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La Comune di Ferrara | Femminile, Plurale, Partecipata

Autore: Rodolfo Baraldini

Conflitto di interessi in Ferrara Arte? Zonari: “Trasparenza sulla presidenza Sgarbi”

La presidente del gruppo consiliare La Comune di Ferrara solleva interrogativi sulla gestione della Fondazione e chiede chiarezza al sindaco

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La gestione della Fondazione Ferrara Arte torna sotto i riflettori con un’interpellanza presentata dalla presidente del gruppo consiliare La Comune di Ferrara, Anna Zonari, che chiede al sindaco chiarimenti e provvedimenti per tutelare la Fondazione da possibili conflitti di interesse.

L’interpellanza prende le mosse dalla nomina, nel 2019, del professor Vittorio Sgarbi a presidente della Fondazione Ferrara Arte. Un incarico confermato nel novembre 2024, nonostante lo stesso Sgarbi sia coinvolto in indagini giudiziarie e ricopra anche la presidenza della Fondazione Cavalllini-Sgarbi, ente che conserva opere d’arte di proprietà della sua famiglia. Tale sovrapposizione di ruoli secondo Zonari solleva dubbi sulla compatibilità del suo incarico con il principio della trasparenza nella gestione della cosa pubblica.

Tra i punti sollevati da Zonari vi è la richiesta di conoscere il numero di opere della Fondazione Cavallini-Sgarbi esposte in mostre organizzate da Ferrara Arte e i relativi costi a carico dell’ente pubblico. Inoltre, si chiede al sindaco Fabbri perché non sia stato considerato il rischio di conflitto di interesse nel confermare la presidenza di Sgarbi, specialmente quando la Fondazione Ferrara Arte organizza esposizioni con opere di proprietà dello stesso Sgarbi o della sua famiglia.

Un altro punto critico riguarda l’assenza di trasparenza: sul sito di Ferrara Arte, come riporta Zonari, non risultano pubblicate le dichiarazioni obbligatorie su stato patrimoniale, redditi e incarichi, come previsto dalla normativa sulla trasparenza. L’interpellanza chiede se l’Amministrazione sia a conoscenza di questa mancanza e quali siano i tempi previsti per la pubblicazione di tali documenti.

Zonari sollecita inoltre l’adozione di strumenti normativi per regolare meglio la governance delle società partecipate, proponendo l’introduzione di un Codice di Comportamento e di un regolamento specifico per prevenire situazioni di conflitto di interesse. Chiede poi se vi sia l’intenzione di modificare lo Statuto di Ferrara Arte per garantire maggiore indipendenza e trasparenza nella gestione.

Infine, l’interpellanza interroga il sindaco sulla vigilanza esercitata dall’assessore Gulinelli o da altri organi preposti rispetto a questi potenziali conflitti d’interesse.

L’iniziativa di Anna Zonari pone l’accento sulla necessità di chiarezza nella gestione della Fondazione Ferrara Arte e chiama l’Amministrazione comunale a rispondere su come intenda tutelare l’ente da possibili influenze esterne che possano comprometterne l’autonomia e la trasparenza.

Ferrara Arte, Zonari: “Difendere la Fondazione da ogni conflitto d’interesse”

La consigliera di opposizione ha chiesto la possibilità di “introdurre modifiche allo Statuto”
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na serie di domande rivolte al sindaco Alan Fabbri per sapere “che provvedimenti ha preso o intenda prendere per la difesa di Ferrara Arte da ogni conflitto d’interesse”. A presentare un’interpellanza sul tema è la presidente del Gruppo La Comune Anna Zonari.
La consigliera di opposizione ha interpellato il primo cittadino per sapere, “dalla prima nomina del 2019 del professore Vittorio Sgarbi a presidente della Fondazione Ferrara Arte”, avvenuta nel novembre del 2019 “a oggi quante opere appartenenti alla Fondazione ‘Cavallini Sgarbi’, siano state esposte in allestimenti organizzati o promossi dalla Fondazione Ferrara Arte e con quali eventuali costi a carico della stessa o del Comune di Ferrara”.

Spazio, quindi, alla richiesta di conoscere “il motivo per cui, anche fosse solo potenziale, un conflitto di interessi del prof. Vittorio Sgarbi, per le attività di rilievo imprenditoriale nel mercato d’arte, sue o della fondazione Cavallini Sgarbi di cui è presidente, non abbia prefigurato una incompatibilità con la carica di presidente di Ferrara Arte, in particolare quando Ferrara Arte organizza mostre con opere proprietà della Fondazione Cavallini-Sgarbi o del professore Sgarbi o di suoi familiari”.

Zonari ha pertanto chiesto al sindaco di sapere “che provvedimenti ha preso o intenda prendere per la difesa di Ferrara Arte da ogni conflitto d’interesse”, e “se il Comune si è dotato o intende dotarsi di un Codice di comportamento, che possa essere applicato oltre che ai dipendenti comunali, ai direttori e membri degli organi di amministrazione delle partecipate e delle controllate e che stabilisca norme chiare sul conflitto di interessi, definendo le situazioni a rischio e i comportamenti da evitare e se abbia aderito o intenda aderire alla Carta di Avviso pubblico”.

L’esponente di opposizione ha interpellato il sindaco anche per sapere “se l’Amministrazione ritenga opportuno valutare la possibilità di introdurre modifiche allo Statuto di Ferrara Arte finalizzate a difendere la Fondazione da ogni conflitto di interesse”, e “se il Comune si è dotato o intende dotarsi di un Regolamento specifico per le società partecipate e controllate, che preveda procedure dettagliate per la nomina dei membri degli organi di amministrazione e per la verifica dell’assenza di conflitti di interesse”.

