nessuna notizia ufficiale per ora. Come avviene in molti casi che includono aspetti di natura sociale, mentre si esplorano le varie possibilità, la cautela opposta dagli enti può significare che sono al lavoro. Dalla famiglia ieri un commento: «Se maturerà qualcosa ci aspettiamo che non siano solo parole. In questo caso il nostro grazie a chi si sta prodigando per noi».

ntanto la questione ha attirato l’attenzione di Anna Zonari, consigliera comunale de “La Comune”. «Il nostro ordinamento prevede la possibilità per la persona senza dimora di stabilire la residenza nel luogo del proprio domicilio, ovvero nel Comune in cui la persona vive di fatto e, in mancanza di questo, nel Comune di nascita, e di fissare la residenza in una via fittizia territorialmente non esistente», scrive in un’interrogazione.

Una sentenza del Tribunale di Milano, del 2003, aggiunge Zonari, ha fra l’altro ristretto i limiti discrezionali dei Comuni in materia confinandoli all’ambito puramente accertativo. La consigliera chiede dati sulle domande di residenza fittizia presentate in Comune negli ultimi 5 anni, accolte o respinte e i criteri di valutazione, quante richieste di medico di base e di abbonamenti al trasporto pubblico siano state accolte per persone senza fissa dimora; «quali “accurati accertamenti” abbia svolto l’amministrazione in seguito alla richiesta di iscrizione anagrafica della signora (caso Cona, ndr); quali iniziative intenda assumere l’amministrazione comunale».

Anna Zonari: Il ballottaggio? «L’unità è come l’amore, si conquista»

La candidata sindaca arriva in piazza in bicicletta e parla dopo gli interventi della sua squadra: «La politica si fa dal basso»

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Ferrara «Oggi ho scelto di non fare un comizio tradizionale, ma di parlare solo alla fine, dopo gli altri candidati della nostra lista, perché non c’è un io, ma un noi, un collettivo». Ha esordito così Anna Zonari, candidata sindaca de La Comune di Ferrara, un percorso partecipativo partito nell’estate 2023 e sostenuto da Possibile e Partito Socialista Italiano. È arrivata in piazza in bicicletta (che ha forato davanti al banchetto del Movimento 5 Stelle) dopo essere partita dalla Porta degli Angeli assieme a candidati e sostenitori, attraversando Ercole I D’Este, fino ad arrivare in piazza Trento e Trieste e salire con loro sul palco nel tardo pomeriggio.

A prendere la parola sono stati in successione Laura Albano, che ha ricordato come la declinazione femminile della politica sia centrale nel programma. Sergio Golinelli, portatore delle tematiche della giustizia ambientale, che devono andare di pari passo con quelle della giustizia sociale. Marta Leoni, psichiatra, che ha ricordato come a lei e a Zonari, psicologa, stia a cuore il disagio mentale ed emotivo e il necessario supporto che deve essere riconosciuto ai più fragili. Federico Besio, interprete, con i suoi 21 anni, delle istanze dei più giovani, sfiduciati e lontani dalla politica. Malek Fatoum, giovane donna di seconda generazione, che ha deciso di impegnarsi per la città in cui è nata mettendo al centro giustizia e diritti. Gianni Squarzanti, segretario comunale del Partito Socialista, ha ribadito l’appoggio del gruppo perché «Ferrara per cambiare ha bisogno di una donna al governo della città», proponendo anche la ricostruzione delle circoscrizioni e il maggiore sostegno alla popolazione anziana.