Rodrigo Nunes presenta “Né verticale né orizzontale” – per una ecologia politica
Mercoledì 29 ottobre a Ferrara, il filosofo e attivista brasiliano Rodrigo Nunes, professore di teoria politica all’Università dell’Essex e alla Pontificia Università Cattolica di Rio de Janeiro, invitato da La Comune di Ferrara, ha presentato il suo libro, (Alegre), offrendo l’occasione di riflettere sul presente e sul futuro dell’organizzazione politica. In dialogo con Wu Ming 1, Marcella Ravaglia, attivista LCF, e lo storico del CNR Michele Nani, Nunes ha esplorato le tensioni tra tradizione e innovazione all’interno dei movimenti e delle organizzazioni politiche contemporanee, proponendo una visione inedita.

Al centro del dibattito c’è l’idea di ecologia politica, idea che non rimanda soltanto all’ambiente (in un momento in cui l’emergenza climatica è divenuta globale, e non può più dipendere dalle risoluzioni dei singoli stati), ma alla capacità di considerare forme, relazioni ed energie collettive come un ecosistema complesso, in cui ogni individuo e ogni gruppo può agire sul proprio presente. Come negli ecosistemi naturali, anche la politica richiede equilibrio, adattamento e collaborazione. Nessuna struttura da sola dovrebbe detenere il potere; al contrario, tutte dovrebbero contribuire al funzionamento dell’insieme, alimentando un equilibrio dinamico in cui la diversità diventa forza e la cooperazione genera possibilità di cambiamento.
Nunes inoltre restituisce alle parole “leader” e “avanguardia” il loro significato originario: leader è chi “si dirige verso”, aprendo la strada agli altri senza sostituirsi alla partecipazione collettiva, laddove l’avanguardia è un punto di partenza per organizzare e offrire strumenti concreti al lavoro comune. Questo spiega perché molte esperienze “orizzontali” degli ultimi trent’anni non si siano radicate nel tempo, essendo prive di una leadership e di un’avanguardia in grado di innescare processi collettivi concreti, e perché le organizzazioni verticali, come i partiti tradizionali, non riescano più a coinvolgere cittadine e cittadini, in quanto troppo rigide e burocratizzate. Il nodo non è la forma, ma la capacità di orchestrare un ecosistema politico in cui guida e partecipazione si equilibrino, combinando le energie dei singoli e dei gruppi in modo produttivo e sostenibile.
La sfida è dunque ecologica: trasformare l’ideologia in nutrimento per l’azione, costruire comunità che si rigenerano attraverso la partecipazione e praticare forme ibride, fluide e adattive, in grado di rispondere alle sfide del presente. L’energia del cambiamento risiede nella capacità delle persone di organizzarsi, collaborare e pensare insieme, progettando un futuro condiviso.
La Comune di Ferrara, nata con questo intento e arricchita da questo importante contributo, si impegna a proseguire questo percorso di confronto e sperimentazione, trasformando la riflessione teorica in pratica condivisa, aperta, vitale e necessaria per la città e per chi la abita.