Infine, Zonari ha chiesto a Fabbri “se ritenga che l’assessore Gulinelli o chi di dovere abbia esercitato un’adeguata vigilanza rispetto ai potenziali conflitti di interesse in Ferrara Arte”, e “se l’Amministrazione è a conoscenza della mancata pubblicazione sul sito di Ferrara Arte delle dichiarazioni e attestazioni obbligatorie in materia di trasparenza ed entro quale termine si prevede di rendere disponibili i documenti online”.

 

La Nuova Ferrara: Sgarbi e Ferrara Arte «Conflitto d’interessi?»

L’interpellanza della consigliera Anna Zonari (La Comune)
Presidente Al centro delle richieste ritorna la stretta collaborazione tra la Fondazione Ferrara Arte e con la Fonda-zione-Cavalli-ni-Sgarbi’ delle quali è presidente
Ferma II ruolo di Vittorio Sgarbi nella gestione dell’arte cittadina e i suoi collegamenti con la Fondazione Cavallini-Sgarbi, non-ché le sue recenti vicende giudiziarie, sono di nuovo al centro del discorso politico cittadino, con un’interpellanza che la consigliera Anna Zonari (La Comune) rivolge al sindaco Alan Fabbri. In particolare, Zonari indica un possibile conflitto d’interessi tra la carica di presidente della Fondazione Ferrara Arte, conferitagli dal sindaco nel 2019 e rinnovata nel 2024, e l’attività della fondazione che custodisce e gestisce la colle-zione delle opere della famiglia, alcune delle quali, in più occasioni, sono state esposte in mostre organizzate dalla stessa Ferrara Arte. Non si tratta di rilievi del tutto nuovi, vennero già sollevati sempre dalle minoranze nel corso della precedente consiliatura e ritenuti insussistenti sia dall’Amministrazione che al diretto interessato. Zonari, in ogni caso, chiede di conoscere quante opere della “Cavallini-Sgarbi” siano state esposte finora da Ferrara Arte, «il motivo per cui, anche fosse solo potenziale, un conflitto di interessi del prof. Vittorio Sgarbi, per le attività di rilievo imprenditoriale nel mercato d’arte, sue o della fonda-zione Cavallini Sgarbi di cui è presidente, non abbia prefigurato una incompatibilità con la carica di presidente di Ferrara Arte, in particolare quando Ferrara Arte organizza mostre con opere proprietà della Fon-dazione Cavallini-Sgarbi o del prof. Sgarbi odi suoi fa-miliari», e ancora «che provvedimenti ha preso o intenda prendere per la difesa di Ferrara Arte da ogni conflitto d’interesse»; «se ritenga che l’assessore Gulinelli o chi di dovere abbia esercita-to un’adeguata vigilanza rispetto ai potenziali conflitti di interesse in Ferrara Arte» e poi «se l’Amministra-zione è a conoscenza della mancata pubblicazione sul sito di Ferrara Arte delle dichiarazioni e attestazioni obbligatorie in materia di trasparenza ed entro quale termine si prevede di rendere disponibili i documenti online». La consigliera chiede che venga data risposta a questi (e ad alcuni altri quesiti presentati nella stessa interpellanza) in Consiglio comunale. •

Sul sito della fondazione mancano i documenti in materia di trasparenza

 

Scuola Manzoni, il progetto: “Che fine farà il campetto?. I parcheggi non servono”

La capogruppo de ’La Comune’ Zonari interroga la giunta sul nuovo plesso “L’amministrazione ha recepito le osservazioni che i cittadini hanno fatto?” .

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Il progetto definitivo per la realizzazione della nuova scuola Manzoni di via don Zanardi è al centro dell’interrogazione che la capogruppo de La Comune, Anna Zonari, rivolge al sindaco Alan Fabbri e all’intera giunta. In particolare, la consigliera di opposizione chiede se, nella redazione del progetto, “sono state recepite le osservazioni fatte dai cittadini” se “e dove sarà realizzato il frequentatissimo campo da calcetto che occupava l’area dove sorgerà la nuova scuola”.

Non solo, Zonari chiede “per quale motivo nell’area occupata dalla vecchia scuola sarà realizzato un parcheggio da circa quaranta posti auto, considerato che sono tuttora disponibili decine di posti auto in Via Biancospino”.

La capogruppo di opposizione vuole fra l’altro capire la ragione per la quale “la nuova scuola, nel progetto illustrato ai cittadini, prevedeva un aumento della capienza che sarebbe stata portata a 198 alunni mentre la vecchia scuola ne ospita novantasei. Visto l’evidente calo demografico in corso, c’è un piano scuola che prevede la chiusura di qualche altra scuola primaria periferica”.

“Qual è la situazione dell’inquinamento del suolo, perché il piano di caratterizzazione della contaminazione del suolo è partito solo dopo la gettata in cemento armato delle fondamenta?”. Tra i quesiti, Zonari interroga l’amministrazione sulla realizzazione della palestra e “in che misura l’area verde retrostante la vecchia scuola e il campo da calcetto, attualmente accessibile a tutti, sarà recintata e annessa alla nuova scuola, riservandola ad uso esclusivo degli alunni”.

