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La Comune di Ferrara | Femminile, Plurale, Partecipata

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Zonari: “Cosa fa il comune per le persone senza fissa dimora?”

La consigliera interpella sindaco e giunta su queste “donne e uomini estremamente vulnerabili che non scelgono di vivere secondo questa modalità”

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Il freddo si fa sentire e come ogni anno diverse sono le persone che dormono all’aperto nel territorio comunale e non solo nel centro cittadino. “Nella quasi totalità dei casi si tratta di donne e uomini estremamente vulnerabili che non scelgono di vivere secondo questa modalità”. Così La Comune di Ferrara, per voce della consigliera Anna Zonari, si fa sentire attraverso un’interpellanza con la quale cerca di mettere in chiaro sette aspetti.

“Il Comune – chiede Zonari -, in collaborazione con i servizi pubblici e privati sopracitati, possiede un osservatorio sul numero effettivo delle persone senza fissa dimora che dormono lungo le strade del territorio? In collaborazione con i servizi pubblici e privati sopracitati, monitora i bisogni di queste persone e il loro soddisfacimento e se sì come?”

La consigliera chiede dunque “qual è l’effettiva distribuzione dei ‘quasi cento posti‘ dichiarati e come sono suddivisi tra uomini e donne? L’accoglienza presso queste strutture è garantita anche a chi possiede un animale d’affezione? Quali sono gli orari e le modalità di attivazione del Pris (Pronto intervento sociale)?”

“A quante persone – prosegue – che vivono in strada è stata concessa l’iscrizione all’anagrafe per poter accedere al medico di base e curarsi?”

Infine chiede al Comune se, “nell’ottica della co-programmazione e co-progettazione, intende istituire un tavolo sulla povertà aperto alle realtà del terzo settore impegnate nel contrasto alle povertà e alla marginalità?”

“La situazione di queste persone – fa notare Zonari – è spesso complessa, con fattori di fragilità che si sovrappongono e non si possono identificare con una singola causa. Non sono consapevoli dei loro diritti e non dispongono di strumenti per renderli esigibili, rischiando di essere percepite come cittadini di ‘serie B’, in opposizione al principio costituzionale di uguaglianza sostanziale.

“Difficilmente – conclude – richiedono aiuto ai servizi sociali in autonomia, ma è compito del sistema integrato socio-sanitario trovare modalità rispettose e dignitose per rispondere ai loro bisogni”.