“Quali e quanti alberi sono stati abbattuti o drasticamente potati – prosegue il documento – Quali e quanti nuovi alberi saranno piantati? Inoltre nel progetto iniziale erano previste aree verdi alberate interne alla scuola. La gettata delle fondamenta è un unico basamento che non permette alcuna piantumazione. Gli spazi alberati interni al perimetro sono stati eliminati?”.

Nuova scuola Manzoni in via Zanardi: a che punto siamo?

Un progetto in evoluzione tra dubbi e richieste di chiarimento. Interrogazione di Anna Zonari (La Comune)

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Il progetto per la costruzione della nuova Scuola Manzoni in via Don Zanardi, finanziato con fondi Pnrr continua a sollevare interrogativi tra i cittadini e i rappresentanti del Consiglio Comunale di Ferrara. Dopo l’approvazione del “Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (Pums)” nel dicembre 2019 e l’adozione del “Piano Urbanistico Generale dell’11 dicembre 2024”, il percorso per la realizzazione dell’edificio scolastico sembra avanzare, ma con alcune incognite.

Durante incontri tenutisi a febbraio ed aprile 2024, residenti e insegnanti hanno esposto agli ex assessori Kusiak e Maggi alcune osservazioni sul progetto preliminare della scuola. Tali osservazioni avrebbero dovuto portare a modifiche e aggiornamenti, ma i cittadini si chiedono se queste siano state effettivamente recepite nel progetto definitivo. La consigliera Anna Zonari, in rappresentanza del gruppo consiliare La Comune di Ferrara, ha presentato un’interrogazione al sindaco e alla Giunta comunale per fare chiarezza su diversi punti critici del progetto.

Le domande aperte riguardano diversi aspetti fondamentali. Innanzitutto, si vuole sapere “quale sia il progetto definitivo” e se “le richieste dei cittadini siano state considerate”. C’è poi il nodo del “campo da calcetto, attualmente molto frequentato”, e della sua eventuale ricollocazione in altra sede. Un altro punto controverso riguarda la “realizzazione di un parcheggio con circa 40 posti auto nello spazio della vecchia scuola”, nonostante la presenza di numerosi parcheggi disponibili in Via Biancospino. C’è poi la questione della capienza: “la nuova scuola potrà ospitare fino a 198 alunni, quasi il doppio rispetto ai 96 della vecchia scuola”. Questo aspetto solleva dubbi sull’eventuale chiusura di altre scuole primarie periferiche, considerando il calo demografico in corso.

Un tema di grande rilevanza riguarda “l’inquinamento del suolo”, in particolare il fatto che “il piano di caratterizzazione della contaminazione sia stato avviato solo dopo la gettata in cemento armato delle fondamenta”. Inoltre, si chiede se “sarà costruita una palestra e in quali spazi”. C’è poi il problema dell’accessibilità delle aree verdi: “l’area verde retrostante la vecchia scuola e il campo da calcetto saranno recintati e destinati esclusivamente agli alunni della nuova scuola”? Un’altra preoccupazione riguarda il verde urbano: “quali alberi sono stati abbattuti o potati? Quanti ne verranno piantati in sostituzione?” Il progetto iniziale prevedeva aree verdi alberate all’interno della scuola, ma “la gettata di cemento sembra escludere questa possibilità”, facendo temere che “gli spazi verdi interni siano stati eliminati”.

Infine, un altro aspetto rilevante è “la viabilità”. “La nuova scuola e il parcheggio potrebbero comportare un aumento del traffico sulla già congestionata rotatoria di Piazzale San Giovanni”. Come verrà gestito questo incremento? “Saranno adottate misure per rallentare il traffico nei pressi dei passaggi pedonali e garantire la percorribilità ciclabile di Via Don Zanardi”? L’interrogazione pone l’accento su questioni cruciali per la cittadinanza, che attende “risposte chiare su sicurezza, viabilità e tutela degli spazi verdi”. Resta ora da vedere come l’Amministrazione risponderà a questi interrogativi e quali azioni concrete verranno intraprese per garantire che il progetto della nuova Scuola Manzoni rispecchi “le esigenze di studenti, docenti e residenti del quartiere”.

Scuola Manzoni, Zonari (La Comune): “Quale è il progetto definitivo per la costruzione?”

La consigliera di opposizione ha posto l’accento su campo di calcetto, palestra e area verde
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Lo stato di attuazione del progetto per la costruzione della nuova Scuola Manzoni di via Don Zanardi è al centro di un’interrogazione della consigliera comunale Anna Zonari.
La presidente del Gruppo consiliare La Comune ha premesso che “è stata deliberata l’approvazione del progetto per la costruzione della nuova Scuola Manzoni in via Don Zanardi mediante sostituzione di edificio, finanziato con Fondi Pnrr”, e che “il Consiglio comunale ha deliberato l’approvazione del Piano urbano della mobilità sostenibile”. Inoltre, “è stato adottato dal Consiglio comunale il Piano urbanistico generale”.

Da qui alla considerazione che “durante alcuni incontri a febbraio e aprile 2024, residenti e insegnanti, hanno presentato agli ex assessori Kusiak e Maggi alcune osservazioni sul progetto preliminare della scuola, per le quali si sarebbero valutate eventuali modifiche, aggiornamenti o integrazioni”, e all’interrogazione al sindaco e alla Giunta “per qual è il progetto definitivo per la costruzione della nuova Scuola Manzoni in via Don Zanardi?”.

Fra le diverse domande rivolte all’Amministrazione: “Sono state recepite le osservazioni fatte dai cittadini? Se e dove sarà realizzato il frequentatissimo campo da calcetto che occupava l’area dove sorgerà la nuova scuola? Per quale motivo nell’area occupata dalla vecchia scuola sarà realizzato un parcheggio da circa 40 posti auto, considerato che sono tuttora disponibili decine di posti auto in via Biancospino?”.

La consigliera di opposizione ha aggiunto che “la nuova scuola, nel progetto illustrato ai cittadini, prevedeva un aumento della capienza che sarebbe stata portata a 198 alunni mentre la vecchia scuola ne ospita 96. Visto l’evidente calo demografico in corso, c’è un Piano scuola che prevede la chiusura di qualche altra scuola primaria periferica? Qual è la situazione dell’inquinamento del suolo? Perché il piano di caratterizzazione della contaminazione del suolo è partito solo dopo la gettata in cemento armato delle fondamenta? Sarà realizzata la palestra? In quali spazi?”.

Fra gli ulteriori quesiti: “In che misura l’area verde retrostante la vecchia scuola e il campo da calcetto, attualmente accessibile a tutti, sarà recintata e annessa alla nuova scuola, riservandola a uso esclusivo degli alunni? Quali e quanti alberi sono stati abbattuti o drasticamente potati? Quali e quanti nuovi alberi saranno piantati? Inoltre nel progetto iniziale erano previste aree verdi alberate interne alla scuola. La gettata delle fondamenta è un unico basamento che non permette alcuna piantumazione. Gli spazi alberati interni al perimetro sono stati eliminati?”.

Infine, Zonari ha chiesto:” Come si è pensato di gestire l’aumento di traffico di auto sulla rotatoria di piazzale San Giovanni, già congestionata, per raggiungere il nuovo parcheggio della scuola? Come si pensa di modificare la viabilità di via Don Zanardi adottando misure che garantiscano il rallentamento delle macchine almeno nei passaggi pedonali di servizio alla scuola e permettendo la percorribilità ciclabile di via Don Zanardi anche da via Borgo Punta al piazzale San Giovanni?”.

 

 

La Nuova Ferrara: Ex caserma “Friuli” «Di chi sono i lavori?»

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Non si hanno aggiornamenti sul percorso partecipato per il recupero dell’ex caserma Pozzuolo del Friuli, ma nel frattempo, a gennaio, i residenti hanno segnalato lavori nell’area. Questi due elementi sono raccolti in un’interrogazione di Anna Zonari (La Comune) rivolta al sindaco. L’ex candidata sindaca ricorda che oltre un anno fa è stata affidata al consorzio Futuro in ricerca per 18.300 euro il servizio di progettazione partecipata.

Il Pug considera il complesso tra gli interventi di “Recupero e funzionalizzazione delle aree dismesse”, ma nel Dup e nel Bilancio di previsione «non viene riportata alcuna previsione di spesa e in Commissione è stato dichiarato che non potevano esserci essendo l’ex caserma non di proprietà del Comune». Zonari vuole quindi sapere a che punto è la progettazione partecipata, di chi sono a carico i recenti lavori e se il Comune ha rilasciato qualche per-messo per renderli appunto possibili.

Caserma Pozzuolo del Friuli. “A che punto siamo?”

Anna Zonari (La Comune di Ferrara) interroga la giunta per avere novità sul percorso partecipato

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“A che punto è il percorso per la progettazione partecipata?” È la prima di una serie di domande che La Comune di Ferrara e la consigliera eletta Anna Zonari pongono a sindaco e giunta in un’interrogazione alla quale potrebbero avere risposta in uno dei prossimi consigli comunali.

“Quale è – chiedono anche – il livello di partecipazione e coinvolgimento che è stato raggiunto? Quante proposte sono state discusse e con quanti interlocutori? Se dal percorso partecipativo non è uscito ancora un progetto, entro quando si prevede di presentarlo? Se dal percorso partecipativo è uscito un progetto, perché non è stato ancora presentato? I lavori in corso o che ci sono stati recentemente nell’area dell’ex caserma Pozzuolo del Friuli e della Cavallerizza a chi sono in carico ? il Comune ha rilasciato un qualche permesso per i suddetti lavori?”

Zonari ricorda anche come il 15 febbraio dello scorso anno sia “stata affidata alla società Consorzio Futuro in Ricerca per € 18.300,00 il servizio di progettazione partecipata degli spazi presso la caserma Pozzuolo del Friuli in via Cisterna del Follo”.

La consigliera sottolinea anche, facendo riferimento all’approvazione del Pug (Piano urbanistico generale), che “il Complesso Caserma Pozzuolo del Friuli è elencato nell’ambito delle strategie sovralocali, tra gli interventi di “Recupero e rifunzionalizzazione delle aree dismesse” funzionali all’attuazione del Progetto Guida 4 dedicato alla valorizzazione del Parco delle Mura”.

Nel Dup e nel Bilancio di Previsione non verrebbe però “riportata alcuna previsione di spesa per la riqualificazione della ex-caserma e in Commissione è stato dichiarato che non potevano esserci essendo l’ex-caserma non di proprietà del Comune”.

Ex Caserma Pozzuolo del Friuli, Zonari: “A che punto è il percorso di progettazione?”

La presidente de ‘La Comune’ interroga la Giunta per conoscere proposte e interlocutori
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L’area dell’ex Caserma Pozzuolo del Friuli è al centro di un’interrogazione da parte della consigliera di opposizione Anna Zonari. La presidente del Gruppo La Comune ha premesso che nel febbraio dello scorso anno “è stata affidata alla società Consorzio Futuro in Ricerca per 18.300 euro il servizio di progettazione partecipata degli spazi presso la caserma Pozzuolo del Friuli in via Cisterna del Follo”.

Zonari ha aggiunto che “nel Dup e nel bilancio di previsione non viene riportata alcuna previsione di spesa per la riqualificazione della ex Caserma e in Commissione è stato dichiarato che non potevano esserci essendo l’ex Caserma non di proprietà del Comune”, e che “per alcune settimane nel mese di gennaio 2025 i residenti in zona hanno segnalato lavori nell’area dell’ex Caserma e Cavallerizza”.

Da qui a una serie di domande al sindaco e alla Giunta per sapere “a che punto è il percorso per la progettazione partecipata”, quale “è il livello di partecipazione e coinvolgimento che è stato raggiunto”, quante “proposte sono state discusse e con quanti interlocutori”.

L’esponente di opposizione ha chiesto sia “se dal percorso partecipativo non è uscito ancora un progetto, entro quando si prevede di presentarlo”, sia “se dal percorso partecipativo è uscito un progetto, perché non è stato ancora presentato”. Infine, Zonari ha chiesto: “I lavori in corso o che ci sono stati recentemente nell’area dell’ex Caserma Pozzuolo del Friuli e della Cavallerizza a chi sono in carico? Il Comune ha rilasciato un qualche permesso per i suddetti lavori?”.

Dal contrasto alla povertà alla mobilità sostenibile, i ‘no’ de La Comune al bilancio

Il Gruppo di opposizione ha evidenziato le perplessità su metodo e contenuti del documento
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Nella seduta pomeridiana di martedì 25, con 20 voti favorevoli e 11 contrari, è stato approvato in Consiglio comunale il bilancio di previsione 2025-2027. Alla votazione non ha partecipato la consigliera di opposizione Anna Zonari, assente per malattia. Il Gruppo consiliare La Comune, da lei presieduto, ha comunque manifestato la propria contrarietà al documento.

Un giudizio sfavorevole è giunto sia sul piano del metodo che dei contenuti. Per quanto riguarda il primo aspetto, La Comune di Ferrara ha evidenziato che, “nonostante disponibilità ed impegno degli uffici tecnici, i tempi sono stati ristretti, le risposte a volte tardive e in alcuni casi del tutto assenti rispetto alle richieste di chiarimento, rendendo il lavoro di consiglieri e consigliere insufficiente e approssimativo”, aggiungendo che “questi documenti, ben lontani dall’essere semplici numeri su un foglio, definiscono le priorità e allocano le risorse, delineando il futuro della nostra città. Tuttavia, sono stati liquidati in poche sedute di commissione affrettate, senza un’analisi accurata e un confronto approfondito”.

Da qui all’elencazione di “temi su cui si sarebbe potuto affrontare una discussione approfondita, in grado di far emergere
nuove idee, soluzioni alternative, correzioni e migliorie”. Un elenco comprendente “gli investimenti per le energie rinnovabili, per la sicurezza idraulica, per la cultura. Sono oltre 25 le richieste che abbiamo fatto su voci di bilancio o del Dup che ci lasciavano perplessi, che richiedevano spiegazioni e avrebbero potuto essere oggetto di emendamenti”.

Imprese, imposte e lavoro
Dal punto di vista dei contenuti, il Gruppo La Comune ha sottolineato che “Ferrara si colloca tra i capoluoghi di provincia con i peggiori indicatori ambientali, economici e sociali della regione, e in alcuni casi anche al di sotto della media nazionale”, che “il valore aggiunto delle imprese è in peggioramento, e il saldo tra attività economiche aperte e cessate è negativo”, che “reddito e occupazione sono tra i più bassi della regione”, che “la disoccupazione giovanile si attesta intorno al 20%, che “Ferrara è una città in fase di invecchiamento, con un’età media della popolazione vicina ai 50 anni, l’indice di vecchiaia più elevato della regione, e una costante perdita di abitanti (siamo ormai sotto i 130.000) e di popolazione in età lavorativa (15-64 anni)”.

Il Gruppo di opposizione ha spiegato che “per il perseguimento degli equilibri di bilancio e di finanza pubblica, oltre che per garantire adeguati livelli di servizi alla collettività amministrata, si è deciso di aumentare le imposte: dall’imposta di soggiorno che nelle previsioni dovrebbe portare ad entrate di circa 1,2 milioni di euro nel 2025 (erano 750.000/2024), all’addizionale Irpef che nelle previsioni dovrebbe portare nelle casse del Comune maggiori entrate per circa 4 milioni di euro passando dai circa 19 milioni di euro nel 2024 ai circa 23 milioni nel 2025. Ma eliminando le 4 aliquote dell’addizionale Irpef di fatto si elimina la progressività del prelievo che inciderà di più sui ferraresi con i redditi più bassi. Se ci fossero state date le condizioni, avremmo proposto prelievi alternativi incidenti maggiormente sulle rendite e sui redditi più alti”.

Sul tema del lavoro, La Comune ha segnalato che “si riconosce che l’impoverimento di Ferrara è strettamente legato alla questione occupazionale. Tuttavia, i documenti approvati non delineano un piano specifico per attrarre o creare nuove imprese, né per migliorare la situazione occupazionale e salariale, in particolare per giovani e donne. Inoltre, considerando che il benessere e lo sviluppo di un territorio dipendono da molteplici fattori, tra cui politiche demografiche, accoglienza, inclusione, politiche sociali, assistenza, sanità, alloggio, formazione e ricerca, sarebbe stato necessario un approccio multidisciplinare”.

Contrasto alla povertà e infrastrutture
Per ciò che riguarda i progetti, Zonari e La Comune hanno evidenziato che “ci sono ad esempio oltre 30 milioni di euro impiegati per il recupero, ristrutturazione e ampliamento di ex scuole e altri edifici abbandonati e chiusi da 20/30 anni, ma non viene specificato come e da chi saranno poi utilizzati una volta terminati i lavori. La logica del prima si progetta, poi si rigenera, sembra essere sostituita dal prima si rigenera e poi si vedrà”.

La consigliera di opposizione ha aggiunto che “non abbiamo trovato investimenti per il contrasto alla povertà e per favorire l’inclusione. Se non si agevolano l’immigrazione e l’inclusione, se non si trattengono i giovani e gli adulti in età lavorativa, nulla si è fatto per arrestare il declino demografico della città”. Inoltre, “nel Dup e nel bilancio di previsione non abbiamo trovato interventi significativi per aumentare l’offerta abitativa a prezzi accessibili, sia per i residenti che per gli studenti”.

Infine, La Comune ha posto una serie di domande: “Come recuperare il grande ritardo nell’attuazione del Piano per una Mobilità sostenibile? Come sciogliere il nodo di via Ravenna? Al contrario Dup e bilancio prediligono infrastrutture autostradali, quando si dovrebbe puntare maggiormente sul trasporto pubblico, preferibilmente su rotaia”.

 

LCF: i primi 7 mesi in Consiglio comunale (luglio 2024-gennaio 2025)

Dal giorno successivo all’insediamento del Consiglio Comunale, 28 giugno 2024, il gruppo La Comune di Ferrara, ha svolto un’intensissima attività, presentando n. 44 tra atti, interpellanze, interrogazioni, mozioni e ordini del giorno, senza dimenticare le istanze di accesso agli atti per approfondire la documentazione in possesso del Comune a corredo delle proprie richieste e i comunicati stampa inviati ai principali canali di informazione.

Di questi atti, 29 sono stati presentati unicamente a nome de La Comune, mentre i rimanenti 15 su istanza o in collaborazione con altre forze politiche appartenenti alla minoranza presente in Consiglio.

Più di 6 documenti al mese, per richiedere all’Amministrazione Comunale, al Sindaco in primis, ma a tutta la Giunta Fabbri, spiegazioni circa l’azione (o, più spesso, l’inazione) politica intrapresa.

Un lavoro di attenta analisi della documentazione presentata da consiglieri o assessori della maggioranza o sulla base di articoli pubblicati sulla stampa locale o, molto spesso, su segnalazione di cittadine e cittadini nonché comitati che hanno trovato ne La Comune di Ferrara (LCF) un canale adeguato per far sentire la propria voce su diverse situazioni che li coinvolgono. Del resto, tra i principi alla base del programma elettorale de LCF presentato alle elezioni amministrative di giugno 2024, c’è proprio la volontà di servirsi di processi partecipativi nel processo decisionale di chi amministra la città: cittadine e cittadini hanno infatti pieno diritto di conoscere le conseguenze di scelte effettuate da chi li amministra, sulla qualità dell’ambiente in cui vivono e di poter dare un contributo attivo. Citando Vittoria Ferdinandi, sindaca di Perugia ed espressione del civismo locale, in una recente intervista, LCF condivide la volontà di “una politica che torni a farsi orizzontale e non verticale, che restituisca ai territori e alle persone degli strumenti e degli spazi dove poter tornare ad essere protagonisti reali delle pianificazioni, delle progettazioni delle proprie comunità”.

Le tematiche hanno riguardato molti ambiti, alcuni già emersi durante la campagna elettorale, altri che si sono presentati nel corso dei mesi, in seguito ad eventi verificatesi nel territorio comunale, ma non solo (crisi aziendali di tutto il territorio provinciale) .

Uno degli aspetti su cui si è concentrato il maggior numero di interventi, è stato quello delle centrali di biometano, che nella sola Provincia di Ferrara, arrivano ormai ad essere più di 50. Come ha già avuto modo di chiarire Anna Zonari, la costruzione di centrali di questo tipo, come nel caso di Villanova, Gaibanella e Fondo Reno, possono avere ripercussioni in termini di emissioni inquinanti, date anche dal trasporto delle biomasse dal punto di origine alla centrale di biometano, traffico derivato, deterioramento delle strade e problemi di manutenzione, consumo di suolo, spargimento di digestato e nitrati, con dubbia ricaduta economica per il territorio. Viste le criticità, sollevate, non solo ma anche, da residenti che si sono trovati a vivere nelle vicinanze di una centrale, è essenziale garantire la massima trasparenza e il coinvolgimento della comunità locale, dato che il progetto può influire sulla qualità della vita dei residenti in termini di salute, sostenibilità ambientale, economica e sociale. Considerato l’alto numero di impianti già in funzione e altri di cui sono in corso gli iter autorizzativi per la costruzione, si rileva la necessità di una valutazione cumulativa degli impatti e su questo la politica deve fare la sua parte a livello provinciale, regionale e nazionale, al di là degli schieramenti di destra e sinistra.

Il tema della sostenibilità ambientale, tuttavia, è strettamente collegato alla sostenibilità sociale, ovvero all’attenzione necessaria per tutelare fasce più deboli e marginali della cittadinanza: migranti, persone senza fissa dimora, popolazione detenuta, poiché ciò ha conseguenze importanti sull’aumento della sicurezza e della coesione sociale, temi sempre presenti nei programmi di tutte le liste politiche che si sono presentate alle elezioni di giugno, seppur con proposte e soluzioni sicuramente diverse tra loro. La Comune di Ferrara ritiene che nell’ottica della co-programmazione e co-progettazione, sarebbe fondamentale, per esempio, istituire un tavolo sulla povertà e sul carcere, aperto alle realtà del terzo settore impegnate nel contrasto alle povertà e alla marginalità, in quanto la situazione di queste persone è spesso complessa, con fattori di fragilità che si sovrappongono e non si possono identificare con una singola causa, e rischiano di essere percepiti come cittadini di ‘serie B’, in opposizione al principio costituzionale di uguaglianza sostanziale. Difficilmente queste persone richiedono aiuto ai servizi sociali in autonomia, ma è compito del sistema integrato socio-sanitario trovare modalità rispettose e dignitose per rispondere ai loro bisogni.

Le richieste de La Comune al Consuglio comunale, inoltre, riguardano anche l’adozione di misure per il miglioramento della gestione dei permessi di soggiorno  che vedono ritardi anche di più di un anno per un rinnovo, nonchè la difficoltà a trasformare un permesso di soggiorno per protezione speciale in un permesso per motivi di lavoro, anche per quei lavoratori che hanno un regolare contratto di lavoro e di fatto sono pienamente inseriti nella comunità locale, con significativi danni non solo per le persone ma anche per imprese ed economia. Riteniamo che un ruolo pro attivo dell’Amministrazione presso la Prefettura, attraverso una maggiore attivazione del Consiglio Territoriale per l’Immigrazione e auspicando un coinvolgimento anche di associazioni, terzo settore, parti sociali, associazioni datoriali, sindacati e possa promuovere soluzioni condivise, nonchè rafforzare le politiche di contrasto all’illegalità e allo sfruttamento lavorativo.

Ambiente, partecipazione, sostenibilità economica: dal programma elettorale (Punto 4 Ferrara città per il clima) alle proposte concrete sul tema dei rifiuti, come il question time dell’autunno scorso, in cui Anna Zonari chiede al Sindaco se intenda riprendere per tempo i lavori del tavolo partecipativo al fine di discutere e valutare in modo approfondito lo studio di fattibilità (considerato che la concessione della gestione del servizio dei rifiuti urbani ad Hera nel Comune di Ferrara è scaduta dalla fine del 2017), per garantire una gestione partecipata e trasparente del processo per l’affidamento del servizio. La risposta della giunta Fabbri è nota: secondo le dichiarazioni dell’Assessore Balboni, a dicembre 2024, la gestione “in house”, cioè pubblica, della raccolta dei rifiuti non è conveniente, perché costerebbe ai cittadini più di un 10% di quanto costa ora il servizio e la gestione basata sulla raccolta porta a porta, risulta non essere la soluzione migliore individuata. Anche per questo, in prossimità della decisione per l’affidamento del servizio dei rifiuti urbani a Ferrara, LCF aderisce alla campagna d’informazione appena lanciata dalla Rete per la giustizia climatica,   affinché i profitti garantiti ad una società privata (attualmente ammontano a circa € 700.000 all’anno) diventino invece risorse che potrebbero servire per diminuire le tariffe e/o aumentare gli investimenti in una gestione pubblica, che non deve realizzare profitti, ma solo garantire un equilibrio tra costi e ricavi.

Questi sono solo alcuni accenni alle tematiche portate in Consiglio da Anna Zonari per LCF, di seguito potete trovare l’elenco dettagliato di tutta la documentazione presentata nei primi 7 mesi di incarico consiliare.

TIPOLOGIA DI ATTO

ARGOMENTO

DATA

CON CHI

1 Interrogazione Programmazione di zona relativa al progetto “Territori per il Reinserimento Emilia-Romagna” (TPR-ER) 31/01/25 LCF
2 Interpellanza PFAS 30/01/25 LCF
3 Mozione Palestina 28/01/25 Gruppi di minoranza
4 Interrogazione PUMS 27/01/25 LCF
5 Interpellanza Persone senza fissa dimora 23/01/25 LCF
6 Comunicato stampa Centrale Biometano a Gaibanella 17/01/25 LCF
7 Accesso agli atti Centrale Biometano a Gaibanella (Società BIOFE) 17/01/25 LCF
8 Accesso agli atti  Centrale Biometano a Gaibanella (Società Valgrande Biogas) 17/01/25 LCF
9 Accesso agli atti  Centrale Biometano a Gaibanella (Conferenza dei servizi) 03/01/25 LCF
10 Ordine del giorno Presenza forze politiche neofasciste a Ferrara (modificato) 23/12/24 Gruppi di minoranza
11 Mozione Permessi di soggiorno 20/12/24 LCF
12 Interrogazione Vicenda Mozzoni Serao 18/12/24 LCF
13 Mozione Linguaggio istituzionale 16/12/24 Gruppi di minoranza
14 Question time Ronde notturne a Ferrara – zona Via Arianuova 16/12/24 LCF
15 Mozione Centrale Biometano a Gaibanella (distanza minima) 03/12/24 LCF
16 Accesso agli atti Centrale Biometano a Gaibanella (Società BIOFE) 02/12/24 LCF
17 Emendamenti Contro ogni totalitarismo 12/11/24 LCF
18 Nota stampa Crisi aziendali territorio ferrarese 04/11/24 Gruppi di minoranza
19 Interpellanza Tutela lavoratori colpiti dalla legge 50/2023 (permessi di soggiorno) 24/10/24 LCF
20 Risoluzione all’Odg Crisi aziendali territorio ferrarese 24/10/24 Gruppi di minoranza
21 Question time Stabile via della Resistenza n. 34 22/10/24 LCF
22 Ordine del giorno Presenza forze politiche neofasciste a Ferrara 14/10/24 Gruppi di minoranza
23 Mozione Città antifascista e clausola antifascista 14/10/24 LCF  – Civica Anselmo
24 Question time Gestione servizio rifiuti urbani 14/10/24 LCF
25 Accesso agli atti Area cortiliva Via Fiume 14/10/24 LCF
26 Accesso agli atti Centrale biometano Via Catena 14/10/24 LCF
27 Accesso agli atti Nuova stazione radio base Via Frutteti 14/10/24 LCF
28 Accesso agli atti Nucleo Unità cinofila 14/10/24 LCF
29 Richiesta Convocazione Consiglio Comunale per linee programmatiche di mandato 14/10/24 Gruppi di minoranza
30 Comunicato stampa Linee programmatiche di mandato 14/10/24 Gruppi di minoranza
31 Interpellanza Centrale biometano di Villanova 26/09/24 Gruppi di minoranza
32 Interrogazione Lavori nuove mense scuole primarie 25/09/24 LCF
33 Interpellanza Impianto biometano di Gaibanella 24/09/24 Gruppi di minoranza
34 Interpellanza Impianto biometano di Via Catena 19/09/24 Gruppi di minoranza
35 Interpellanza Regolamentazione Unità Cinofila 13/09/24 LCF
36 Interrogazione Stabilizzazione personale Teatro Comunale 11/9/24 Gruppi di minoranza
37 Interrogazione Residenza anagrafica fittizia 05/09/24 LCF
38 Interrogazione Trasformazione area cortiliva Via Cassoli (n.2) 29/08/24 LCF
39 Interrogazione Trasformazione area cortiliva Via Cassoli (n.1) 08/08/24 LCF
40 Interrogazione Ordinanze limitazione apertura locali 05/08/24 LCF
41 Mozione Soste selvagge e abusive a Ferrara 25/07/24 Gruppi di minoranza
42 Interpellanza Parcheggio sottomura Corso Porta Mare/Via Caldirolo 08/07/24 Gruppi di minoranza
43 Interrogazione Aggressione a vigile urbano Parco Pareschi 04/07/24 LCF
44 Interpellanza Area Verde Via Mozzoni 01/07/24 LCF

11 febbraio 2025 a cura di Silvia Trombetta

 

 

Code in Questura, bocciata la mozione di Zonari

Per la maggioranza la raccolta dei dati è insufficiente. Segala (Pd): “Condanniamo Ferrara alla criminalità organizzata”

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Troppa burocrazia secondo Francesco Rendine nella mozione, respinta dalla maggioranza, presentata da Anna Zonari in Consiglio comunale. Un monitoraggio periodico sui tempi di rilascio dei permessi di soggiorno presso la Questura di Ferrara e un tavolo di analisi con il Consiglio territoriale per l’immigrazione, la Prefettura, le associazioni del terzo settore e i sindacati sarebbero, secondo il consigliere della Civica Fabbri, “misure insufficienti” ad evitare lunghe code in corso Ercole I d’Este, come quelle di soli pochi giorni fa.

Sempre il consigliere Rendine accusa la minoranza di “partire lungo certe tangenti individuali” per attaccare l’Amministrazione, ma fa notare Arianna Poli (Civica Anselmo) che “su questioni di dignità umana non si tratta di fazioni politiche” e, anzi, ritiene “incredibile che non ci sia unanimità” su questo tema.

“Il voto negativo non è alla minoranza – ribatte Zonari -, ma alle centinaia di persone disperate che lavorano regolarmente e che rischiano di non avere più accesso alle cure sanitarie né a un’abitazione”. La consigliera de La Comune si riferisce al Decreto Cutro, che ha reso quasi impossibile la conversione dei permessi di soggiorno per protezione speciali in permessi di lavoro mettendo a rischio migliaia di persone regolari nel nostro territorio.

“Questo è un problema anche per i settori in cui sono impegnate queste persone – incalza Zonari -. Significa anche perdere competenze per le aziende, agricole o artigianali. A tutto ciò si aggiungono i ritardi di oltre un anno per il rinnovo dei permessi di soggiorno, senza i quali si perde tutta una serie di diritti, a partire dalla salute, dalla casa e dal lavoro”.

Anche Enrico Segala (Pd) conviene con la consigliera che sia necessario fare pressioni per ottenere maggiore controllo e monitoraggio. “Il problema è di irregolarità sul nostro territorio – afferma –. Nel 2023 lo Stato italiano e i prefetti hanno disposto 25mila espulsioni, ma di queste sono state accompagnate nel loro paese d’origine solo 1300 persone. Se aggiungiamo le disposizioni del Decreto Cutro, condanniamo Ferrara a forme di criminalità organizzata”.

“Che ne dica il sindaco, io non ho mai negato la presenza di organizzazioni criminali straniere nella nostra città – continua Segala –, ma, per evitare che queste persone diventino prede di mercato nero o caporalato, la politica deve lavorare sui tempi lunghissimi della Questura di Ferrara, imbarazzanti rispetto a quelli di Milano”.